Mal di schiena e obesità: allarme fra i giovani

Di Fabio Marino

Siamo una popolazione fortemente colpita da mal di schiena e obesità a partire già dall’infanzia.Tutti i dati evidenziano una situazione critica a cui occorre porre rimedio con la prevenzione

Italiani popolo di malati o potenzialmente tali. È questo il quadro che emerge analizzando i dati di diversi studi, nazionali ed europei, che ci inquadrano come una popolazione fortemente colpita sia da problemi osteo-muscolari che dall'obesità. A preoccupare maggiormente è il fatto che negli ultimi decenni si è evidenziato un aumento del mal di schiena già in bambini fra i 6-7 anni e tra i ragazzi compresi nella fascia d'età fra gli 11 e i 15 anni. Nell'ambito della campagna europea della sicurezza sul lavoro dedicata, per l'anno 2007, è stata presentata una ricerca condotta dall'AIFOS, Associazione Italiana Formatori della Sicurezza sul Lavoro, su un campione nazionale di 1333 giovani studenti della scuola secondaria di II grado, la quale ha evidenziato che i disturbi muscolo-scheletrici colpiscono oltre il 90% degli studenti intervistati di cui il 23,5% si è fatto male, nell'ultimo anno, sollevando o spostando un peso, il 17,2% ha avuto mal di schiena, il 7% ha avuto un infortunio ai piedi, mentre il 68% lamenta un infortunio di altra natura (postura scorretta, incidenti fuori dal contesto scolastico).

Secondo una ricerca effettuata nel 2008 dall'Albo degli Optometristi e da Federottica con la collaborazione dell'Università del Salento, in Italia il 95% dei bambini tra 6 e 10 anni assume atteggiamenti scorretti nella lettura, nella scrittura e nella postura, tenendo una distanza di lettura e scrittura inadeguata già dalla prima classe della scuola primaria; inoltre tre bambini su quattro che usano il personal computer soffrono di disagi visivi e posturali.

Dalle indagini effettuate dal Sistema di sorveglianza OKkio alla SALUTE, promosso dal Ministero della Salute e dal CCM (Centro per il controllo e la prevenzione delle malattie) che indaga con indagini periodiche lo stato ponderale dei bambini di 8-9 anni della classe terza della scuola primaria, dei loro stili alimentari, dell'abitudine all'esercizio fisico e delle iniziative scolastiche favorenti la sana nutrizione e l'attività fisica, è emerso che l'Italia resta ai primi posti d'Europa per l'eccesso ponderale infantile. Nel 2012 hanno partecipato al progetto 2.622 classi, 46.483 bambini e 48.668 genitori, distribuiti in tutte le regioni italiane, dalle indagini è emerso che: il 22,2% dei bambini è risultato in sovrappeso e il 10,6% in condizioni di obesità, con percentuali più alte nelle regioni del centro e del sud.

Tali dati evidenziano il bisogno e la necessità di dover cambiare decisamente rotta e strategia di intervento. I costi per la spesa sanitaria sono elevatissimi, per ridurli basterebbe attuare dei programmi di intervento mirati e continui a partire dalla prima infanzia. La scuola deve essere sì luogo di cultura e formazione del sapere ma anche imprescindibile sede per la prevenzione della salute. Non possono e non devono bastare dei semplici progetti mensili di promozione dell'attività fisica o corretta alimentazione che, seppur meritevoli, non presentano quelle caratteristiche di longevità e continuità che sono indispensabili per prevenire i fenomeni citati.

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In Italia le ore dedicate all'insegnamento dell'attività motoria sono esigue, in alcune scuole del tutto assenti o affidate a soggetti senza alcuna preparazione specifica per la materia. A cosa serve avere 34 corsi di laurea in scienze motorie sparsi in tutto il territorio se poi non si permette a chi studia di mettere a frutto le competenze acquisite?

Il rischio è che la situazione continui a peggiorare se non si deciderà di intervenire. Le cattive posture mantenute a lungo, come quando i bambini guardano la televisione o utilizzano i videogiochi, il sollevamento dei carichi in maniera errata, come nell'utilizzo dello zaino da parte degli studenti, e la posizione seduta prolungata nel tempo, davanti al pc o ai libri, determinano progressivamente delle alterazioni nella colonna vertebrale. Una volta raggiunta l'età della maturazione ossea il rischio è la presenza di un dismorfismo, cioè di un'alterazione ormai stabile e irriducibile.

Allo stesso modo obesità e sovrappeso rappresentano un fattore di rischio per l'insorgere di patologie croniche come le malattie cardiovascolari, il diabete o l'ictus.

È necessaria un'educazione preventiva che parta dai genitori e insegnanti per arrivare poi ai bambini. L'Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda: per bambini e ragazzi (5 – 17 anni): almeno 60 minuti al giorno di attività moderata–vigorosa, includendo almeno 3 volte alla settimana esercizi per la forza che possono consistere in giochi di movimento o attività sportive.

È indispensabile che parte di queste ore di attività fisica venga fatta all'interno delle scuole e che soprattutto sia affidata a persone competenti in materia. All'interno dell'orario curricolare potrebbero essere inserite delle lezioni dedicate a spiegare la corretta alimentazione, come studiare, stare seduto e tenere lo zaino. Seguendo queste semplici indicazioni si potrebbero prevenire gran parte delle problematiche che abbiamo esposto. Prevenire è sempre meglio che curare.

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