John Bowlby è stato uno psicologo e psicoanalista che ha sviluppato la teoria dell’attaccamento interessandosi agli aspetti che caratterizzano il legame diadico madre-bambino e quelli legati alla realizzazione dei legami affettivi all’interno della famiglia. Edward John Mostyn Bowlby nacque a Londra il 26 febbraio 1907 in una famiglia vittoriana dell’alta borghesia. Fu cresciuto insieme ai suoi fratelli da una bambinaia, cosa comune per le famiglie aristocratiche dell’epoca, successivamente fu indirizzato alla facoltà di medicina per volontà del padre, chirurgo ufficiale della regina d’Inghilterra. Laureatosi con il massimo dei voti al Trinity College di Cambridge in scienze precliniche e psicologia, iniziò a lavorare presso la scuola attivista di Summerhill nella quale venivano seguiti ragazzi psichicamente disturbati provenienti dalle classi sociali meno agiate. Nel 1929 riprese gli studi in medicina presso l’University College Hospital di Londra ottenendo la laurea in medicina nel 1936. Subito dopo la laurea, si iscrisse all’Istituto di Psicoanalisi di Ernest Jones, diplomandosi come analista nel 1937. Dopo solo tre anni, nel 1940, ricevette la qualifica di membro ordinario con diritto di voto, nella prestigiosa Società Psicoanalitica Britannica. In quell’occasione Bowlby propose una teoria in cui ipotizzava che determinati fattori ambientali, in particolare la separazione dalla madre durante i primi anni di vita, potessero essere alla base delle nevrosi.
Dopo un periodo di lavoro presso il Child Guidance Clinic di Londra, allo scoppio della Seconda guerra mondiale, si arruolò nell’esercito di Sua Maestà in veste di psichiatra. Al termine della guerra venne nominato delegato-membro del comitato governativo di salute mentale, ed entrò a far parte della Tavistock Clinic dove ricoprì il ruolo di vicedirettore. Durante questo periodo venne incaricato di sviluppare il dipartimento di salute mentale infantile. Bowlby si interessò sempre di più alla natura del rapporto madre-figlio ed alle possibili conseguenze sulla personalità dei bambini dovuta ad un’eventuale separazione dalla madre in tenera età. Nel 1950 l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) si rivolse a Bowlby, per affidargli la direzione di una ricerca su bambini che avevano perso la famiglia. Nel 1951, redasse un rapporto dal titolo “Maternal Care and Mental Health”, imperniato su due concetti, sull’insufficienza e sulla mancanza di cure materne.
Il lavoro di Bowlby fu proposto in due parti, nella prima parte ripercorreva le precedenti riflessioni e ricerche fatte da altri studiosi, nella seconda parte, ipotizzava e proponeva delle metodologie di prevenzione per contrastare la carenza e la privazione delle cure materne. Nella relazione all’OMS egli rivolse la sua attenzione alle istituzioni che si occupavano di adozioni e di affidamenti. Sostenne che all’interno degli istituti, anche in quelli che fornivano un’accurata assistenza, non si riuscissero ad instaurare dei rapporti che potessero favorire un’adeguata crescita affettiva ed emotiva. Nella parte conclusiva del lavoro, Bowlby, si rivolse ai governi e agli amministratori affinché si impegnassero in piani di prevenzione sociale in favore di quelle famiglie costrette ad abbandonare i propri figli.
Il rapporto redatto da Bowlby per l’OMS, fondava le sue riflessioni sulla privazione e la carenza totale di cure materne. Dimostrò che se un bambino vive questo tipo di esperienza, la sua crescita fisica, cognitiva ed emotiva, rimarrà segnata anche nell’età adulta. Uno sviluppo appropriato dell’Io si verificherebbe solo se i legami relazionali fossero caratterizzati dal soddisfacimento, dalla stabilità e dalla durevolezza dei rapporti madre-bambino, in quanto lo sviluppo dell’Io è funzionalmente legato alla natura delle prime relazioni significative del bambino. Il rapporto riuscì ad avvicinare molte persone alle problematiche familiari, suscitando ricerche e interessi sull’argomento, in una società caratterizzata dalla presenza di molti orfani e nella quale non si riteneva indispensabile l’affetto continuativo per lo sviluppo adeguato della persona.
Conclusosi il lavoro per l’OMS, Bowlby si dedicò allo studio delle caratteristiche dello sviluppo e del legame che si instaura tra madre e bambino. Le ricerche, confermate da rigorosi studi scientifici, portarono lo studioso britannico a formulare la Teoria dell’Attaccamento i cui tratti peculiari vennero pubblicati sul “The Internationel Journal of Psycoanalysis” in tre articoli. Successivamente ampliati, divennero i volumi della trilogia “Attaccamento e Perdita”. Il primo volume “Attaccamento e perdita. L’attaccamento alla madre”, pubblicato 1969, tratta dell’indagine fatta da Bowlby sul legame di attaccamento madre-bambino. Il secondo volume, del 1972 dal titolo “Attaccamento e perdita. La separazione dalla madre”, Bolwby, mantenendo alcune idee freudiane, presenta le sue riflessioni sull’ansia che vive un bambino nel momento in cui viene separato dal caregiver. Nel terzo ed ultimo volume “Attaccamento e perdita. La perdita della madre”, pubblicato nel 1980, si concentra sul profondo lutto e dolore che i bambini possono vivere, prolungato anche nella vita adulta, se privati del legame materno, come ad esempio nel caso del decesso precoce della stessa. La pubblicazione degli studi di Bowlby non ebbe all’epoca il successo sperato, anzi, la maggior parte dei colleghi psicoanalisti non diedero importanza e non compresero il valore delle sue teorie.
Il termine attaccamento può essere interpretato in modi diversi:
Il termine attaccamento ha in sé un significato generale che rimanda alla condizione di “attaccamento relazionale” di un soggetto. Sostenere che un bambino “ha un attaccamento” significa che egli avverte il bisogno di percepire la vicinanza ed il contatto fisico con una persona di riferimento, particolarmente nei primi periodi della sua vita. L’aspetto più importante della teoria è il riconoscimento della “componente biologica del legame di attaccamento”. Il comportamento di attaccamento ha come funzione principale quella di garantire la vicinanza ma soprattutto la protezione da parte del caregiver al bambino. Tali legami svolgono quindi una funzione fondamentale per la sopravvivenza dell’individuo. Per Bowlby l’attaccamento è qualcosa che perdura nel tempo dopo essersi strutturato nei primi mesi di vita intorno ad un’unica figura. Risulta più probabile che questa figura sia individuata nella madre, dato che è la prima ad occuparsi del bambino, ma nulla impedisce che un padre possa diventare figura di attaccamento, nel caso in cui sia lui a dispensare le cure al bambino. La qualità dell’esperienza relazionale con la figura di accudimento (caregiver) definisce il tipo di sicurezza e la formazione di modelli operativi interni (MOI), che andranno a definire i comportamenti relazionali futuri. Con la crescita del bambino, l’attaccamento iniziale che si viene a formare tramite la relazione materna primaria o con un caregiver di riferimento, si modifica e si estende ad altre figure, sia interne che esterne alla famiglia. Bowlby sottolinea la notevole riduzione dell’attaccamento che avviene nell’adolescenza e nella fase adulta. Si presume che il soggetto avrà maturato la capacità di separarsi dal caregiver primario e di legarsi a nuove figure di attaccamento.
Bowlby riteneva che l’attaccamento si sviluppasse attraverso quattro fasi e che potesse essere di tipo sicuro o insicuro. L’attaccamento di tipo “sicuro” si sviluppa se il bambino sente di avere dalla figura di riferimento protezione, senso di sicurezza e affetto. L’attaccamento di tipo “insicuro” si manifesta nel bambino che assume comportamenti come instabilità, prudenza, eccessiva dipendenza, e sentimenti. come la paura dell’abbandono, nei confronti della figura di riferimento. Le cinque fasi identificate da Bowlby nella teoria dell’attaccamento sono:
Secondo Bowlby è fondamentale che il legame di attaccamento si svolga in maniera adeguata in quanto da questo dipende lo sviluppo futuro della persona. Le patologie mentali correlate ad un evolversi negativo del legame di attaccamento sono gli stati d’angoscia e la depressione, questi problemi possono essere ricondotti a periodi in cui la persona ha fatto esperienza di disperazione e distacco durante l’infanzia. Parlando dei cicli di privazione Bowlby, nel rapporto per l’OMS del 1951, sostenne che un soggetto con una infanzia segnata da situazioni familiari negative, una volta diventato genitore, avrebbe avuto nei confronti dei figli comportamenti inappropriati e trascuranti. Notevoli difficoltà di sviluppo sono state registrate nei bambini affidati sin dalla tenera età ad istituti, in quanto separati precocemente dalla figura di riferimento e affidati a persone incapaci di provvedere convenientemente alla loro cura.
La separazione dalla figura di riferimento si snoda, secondo Bowlby in 3 momenti:
Egli spiega che questi momenti sono più facili da superare se vi sono delle circostanze favorevoli, come la presenza di un fratello o di un’altra persona che riesca a sostituire in maniera ottimale il caregiver.
Le ricerche e le teorie elaborate da Bowlby lo portarono a distanziarsi dalla psicoanalisi, malgrado fosse diplomato come analista e membro della prestigiosa Società Psicoanalitica Britannica. Nonostante ritenesse valida la pratica psicoanalitica, era però scettico sulle basi teoriche della stessa. Non ne condivideva il metodo per lo studio dell’infanzia, in quanto si basava su anamnesi fatte in età adulta e sulla teoria degli istinti e delle pulsioni. Bowlby affermava che nell’infanzia il conseguimento del piacere non avviene attraverso una scarica pulsionale, ma attraverso amore, affetto, protezione, prossimità e cura. Lo sviluppo del soggetto non si basa sul soddisfacimento sessuale, come sostenevano gli psicoanalisti, ma sul bisogno di instaurare legami d’affetto. Le figure che influenzarono maggiormente il suo pensiero furono Konrad Lorenz, particolarmente con la sua opera “L’anello di re Salomone”, Charles Darwin, con le sue teorie sulla conservazione e gli istinti vantaggiosi, Harry Harlow con i suoi studi sulle scimmie, Robert Hinde che ha indirizzato le sue riflessioni teoriche, e Mary Ainsworth con le sue osservazioni sulle interazioni precoci fra bambini e madri.
Le teorie e le ricerche di Bowlby sono state durante questi anni ampiamente studiate. Confermate sperimentalmente hanno portato a notevoli cambiamenti culturali nell’approccio del rapporto adulto-bambino. Oltre a numerose ricerche indipendenti, le applicazioni più importanti per la teoria dell’attaccamento sono risultate essere la cosiddetta Strange Situation, ideata da Mary Ainsworth negli anni Sessanta e la Adult Attachment Interview concepita da Mary Main nel 1985.
Mary Dinsmore Salter Ainsworth nasce a Glendale (Ohio) il 1° dicembre 1913, è stata una psicologa dello sviluppo, nota per aver portato avanti e ampliato la teoria dell’attaccamento di John Bowlby e per il famoso esperimento della Strange Situation. La Ainsworth morirà all’età di 85 anni a Charlottesville, il 21 marzo 1999, stroncata da un ictus. Bambina di grande intelligenza iniziò a leggere all’età di 3 anni, merito dei genitori che stimolavano e coltivavano la sua grande curiosità. All’età di 15 anni prese in prestito dalla biblioteca un libro di William Mc-Dougall dal titolo “Character and the Conduct of Life”, testo che fu d’ispirazione per il suo futuro nella psicologia. La Ainsworth iniziò a frequentare le lezioni all’Università di Toronto all’età di 16 anni presso la facoltà di psicologia, dove si laureò nel 1935. Conseguì un master nel 1936 ed il dottorato di ricerca nel 1939; rimase ad insegnare presso l’università fino al 1942, anno in cui si arruolò come volontaria nel Corpo d’Armata delle donne canadesi. Il suo ruolo nell’esercito era di esaminatrice e selezionatrice del personale femminile dell’esercito, alla fine del conflitto, nel 1945, fu promossa al grado di Maggiore.
Nel 1950 sposa Leonard Ainsworth, anch’egli laureatosi al Dipartimento di Psicologia dell’Università di Toronto, con il quale migrerà a Londra per permettere al giovane marito di acquisire il dottorato di ricerca. Per 10 anni, fino al 1960, anno del divorzio tra i due, Mary Ainsworth accompagnerà il marito nei suoi viaggi di studio, permettendogli di conoscere e incontrare molti psicologi di fama mondiale tra cui John Bowlby. Fu durante uno di questi soggiorni all’estero, a Kampala in Uganda, che la Ainsworth ebbe la sua prima esperienza di osservazione delle relazioni madre-bambino. Ricoprì numerosi incarichi presso le più prestigiose università americane, fino a stabilirsi definitivamente presso l’Università della Virginia fino al 1992. Ricevette molte onorificenze, tra cui il prestigioso premio dell’American Psycological Association nel 1989 per lo studio e lo sviluppo del bambino.
Durante la scuola di specializzazione, la Ainsworth studiò sotto la guida di Guglielmo Emet Blatz, fondatore e primo direttore dell’Istituto degli studi sul Bambino presso l’Università di Toronto. Fu sotto la direzione di Blatz che la Ainsworth presentò la sua tesi di dottorato in psicologia con un lavoro intitolato: “Valutazione dell’adattamento con riferimento al concetto di sicurezza”. Fu il primo testo in cui comparve il concetto di base sicura, riferito alla famiglia e non ad una specifica figura di attaccamento. Tale concetto è anche alla base delle teorie di Blatz, il quale sottolinea il bisogno del bambino di sviluppare una fiducia di base che gli consenta di usare il genitore come piattaforma di lancio da cui partire nell’esplorazione del mondo. Tra il 1954 e il 1955, in Uganda, la Ainsworth condusse una notevole quantità di osservazioni sulle interazioni precoci diadiche, che influenzarono l’intero corso della sua carriera e i successivi sviluppi della teoria dell’attaccamento. Il suo lavoro più importante si può considerare il paradigma di ricerca della Strange Situation, tramite cui sono stati definiti e verificati sperimentalmente i diversi stili di attaccamento nel bambino, derivati dalle teorizzazioni di Bowlby.
Le teorie di attaccamento studiate nella Strange Situation sono:
L’attaccamento può essere definito come un sistema dinamico di atteggiamenti e comportamenti che contribuiscono alla formazione di un legame specifico fra due persone, un vincolo le cui radici possono essere rintracciate nelle relazioni primarie che si instaurano fra bambino e adulto. Il termine attaccamento, in psicologia, è legato alle ricerche sullo sviluppo e sull’infanzia, in relazione ai legami che si creano con le figure di accudimento. Il primo che si cimentò nello studio del comportamento dei bambini fu John Bowlby, ricercatore britannico di cui si è ampiamente parlato nei paragrafi precedenti.
La Ainsworth, durante la collaborazione con Bowlby, elaborò una situazione sperimentale per determinare il tipo di attaccamento tra la madre il figlio. La situazione, denominata Strange Situation, era suddivisa in 8 episodi, della durata di 3 minuti ciascuno, dove il bambino veniva sottoposto a situazioni potenzialmente generatrici di stress.
La Ainsworth individuò nella Strange Situation i seguenti stili di comportamento:
L’esperimento necessita di un bambino, della madre e di un’assistente sconosciuta al bimbo. Gli 8 episodi si svolgeranno con le caratteristiche sotto descritte:
Dall’osservazione di tutte le fasi della Strange Situation, la Ainsworth definì 4 tipologie di attaccamento, che legano la figura principale di attaccamento e il bambino.
Dalle sperimentazioni con la Strange Situation, Mary Ainsworth e John Bowlby notarono come il comportamento di attaccamento, osservato tra la madre e il bambino, oltre a fornire protezione al piccolo, servisse a costituire una “base sicura” a cui il bambino potesse tornare nelle fasi di esplorazione dell’ambiente circostante. La “base sicura” permette così di promuovere nel bambino un senso di fiducia in se stesso, favorendone progressivamente l’autonomia. Questi esperimenti hanno dimostrato che ogni esperienza di separazione dalla madre, o anche la semplice minaccia di separazione, determinano nel bambino una reazione di protesta ansiosa e una riduzione del comportamento di esplorazione autonomo. Bowlby ipotizzò che diversi disturbi infantili e alcune psicopatologie adulte sono imputabili allo stress provocato da queste esperienze traumatiche. Separazione e minaccia di separazione costituiscono forme di deficit parentale che contribuiscono ad accrescere la dipendenza dalla madre.
Questo articolo è tratto dal libro A scuola di Posturale, pratico manuale di oltre 500 pagine interamente dedicato alla Ginnastica Posturale.
John Bowlby è stato uno psicologo e psicoanalista britannico noto per aver sviluppato la teoria dell'attaccamento, che si concentra sul legame madre-bambino e sull'importanza delle relazioni affettive all'interno della famiglia per lo sviluppo del bambino.
La teoria dell'attaccamento di Bowlby afferma che i bambini hanno un bisogno biologico innato di formare un legame di attaccamento con un caregiver principale (di solito la madre) per garantire la loro sopravvivenza. Questo legame influenza lo sviluppo emotivo e sociale del bambino nel corso della vita.
Bowlby ha identificato quattro fasi principali nello sviluppo dell'attaccamento: pre-attaccamento (0-3 mesi), attaccamento in formazione (3-6 mesi), angoscia da separazione (7-8 mesi) e fase di attaccamento (8-24 mesi).
La Strange Situation è un esperimento ideato da Mary Ainsworth, collaboratrice di Bowlby, per osservare i diversi stili di attaccamento tra madre e bambino. Il bambino viene sottoposto a situazioni di stress controllato (come l'allontanamento della madre e la presenza di un estraneo) per valutare le sue reazioni e il suo comportamento di attaccamento.
Sulla base della Strange Situation, Ainsworth ha identificato tre principali stili di attaccamento: sicuro, insicuro-evitante e insicuro-ambivalente. Successivamente è stato aggiunto un quarto stile, quello disorganizzato/disorientato.