Questo periodo di utilizzo è generalmente seguito da una fase di sospensione, durante la quale l'assunzione delle sostanze viene interrotta. L'obiettivo di questa alternanza tra l'uso e la pausa è quello di minimizzare gli effetti collaterali, permettendo al corpo di "riprendersi" e di ripristinare le sue funzioni ormonali naturali.
Questa articolo (aggiornato al 2025), vuole fornire una visione approfondita su come vengono organizzati i cicli di steroidi anabolizzanti, il motivo per cui è necessario interromperli, i modelli di assunzione più diffusi e le finalità fisiologiche di tali pratiche.
Inoltre, andremo ad esaminare i potenziali effetti collaterali derivanti da un uso irresponsabile di steroidi, unitamente a una riflessione sugli aspetti etici e legali. È importante sottolineare che queste informazioni sono fornite a scopo informativo e non devono sostituire il parere di un medico o di un professionista della salute.
I cicli di steroidi anabolizzanti comportano un programma definito in cui si utilizza uno o più composti steroidei, seguiti da un periodo di sospensione. L'idea fondamentale è che l'organismo si adatta rapidamente all'ingresso di ormoni esogeni, portando a una diminuzione progressiva della risposta anabolica.
La pratica di somministrare farmaci in un modo intermittente e di alternare fasi "on" a fasi "off" è comunemente vista dagli atleti come un modo per:
A scopo puramente descrittivo e informativo, nel seguito dell'articolo esploreremo le dinamiche che regolano la strutturazione dei cicli e le ragioni per cui, nella comunità del bodybuilding e in altri ambiti sportivi, è diventato comune adoptare sequenze specifiche di assunzione.
Il termine "ciclo" associato agli steroidi anabolizzanti deriva dall'osservazione avvenuta diversi decenni fa che un uso costante di queste sostanze tendeva a:
Inoltre, è stato notato che l'interruzione temporanea dell'assunzione favorisce il recupero dell'endocrinologia interna. Infatti, l'asse ipotalamo-ipofisi-gonadi (HPTA) risponde con rapidità all'innalzamento dei livelli di androgeni esterni, riducendo la produzione di testosterone endogeno. Un uso prolungato porta a un continuo stress ormonale, che non solo limita la capacità di produrre testosterone autonomamente, ma può anche generare ulteriori effetti negativi.
Da queste esperienze è nato il concetto di “ciclo”, che di solito prevede un periodo di utilizzo dello steroide di circa 6-12 settimane, seguito da un simile intervallo di pausa. Questo intervallo di riposo ha come scopo fondamentale quello di permettere al corpo di recuperare e ristabilire un equilibrio ormonale sano, limitando i rischi legati all'ipogonadismo secondario e riducendo la necessità di terapie post-ciclo invasive.
La durata media di un ciclo di steroidi anabolizzanti si colloca tra le 6 e le 12 settimane. Tuttavia, esistono numerose varianti in base al tipo di steroidi impiegati, all'esperienza dell'atleta, ai risultati desiderati (come l'ipertrofia muscolare, l'incremento di forza o la definizione) e alla tolleranza individuale a queste sostanze. Al termine della fase "on cycle", di solito si passa a una fase di “off cycle” (o "PCT", terapia post-ciclo), che ha l'obiettivo di:
Nel contesto di molti protocolli, l'off cycle può durare quanto la fase on, ovvero 10-12 settimane. Alcuni atleti, sia amatoriali che professionisti, tendono a realizzare due cicli all'anno (due fasi “on”), considerandola una strategia più sicura rispetto a un uso continuato di steroidi. Questo approccio è visto come un modo per limitare gli effetti negativi sull'organismo e per preservare una certa reattività endogena, che sarebbe gravemente compromessa da un uso prolungato.
È ampiamente riconosciuto in ambito fisiologico che un periodo di pausa dall'uso di steroidi consente al corpo di ripristinare i meccanismi ormonali interni. Questo include la normalizzazione dei modelli di secrezione di ormoni come testosterone, ormone luteinizzante (LH) e ormone follicolo-stimolante (FSH). Inoltre, l'interruzione è utile per ridurre lo stress che altri organi, come il fegato e i reni, possono subire a causa dell'uso di steroidi.
Il "riposo" gioca un ruolo fondamentale per vari motivi:
In sintesi, l'approccio ciclico, caratterizzato da fasi pianificate di assunzione e pausa, mira a ottimizzare i vantaggi anabolici durante il periodo di utilizzo e a ridurre i danni e gli effetti collaterali nelle fasi di riposo.
Un tema comune nei circoli del body building e sui forum online riguarda la proposta di effettuare due cicli all'anno.
Questa pratica, pur necessitando di un'attenta verifica per quanto concerne le informazioni presentate in fonti non scientifiche, potrebbe offrire i seguenti vantaggi:
Un elemento cruciale nei cicli di steroidi anabolizzanti è rappresentato dai recettori androgenici. Presenti nei tessuti muscolari e in altre aree del corpo, questi recettori sono i bersagli attraverso cui gli androgeni (sia endogeni sia esogeni) esercitano la loro azione.
Per prevenire la saturazione dei recettori, i cicli vengono pianificati con periodi brevi di assunzione, seguiti da fasi di riposo che permettono al corpo di ristabilire il proprio equilibrio e ai recettori di ritrovare la loro sensibilità.
Esistono diverse modalità di cicli di steroidi anabolizzanti (da notare che tali pratiche sono illegali e potenzialmente dannose).
Presentiamo qui due modelli noti a scopo puramente informativo: il “ciclo di attacco di 3 settimane” e il “ciclo a piramide”, o diamante.
Questo approccio, frequentemente discusso nelle palestre dove si pratica body building e in alcune pubblicazioni informali, cerca di fornire un'intensificazione rapida di steroidi in un breve lasso di tempo (3 settimane), seguita da una sospensione per consentire al corpo di recuperare.
L'idea alla base del ciclo di attacco di 3 settimane è sovraccaricare il sistema con una dose massiccia di steroidi anabolizzanti per un periodo limitato, con l'obiettivo di stimolare una rapida crescita muscolare e un aumento della forza. La durata ridotta del ciclo mira a minimizzare l'esposizione agli steroidi e a ridurre il rischio di effetti collaterali a lungo termine, come la soppressione della produzione naturale di testosterone.
Tuttavia, questa strategia presenta delle criticità. In primo luogo, l'elevato dosaggio di steroidi utilizzato nel ciclo di attacco di 3 settimane può aumentare significativamente il rischio di effetti collaterali, come danni epatici, problemi cardiovascolari e squilibri ormonali . In secondo luogo, la breve durata del ciclo potrebbe non essere sufficiente per ottenere risultati significativi e duraturi in termini di ipertrofia muscolare. Inoltre, il rapido "shock" ormonale causato dall'assunzione di steroidi per 3 settimane può rendere più difficile il recupero del sistema endocrino durante la fase di post-ciclo (PCT).
Un altro aspetto da considerare è che non tutti gli steroidi anabolizzanti sono adatti al ciclo di attacco di 3 settimane. Alcuni steroidi, in particolare quelli iniettabili con un'emivita lunga, richiedono più tempo per raggiungere concentrazioni efficaci nel sangue . Pertanto, in questo tipo di ciclo si prediligono steroidi ad azione rapida, come il Dianabol o il Winstrol, che possono essere assunti per via orale. Tuttavia, gli steroidi orali sono generalmente più tossici per il fegato rispetto a quelli iniettabili.
In sintesi, il ciclo di attacco di 3 settimane è una strategia "ad alto rischio e alto rendimento" che può portare a risultati rapidi ma temporanei, a scapito di un aumentato rischio di effetti collaterali. È fondamentale valutare attentamente i pro e i contro prima di intraprendere un ciclo di questo tipo, e affidarsi a un professionista qualificato per la pianificazione del dosaggio e del PCT.
Settimana | Steroide | Dosaggio (mg/die) | Note |
---|---|---|---|
1-3Dianabol | 30-50 | Steroide orale ad azione rapida | |
PCT (4 settimane) | Clomifene Citrato | 50 mg/die | Terapia post-ciclo |
Esempio di Ciclo di attacco di 3 settimane
Un altro modello noto è il ciclo a piramide, o ciclo “diamante”.
In questa strategia, si inizia con un dosaggio ridotto di uno o più steroidi, per poi aumentare progressivamente la dose nel tempo (spesso 4-6 settimane), fino a raggiungere un apice (la “punta” del diamante) prima di ridurre gradualmente l'assunzione, fino a riprendere zero.
L'obiettivo di questa strategia è quello di acclimatare lentamente l'organismo a dosi iniziali moderate, evitando bruschi sbalzi ormonali, in particolare all'inizio e alla fine del ciclo. Il “picco”, previsto per il centro del ciclo, serve a massimizzare gli effetti anabolici in un periodo in cui i recettori androgenici risultano ancora sufficientemente reattivi. La fase discendente contribuisce a una transizione più graduale, riducendo potenzialmente gli effetti collaterali e rendendo il passaggio al periodo di pausa meno traumatico.
Infine, un ciclo che prevede più fasi di dosaggio consente di “combinare” diversi steroidi con tempi di azione differenti, mirando a ottimizzare forza, massa e qualità muscolare, mentre si cerca di minimizzare certi rischi, come la ritenzione idrica e la ginecomastia. In alcuni protocolli definiti "diamante", si introducono anche altri farmaci (antiestrogeni, epatoprotettori e vari integratori) nelle fasi centrali o finali, al fine di monitorare e controllare specifici effetti collaterali. Un esempio di una tale combinazione potrebbe includere l'uso di testosterone iniettabile a lunga durata d'azione, accoppiato con uno steroide orale rapido come il Dianabol (Metandrostenolone), insieme a un antiaromatasico per gestire i livelli di estrogeni. Verso la conclusione del ciclo, si tende a ridurre i composti più tossici, mantenendo solo un testosterone a basse dosi fino a completare il ciclo.
Settimana | Steroide | Dosaggio (mg/settimana) | Note |
---|---|---|---|
1-2 | Testosterone Enantato | 250 | Inizio graduale |
3-6 | Testosterone Enantato | 500 | Picco del ciclo |
7-8 | Testosterone Enantato | 250 | Riduzione graduale |
9-10 | Testosterone Enantato | 125 | Fine del ciclo |
PCT (4 settimane) | Clomifene Citrato | 50 mg/die | Terapia post-ciclo |
Esempio di Ciclo a piramide (Ciclo diamante)
Nella pratica comune, è raro che un ciclo di steroidi anabolizzanti consista nell'utilizzo di un solo composto. È consueto “stackare” diversi farmaci con l'intento di:
Sebbene la logica di utilizzare più molecole possa apparire razionale, è fondamentale considerare che ogni farmaco porta con sé i propri rischi, aumentando così i potenziali danni cumulativi.
Inoltre, l'impiego di molteplici principi attivi all'interno dello stesso ciclo complica notevolmente la gestione della fase post-ciclo e l'identificazione di eventuali reazioni avverse o interazioni indesiderate.
Non è possibile discutere i cicli di steroidi anabolizzanti senza esaminare a fondo i loro effetti collaterali.
Anche se molti atleti cercano di ridurre i rischi attraverso strategie come cicli brevi o l'uso di farmaci epatoprotettori, è importante riconoscere che ogni utilizzo di steroidi a scopo dopante comporta dei pericoli. Eccone alcuni:
NonSoloFitness, in linea con la propria filosofia, promuove uno stile di vita sano e un approccio all'attività fisica basato su:
Pur riconoscendo che nel panorama del fitness esiste un ricorso (spesso sommerso) all'uso di steroidi, la nostra posizione è fortemente orientata al rispetto della salute e delle normative vigenti. Ciò significa scoraggiare l'assunzione di sostanze dopanti e promuovere, al contrario, un percorso di crescita fisica basato su metodi naturali e su una programmazione scientificamente sostenibile.
Tuttavia, sappiamo che l'informazione è fondamentale, ed è per questo che riteniamo opportuno fornire una descrizione, la più obiettiva e completa possibile, delle logiche di utilizzo di steroidi in un contesto dopante. Conoscere i meccanismi, i rischi e le motivazioni può essere uno strumento per far comprendere meglio quanto può essere insidioso e complesso il ricorso a questi farmaci.
È importante chiarire che gli steroidi anabolizzanti non sono prodotti creati unicamente per l'uso dopante. Esistono situazioni mediche in cui essi vengono prescritti sotto stretto controllo specialistico, ad esempio in caso di:
In tali casi, la posologia e la durata del trattamento sono determinate dal medico, che valuta costantemente rischi e benefici. L'uso terapeutico non segue necessariamente le logiche dei “cicli” di cui parliamo in questo articolo, poiché si cerca di normalizzare una funzione carente più che di massimizzare la performance.
Il problema sorge quando atleti o appassionati di fitness acquistano illegalmente steroidi anabolizzanti per incrementare massa e forza in tempi ridotti, ignorando o sottovalutando completamente i rischi associati a un'assunzione non controllata.
Abbiamo accennato alla questione dei recettori androgenici, ma merita un breve approfondimento. Gli steroidi anabolizzanti si legano principalmente al recettore degli androgeni (AR), che, una volta attivato, si sposta nel nucleo della cellula e agisce sulla trascrizione genica, promuovendo sintesi proteica e conseguente ipertrofia muscolare.
Il corpo, tuttavia, ha meccanismi di regolazione finemente tarati per prevenire eccessi di segnalazione, come:
Quando l'assunzione di steroidi è continua e i livelli ematici di ormoni anabolizzanti restano cronicamente elevati, il corpo tenta di limitare i danni diminuendo la sensibilità recettoriale. Questo è uno dei principali motivi per cui molti atleti notano un crollo dei progressi, se prolungano troppo la fase on. È anche la ragione per cui, negli anni, si è consolidata la prassi di inserire periodi di sospensione, poiché, in teoria, questo dovrebbe consentire un reset parziale della sensibilità recettoriale.
Inoltre, cicli eccessivamente lunghi possono portare a una condizione in cui perfino gli androgeni endogeni (testosterone naturale) non trovano più recettori pronti ad attivarli correttamente. È in questo scenario che iniziano i problemi di ipogonadismo e di calo drammatico della libido quando si smette il ciclo di steroidi: l'organismo non solo ha abbassato la produzione endogena di testosterone, ma i recettori stessi sono diventati meno recettivi.
Quando si parla di cicli con steroidi anabolizzanti, entra in gioco anche la variabile del dosaggio. Nei discorsi da palestra o sui forum, si menzionano spesso “mg a settimana” per i vari composti (es. 500 mg di testosterone, 400 mg di nandrolone, 50 mg di Dianabol al giorno, e così via). Queste cifre possono sembrare piccole, ma vanno contestualizzate in un quadro complessivo:
La frequenza di somministrazione, infine, dipende dalla vita attiva dei vari steroidi. Alcuni, come il testosterone enantato, hanno un'emivita relativamente lunga (5-7 giorni), permettendo un numero limitato di iniezioni settimanali.
Altri, come il propionato di testosterone, richiedono un'iniezione quasi quotidiana. A livello orale, Dianabol o Winstrol possono avere un'emivita di poche ore, necessitando somministrazioni multiple durante la giornata. Pianificare la frequenza e la combinazione di diverse molecole diventa un'operazione complessa, che nella prospettiva del doping richiede competenze chimiche, farmacologiche e di fisiologia—oltre a un monitoraggio continuo di possibili reazioni avverse.
Una componente chiave in un ciclo di steroidi anabolizzanti è il post-ciclo (PCT, Post Cycle Therapy). Quando si interrompe l'assunzione, i livelli di androgeni esogeni calano velocemente, ma il corpo si trova in uno stato di forte soppressione della sintesi endogena di testosterone. Ne consegue il rischio di un “vuoto androgenico” che può portare a:
Per ovviare a questo, si utilizzano farmaci come il clomifene citrato e il tamoxifene, che agiscono sui recettori degli estrogeni, stimolando a cascata la secrezione di LH e FSH e promuovendo un riavvio della produzione di testosterone endogeno. Alcuni atleti adoperano anche inibitori dell'aromatasi (come l'anastrozolo) o l'ormone corionico gonadotropico (hCG), benché quest'ultimo sia oggetto di controversie sul suo uso e su quando andrebbe somministrato.
Il successo del PCT dipende da vari fattori: la durata del ciclo, il tipo di steroidi impiegati, le dosi utilizzate, le caratteristiche individuali dell'atleta. Anche se il PCT può aiutare a mitigare i danni, non sempre è in grado di ripristinare del tutto la funzionalità ormonale. Soprattutto in cicli lunghi o ad alte dosi, la piena ripresa dei livelli fisiologici di testosterone può richiedere mesi o addirittura anni, e in alcuni casi può non avvenire mai in modo completo.
Dal punto di vista delle performance, i cicli di steroidi anabolizzanti, quando ben strutturati, possono portare a miglioramenti notevoli: aumento della massa magra, della forza, riduzione dei tempi di recupero e miglior densità muscolare. Eppure, un uso continuo o eccessivo tende a generare una sorta di dipendenza psicologica, poiché l'atleta si abitua a risultati rapidi e tangibili. Una volta tornato “naturale”, molti trovano difficoltà a mantenere il livello di performance raggiunto, sviluppando frustrazione o addirittura episodi di depressione (spesso definiti “crash post-ciclo”).
Questa dipendenza mentale può spingere alcuni a ridurre i periodi off o ad aumentare progressivamente le dosi, alimentando un circolo vizioso in cui la salute viene sacrificata in nome del miglioramento estetico o prestazionale. Da qui, la necessità di ribadire che un approccio professionale e consapevole (nei rari casi in cui l'uso di steroidi è medico-terapeutico) è l'unico modo per evitare danni gravi, e che in ambito sportivo agonistico l'utilizzo è vietato e sanzionato.
Non va dimenticato che, nella maggior parte dei Paesi, il possesso e l'uso di steroidi anabolizzanti senza prescrizione medica è illegale. In ambito sportivo, la World Anti-Doping Agency (WADA) e altre organizzazioni internazionali bandiscono queste sostanze, prevedendo severe penalizzazioni per chi risulti positivo ai controlli antidoping.
Da un punto di vista etico, l'uso di steroidi rappresenta una violazione del fair play, in quanto fornisce un vantaggio “sleale” rispetto a chi si allena e compete senza ricorrere a farmaci che alterino artificialmente la propria fisiologia. Anche nel bodybuilding amatoriale, seppur non esistano controlli rigidi come in ambito professionistico, il ricorso a steroidi è comunque una scelta che solleva interrogativi sulla sostenibilità a lungo termine di un modello di fitness basato su sostanze e protocolli potenzialmente rischiosi.
Un adeguato programma di prevenzione e di educazione, rivolto specialmente ai giovani che si avvicinano al mondo della palestra e del fitness, risulta fondamentale. Troppo spesso, infatti, i neofiti cercano scorciatoie per guadagnare massa muscolare e forza, imitando atleti o influencer che mostrano fisici statuari senza rivelare i mezzi utilizzati per ottenerli. Le conseguenze sulla salute possono essere devastanti, specialmente se si ignorano le norme igieniche di base (in caso di iniezioni), si comprano steroidi di dubbia provenienza online o tramite canali illeciti, e si utilizzano dosaggi a casaccio senza alcun monitoraggio medico.
Cicli con steroidi anabolizzanti non dovrebbero mai essere intrapresi senza conoscere a fondo i potenziali pericoli e senza un controllo professionale (quando consentito dalla legge e nei rarissimi casi in cui vi siano ragioni mediche). Ecco perché la formazione e l'informazione corretta rimangono i pilastri su cui costruire un fitness sano e una cultura sportiva limpida.
I cicli con steroidi anabolizzanti costituiscono un argomento complesso, che intreccia aspetti fisiologici, farmacologici, legali ed etici. La loro struttura, basata su periodi di somministrazione alternati a fasi di riposo, nasce dall'esigenza di:
In ultima analisi, l'uso di steroidi anabolizzanti si scontra con questioni di legalità, salute e correttezza sportiva. Ogni scelta in tal senso, seppur individuale, ha ricadute che vanno oltre il singolo gesto e coinvolgono la sicurezza personale e l'integrità di una disciplina. NonSoloFitness promuove da sempre la cultura dello sport pulito, nella convinzione che i risultati migliori siano quelli ottenuti con dedizione, perseveranza e intelligenza nell'allenamento e nella nutrizione, piuttosto che attraverso scorciatoie dopanti che possono avere un costo molto alto nel lungo termine.
La scelta di ricorrere a cicli con steroidi anabolizzanti dovrebbe tenere conto di tutti questi fattori: non basta una strategia per massimizzare i guadagni muscolari senza affrontare in modo serio e documentato i rischi e l'impatto di tali sostanze sull'organismo. Laddove sussistano ragioni mediche per un eventuale impiego, è imprescindibile la supervisione di un professionista qualificato, mentre in contesto sportivo-ricreativo o agonistico rimangono rilevanti i limiti etici e legali.
Ricordiamo, infine, che il miglioramento delle prestazioni non deve mai prescindere dal benessere fisico e mentale dell'atleta: inseguire a tutti i costi l'ipertrofia o il record di forza rischia di compromettere la salute, cosa che non dovrebbe mai essere il prezzo da pagare per un traguardo effimero. In quest'ottica, informarsi e agire responsabilmente diventa il vero, grande obiettivo di una formazione consapevole, che NonSoloFitness si impegna a sostenere con tutte le sue forze.
I cicli con steroidi anabolizzanti vengono pianificati con fasi “on” e “off” per ottimizzare l’effetto anabolico ed evitare la saturazione dei recettori androgenici
L’iperstimolazione continua riduce la reattività recettoriale, innescando processi di downregulation che limitano sia l’efficacia degli androgeni esogeni sia di quelli endogeni
Il PCT è cruciale per ristabilire i livelli ormonali naturali, prevenire la perdita di massa e minimizzare rischi come ginecomastia e calo della libido
I cicli con steroidi anabolizzanti prevedono l’alternanza di fasi di assunzione e sospensione, con l’obiettivo di ottimizzare l’effetto anabolico, limitare i danni epatici e ridurre la saturazione recettoriale. Questi protocolli includono strategie di PCT e possono combinare più farmaci per massimizzare la performance sportiva e favorire l’ipertrofia muscolare. Tuttavia, tale pratica implica rischi legali e sanitari, oltre a potenziali danni ormonali e cardiovascolari.