Gli estratti vegetali o fitoestratti sono preparazioni a base di piante medicinali, ovvero piante contenenti principi attivi in grado di agire sul metabolismo del corpo umano. Questi prodotti vengono ottenuti attraverso processi di varia natura che consentono l’estrazione e la concentrazione dei componenti. Oggi vengono ottenuti con metodiche che garantiscono la standardizzazione dell'estratto e forniscono un prodotto finale sicuro e a concentrazione nota di principi attivi. Infatti una delle grandi incognite dei fitoestratti è il reale contenuto in principi attivi, in quanto non sono sostanze prodotte sinteticamente, ma dalle piante, di conseguenza senza le opportune analisi di controllo non è possibile conoscere questi valori.
Un estratto vegetale di qualità deve recare sulla confezione il reale contenuto in sostanze attive in modo che sia possibile fare una comparazione con i prodotti simili. Un integratore vegetale che non presenta questi dati è sicuramente di scarso valore e non è il caso di acquistarlo.
Le parti utilizzate per realizzare un estratto vegetale variano da pianta a pianta (foglie, fiori, frutti, semi, corteccia, rizoma, radice o pianta intera), dato che i vari costituenti chimici possono essere localizzati in diverse parti della pianta.
Diversi estratti vegetali sono utilizzati come integratori anche in cAMPo sportivo.
Sono stimolanti, energizzanti e dimagranti le sostanze che attraverso la stimolazione del sistema nervoso simpatico danno energia, alzano il metabolismo e di conseguenza hanno anche effetti sul dimagrimento.
Inoltre esistono alcuni principi vegetali che pur non agendo sul sistema nervoso sono utilizzate con lo stesso fine, in questo caso agiscono direttamente sul metabolismo dei substrati energetici ed hanno comunque azione energizzante e/o dimagrante.
Queste sostanze sono utilizzate dagli atleti per fini diversi:
L'acido idrossicitrico (HCA) è un principio attivo estratto dal frutto della pianta garcinia cambogiana ed è in grado di bloccare la sintesi di lipidi. Esso agisce diminuendo la trasformazione degli zuccheri in grassi nel fegato e in altri tessuti (tessuto adiposo, intestino tenue etc.) riducendo la produzione di colesterolo e trigliceridi (fino al 27%).
Bloccando un enzima (citrato liasi) questa sostanza impedisce che gli zuccheri e altri substrati in eccesso vengano trasformati in grassi dai suddetti organi e poi depositati. Questo comporta una riduzione dell'accumulo di grassi, inoltre l'organismo, avendo a disposizione una grossa quantità di energia derivante dalla demolizione completa degli zuccheri attraverso il ciclo dell'acido citrico, non sente il bisogno di ingerire ulteriore cibo, con conseguente, diminuzione del senso dell'appetito.
L’HCA viene usato dagli atleti per favorire il dimagrimento nel caso si debba perdere peso, oppure per migliorare la performance negli sport di endurance. L’effetto lipolitico è stato sufficientemente dimostrato, però non è ancora ben chiaro se questa sostanza possa effettivamente migliorare le capacità fisiche.
Partendo dalla teoria che l’inibizione del citrato liasi possa incrementare le capacità aerobiche e l’ossidazione lipidica, alcuni studi in tale direzione sono stati fatti su vari atleti e la maggior parte dei risultati ottenuti evidenzia che l’HCA incrementa l’ossidazione dei grassi durante l’attività sportiva. Ciò in teoria fa supporre che sia possibile migliorare le capacità aerobiche, tuttavia gli studi condotti sino ad ora non sono in grado di dimostrare se questo effetto possa effettivamente migliorare la performance di endurance.
0,5/3 gr al giorno suddivisi in due o più somministrazioni da assumere 30 minuti prima dei pasti.
La caffeina è una trimetilxantina, un alcaloide naturale presente nelle piante di caffè, cacao, tè, cola, guaranà e matè.
Questa sostanza è uno stimolante del sistema nervoso centrale ed è usata per contrastare stanchezza e sonnolenza.
La caffeina è metabolizzata nel fegato dove viene convertita in tre dimetilxantine, ognuna delle quali ha un effetto diverso:
La caffeina agisce da antagonista sui recettori dell’adenosina. Si ha come risultato un aumento dei livelli di adrenalina e noradrenalina che a loro volta aumentano il metabolismo, la frequenza cardiaca e la pressione arteriosa.
Nelle cellule endoteliali vasali questa sostanza aumeta il rilascio intracellulare di calcio e la produzione di ossido nitrico. Inoltre è un inibitore delle fosfodiesterasi, questi enzimi disattivano il cAMP (AMP ciclico), questa sostanza è un secondo messaggero intracellulare responsabile dell’azione di diversi ormoni e neurotrasmettitori, bloccandone la disattivazione la caffeina ne prolunga l’attività. Infine la caffeina è anche antagonista dei recettori GABA, neurotrasmettitore inibitore del sistema nervosi centrale.
I metaboliti della caffeina contribuiscono a potenziarne l'effetto.
Sul sistema nervoso la caffeina ha un effetto stimolante, di miglioramento dei riflessi e delle capacità cognitive e di concentrazione e ha anche un’azione analgesica.
Questa sostanza viene utilizzata anche come coadiuvante nelle terapie dimagranti. Diversi studi hanno confermato tale proprietà per effetto stimolatorio sul metabolismo basale.
Con applicazioni topiche sulla cute tramite cosmetici specifici (creme, gel e patch), viene usata anche nel trattamento delle adiposità localizzate.
L'utilizzo prolungato di caffeina porta a tolleranza.
La caffeina è sicuramente l’ergogeno più studiato. Centinaia di ricerche sono state condotte per verificarne le potenzialità sugli atleti. Questa sostanza risulta essere un valido aiuto per incrementare la performance in tutte le discipline sportive. Dai giochi di squadra agli sport di endurance passando agli sport anaerobici e di forza.
La caffeina in diversi studi evidenzia la capacità di migliorare le performance anaerobiche come salti, sprint, test di esaustione, test isocinetici ed esercizi con i pesi di forza massimale e forza resistente. Nelle performance anaerobiche la caffeina sembra più efficace in quelle prove di durata compresa tra i 60 ed i 180 secondi. Bisogna aggiungere che alcuni studi non hanno evidenziato questi effetti però queste ricerche sono una stretta minoranza e diverse riguardano persone non allenate, pertanto si può supporre che la caffeina sia scarsamente efficace nell’incrementare le capacità anaerobiche in persone senza allenamento.
Numerosissimi sono gli studi che evidenziano come la caffeina sia in grado di migliorare le capacità degli atleti negli sport di endurance. Sicuramente le discipline di questo tipo sono quelle che beneficiano di più dalla supplementazione di caffeina, tant’è vero che questa sostanza oltre certi livelli ematici è inserita nell’elenco delle molecole dopanti.
Attualmente un atleta risulta positivo ai controlli antidoping quando la concentrazione di caffeina nelle sue urine supera i 0.012 mg/ml (= 12 mcg/ml). Non é facile stabilire con esattezza quale sia la dose di assunzione in grado di far superare tale soglia ma sembra plausibile che ciò si verifichi con l’ingestione di un quantitativo di sostanza superiore ai 6 mg per kg di peso corporeo in 2 ore.
La caffeina è utilizzata anche per favorire il dimagrimento, in realtà la sua reale efficacia in tal senso non sembra essere particolarmente significativa se non viene assunta insieme ad altri termogenici. Per questa ragione sono commercializzati tanti prodotti contenenti un mix di sostanze stimolanti per promuovere il dimagrimento come caffeina, sinefrina, Capsaicina, tè verde ecc. Numerosi studi hanno mostrato che l’associazione caffeina efedrina risulta particolarmente efficace per raggiungere questo fine, però l’efedrina attualmente non è contemplata nelle sostanze di libera vendita utilizzabili come integratori alimentari a causa degli elevati rischi che comporta la sua assunzione.
Diversi studi evidenziano come l’associazione di caffeina con creatina abbia un effetto ergogeno sinergico. Sostanzialmente la creatina assunta con la caffeina aumenta le capacità di performance anaerobiche in misura maggiore rispetto all’assunzione di sola creatina. Queste ricerche vanno a confutare le precedenti teorie secondo le quali la caffeina riduceva l’assimilazione della creatina e di conseguenza ne riduceva le potenzialità.
3/6 mg per kg di peso 30 minuti prima della competizione, dosaggi superiori sembrano non aumentare gli effetti e possono superare il limite consentito dal regolamento antidoping.
100/200 mg una o più volte al giorno per alcune settimane in associazione con altri termogenici per favorire il dimagrimento.
La Capsaicina è un alcaloide derivato dal peperoncino, detto anche pepe di Cayenna. Questa sostanza è responsabile del sapore piccante dei peperoncini. I peperoncini contengono un gruppo di sostanze chimiche chiamate Capsainoidi di cui la più importante è la Capsaicina.
Come tutti i Capsainoidi, la Capsaicina è una sostanza irritante nei mammiferi, incluso l'uomo, e produce una sensazione di bruciore nelle mucose responsabile dell’effetto piccante.
Per neutralizzare il bruciore nella bocca, i metodi più efficaci sono l’ingestione di zucchero o di grassi; anche la masticazione del pane aiuta, in quanto rimuove per azione meccanica la Capsaicina, mentre la caseina contenuta nei formaggi la lega, rendendola inattiva. Non essendo molto solubile in acqua, bere acqua non aiuta.
È una sostanza in grado di attivare la crescita delle cellule epiteliali della cute, è utile anche per contrastare la caduta dei capelli e stimolarne la crescita.
Svolge un'azione stimolante e decongestionante, migliora l’elasticità delle arterie e riduce l’ipertensione, ha proprietà antinfiammatorie, antiossidanti, antipruriginose. In farmacia si trova inclusa in pomate contro i dolori.
Favorisce la perdita di peso promuovendo la liberazione di acidi grassi dalle cellule adipose.
La Capsaicina viene utilizzata come coadiuvante nel dimagrimento dagli atleti che devono perdere peso. Questa sostanza è spesso contenuta nei complessi termogenici (prodotti a base di diversi stimolanti metabolici che favoriscono il dimagrimento ed il senso di energia). Sembra particolarmente efficace nel favorire il dimagrimento nel giro vita.
Diversi studi evidenziano come la Capsaicina ed i casainoidi siano in grado di migliorare le performance di endurance negli animali. Tuttavia i pochi studi condotti sugli atleti non danno risultati altrettanto soddisfacenti, quindi se esistono reali benefici in termini di miglioramento della performance in seguito all’utilizzo di questa sostanza sono ancora da dimostrare.
5/40 mg due o più volte al giorno preferibilmente la mattina e 30 minuti prima di fare attività fisica.
Il chitosano è un polisaccaride contenuto nel guscio dei crostacei. Questa sostanza lega i gruppi carbossili negativi degli acidi grassi liberi e degli acidi biliari riducendone l’assorbimento enterico aumentando la secrezione lipidica con le feci. Questa proprietà si esplica solo con i grassi, evitandone l’assorbimento.
Viene utilizzato per trattare le dislipidemie in quanto riduce i livelli ematici di colesterolo e trigliceridi.
Diversi studi hanno inoltre dimostrato che favorisce la perdita di peso e il dimagrimento. La sua azione è rafforzata dalla presenza di garcinia cambogiana (acido idrossicitrico), pertanto molti prodotti commerciali sono basati sull’associazione di queste sostanze.
Può limitare l’assorbimento di farmaci e altri principi attivi.
Il chitosano viene utilizzato dagli atleti come coadiuvante nella perdita di peso e nel dimagrimento.
0,5/1 gr 2 o 3 volte al giorno durante i pasti principali, meglio se associata ad acido idrossicitrico o garcinia cambogiana.
La forskolina è un diterpene estratto dalla pianta indiana coleus forskholii. Questa sostanza è dotata di azione stimolatoria dell´enzima adenilato-ciclasi che determina un aumento della concentrazione cellulare del secondo messaggero AMP-ciclico (cAMP), con conseguente stimolazione di tutti gli effetti biochimici ad esso correlate. Questo enzima è un vettore che attiva la risposta cellulare a diversi ormoni e ad altri segnali extracellulari.
Gli effetti dell’ AMP-ciclico si sviluppano su molteplici tessuti e variano dalla broncodilatazione alla vasodilatazione con conseguente effetto antipertensivo, dalla riduzione dell´infiammazione ad un effetto inotropo positivo a livello cardiaco, dalla riduzione dell’antiaggrazione piastrinica all’attività antiglaucoma, dall’attività antiallergica alla riduzione della risposta immunitaria. Recentemente sono stati studiati gli effetti di Coleus forskohlii, sulla variazione del rapporto massa magra/massa grassa, verificando che questa pianta favorisce il dimagrimento.
Diversi sono i processi che portano a questo risultato:
Sono in fase di studio possibili impieghi della forskolina nella terapia delle patologie neurodegenerative come il Parkinson, nei disturbi dell’umore ed in alcune forme di tumori ed in particolare nella prevenzione delle metastasi.
Da alcuni studi è emerso che la forskolina aumenta la massa magra, la densità ossea, la secrezione di testosterone e riduce la massa grassa. Per queste ragioni è utilizzato dagli atleti, soprattutto i body builder, per migliorare la composizione corporea favorendo la crescita muscolare e la definizione. Sebbene le premesse siano buone per esprimere un parere definitivo sulla reale capacità di questa sostanza di promuovere cambiamenti nella composizione corporea occorrono ulteriori ricerche.
Analizzando in modo più approfondito i possibili effetti della forskolina possiamo dire che la capacità di questa sostanza di attivare il metabolismo e ridurre il grasso corporeo è cosa ormai assodata, resta invece ancora da confermare la possibilità di promuovere la crescita dei tessuti muscolari anche se i dati sino ad ora raccolti lasciano ben sperare.
10/20 mg 2 o 3 volte al giorno per diverse settimane.
La fucoxantina è un pigmento vegetale di tipo xantofilla, un carotenoide tipico delle alghe brune a cui conferisce la caratteristica colorazione, sovrapponendosi alle tonalità verdi della clorofilla. Le più comuni fonti di fucoxantina sono l'Undaria pinnatifida (wakame), la Laminaria japonica (Ma-kombu) e l'Hijikia fusiformis (Hijiki), sono tutte alghe brune provenienti dal Giappone.
Tale sostanza è tuttora oggetto di studio per le possibili applicazioni nella lotta al sovrappeso e all'obesità. Diverse ricerche su animali mostrano che questa sostanza favorisce la riduzione del grasso. L’effetto sembra legato alla capacità di aumentare l’espressione genica di una proteina, chiamata UCP1 che aumenta l'utilizzo dei grassi di deposito a scopo termogenetico. Sempre secondo queste ricerche, la fucoxantina sembra stimolare la produzione di acido docosaesaenoico (DHA) e sembra aumentare la sensibilità delle cellule all'insulina riducendo inoltre la produzione di citochine proinfiammatorie. Bisogna aggiungere che le dosi di fucoxantina utilizzate in questi esperimenti sono decisamente elevati, difficile da riproporre proporzionalmente sull’uomo.
Ovviamente per affermare con certezza che la fucoxantina favorisca il dimagrimento è necessario eseguire degli studi sull’uomo, quindi allo stato attuale non sono ancora ben chiare le reali capacità.
Diverse ricerche su questa sostanza evidenziano inoltre possibili proprietà antitumorali.
La fucoxantina viene inserita nei complessi termogenici utilizzati dagli atleti per favorire la perdita di peso. Tuttavia non esistono ancora studi sull’uomo che confermino queste capacità.