L'attività fisica rallenta l'invecchiamento

Di Margherita Tattoli

L'attività fisica nella terza età svolge un ruolo preventivo e riabilitativo. Il movimento garantisce una serie di benefici dall riduzione del rischio di morte improvvisa alla riduzione del rischio di sviluppare deficit cognitivo e demenza

"Mens sana in corpore sano" (Giovenale) è un'espressione latina che riconosce l'importanza dell'esercizio fisico sin dall'antichità. Per conservare la salute non c'è niente di meglio di una corretta alimentazione unita a un regolare esercizio fisico. Questo consiglio è applicabile dai più piccoli ai più grandi senza distinzione d'età, anzi, con l'avanzare degli anni l'attività fisica assume un considerevole ruolo di prevenzione e riabilitazione. Il ruolo del fitness è fondamentale nel rallentamento di processi fisiologici di decadimento. Molti dati sperimentali mostrano come uno stile di vita attivo in età adulta permetta alla popolazione anziana di tutelare un livello di capacità funzionale relativamente alto. L'attività fisica regolare rappresenta un fattore protettivo e riabilitativo molto importante nei confronti di varie patologie e fattori di rischio, quali malattie cardiovascolari, morbilità e disabilità dell'anziano.

Se una regolare attività fisica di moderata intensità comporta notevoli benefici in termini di salute, la sedentarietà, di contro, contribuisce, insieme ad altri fattori di rischio, allo sviluppo di diverse malattie croniche.

La vita sedentaria rappresenta la causa di quasi il 30% di tutte le morti per malattia cardiaca, cancro del colon e diabete1

A qualsiasi età, modificazioni del proprio stile di vita che comportano una moderata attività fisica, l'abolizione del fumo di sigarette e il controllo del peso corporeo e della pressione arteriosa, agiscono in modo indipendente nel ritardare le cause di mortalità e allungare quindi la vita. I gerontologi considerano che un invecchiamento in salute includa quattro principali elementi:

  • Salute fisica
  • Salute spirituale
  • Emozioni e istruzione
  • Soddisfazione sociale

Il mantenimento e lo sviluppo delle funzioni fisiche e cognitive, l'impegno della vita, e la partecipazione alle attività produttive e alle relazioni interpersonali sono fattori che contribuiscono a raggiungere gli obiettivi prefissati.

I termini invecchiamento e senescenza, esprimono un concetto di cambiamento su una scala temporale, mentre in ambito biologico, il loro significato diventa più ampio e articolato.

Invecchiamento

L'invecchiamento è un processo fisiologico che comprende tutta una serie di modificazioni che avvengono su scala temporale, senza che queste ultime comportino necessariamente una riduzione delle aspettative di vita dell'individuo.

Senescenza

Con l'espressione senescenza, invece, si fa riferimento ad una graduale perdita di funzionalità biologica dell'organismo che avviene nel corso del tempo. Potremmo dire, quindi, che l'invecchiamento, in ambito fisiologico, ci offre la possibilità di osservare il fenomeno della senescenza.

A chi non piacerebbe scoprire strategie che rallentino il fenomeno della senescenza? Purtroppo oltre ad un po' di fortuna nell'evitare incidenti che possano mettere a rischio la nostra sopravvivenza, molto dipende dalla nostra costituzione genetica e dai fattori ambientali, come il fumo o l'inquinamento.

Se consultassimo gli studi effettuati sulle coronopatie, potremmo subito renderci conto di come il fumo di sigaretta, l'ipertensione e l'ipercolesterolemia, insieme ad altri fattori di rischio minori quali l'inattività fisica, l'obesità e lo stress costituiscano i tre fattori principali nell'insorgenza di patologie cardiache.

FUMO + IPERTENSIONE + IPERCOLESTEROLEMIA + INATTIVIÀ FISICA + OBESITÀ + STRESS = PATOLOGIE CARDIACHE

Naturalmente, i fattori appena elencati rappresentano solo il 40% delle coronopatie in toto. Forse l'unica strategia per controllare il fenomeno della senescenza è di saperla accettare serenamente e in piena consapevolezza, cosa che non si rivela sempre semplice.

È noto che le capacità fisiologiche e la prestazione decrescono dopo i 30 anni d'età. Molti fattori tra i quali il ridotto livello di attività fisica, influenzano la velocità del declino. Con l'invecchiamento si verificano la sarcopenia (progressiva perdita della massa magra ed una contestuale atrofia muscolare diffusa - vedi anche Protocollo operativo per combattere la sarcopenia) e la perdita della forza muscolare, espressione degli effetti combinati del progressivo deterioramento neuromotorio e della riduzione cronica del carico di lavoro muscolare. Un moderato allenamento alla forza offre un percorso abbastanza sicuro perché aumenti l'anabolismo proteico e rallentare la naturale e a volte inevitabile perdita di massa muscolare e di forza con l'invecchiamento.

Gli effetti globali dell'invecchiamento sulla funzione del sistema nervoso centrale risiedono in una riduzione del numero degli assoni del midollo spinale pari a quasi il 40% e una riduzione della velocità di conduzione nervosa del 10%.

L'invecchiamento, quindi, si accompagna a cambiamenti in tre sistemi ormonali:

  • L'asse ipotalamo-ipofisi-gonade (l'alterazione dell'interazione tra gli ormoni stimolanti provenienti dall'ipotalamo, dall'ipofisi anteriore e dalle gonadi che diminuisce il rilascio di estradiolo dalle ovaie nelle donne)
  • La corteccia surrenale
  • L'asse ormone della crescita/fattore di crescita insulino-simile

A livello del sistema polmonare, le limitazioni meccaniche progrediscono con l'età e causano il deterioramento degli indici statici e dinamici del polmone. Inoltre, le cinetiche degli scambi dei gas e della ventilazione polmonare durante il passaggio da riposo a esercizio sub massimale rallentano sostanzialmente.

Vantaggi dell'allenamento

Negli anziani, l'allenamento aerobico migliora la cinetica degli scambi gassosi, portandola a valori simili a quelli dei giovani adulti.

Anche la funzione cardiovascolare e la capacità aerobica non sfuggono ai decrementi legati all'età. Gli effetti dell'allenamento aerobico regolare sul declino della capacità aerobica che si verifica con l'invecchiamento, però, restano ancora ignoti. Gli studi, comunque, dimostrano che gli anziani fisicamente attivi (sia uomini sia donne) mantengono una capacità aerobica più elevata del 10-50% rispetto a chi conduce una vita sedentaria della stessa età. I decrementi delle funzioni centrali e periferiche collegati con il trasporto e l'uso di ossigeno influenzano il declino della capacità aerobica. Esempi di quanto detto sono:

  • La riduzione della massima frequenza cardiaca (FCmax) durante l'esercizio è espressione del cambiamento della funzione cardiovascolare con l'avanzare dell'età che causa una diminuzione della gittata cardiaca massima sia in uomini che donne, sia allenati che sedentari
  • La rigidità delle grandi arterie della circolazione cardiotoracica aumenta con il progredire dell'età a causa dei cambiamenti delle caratteristiche strutturali e non strutturali delle pareti arteriose
  • La riduzione del flusso sanguigno nei tessuti periferici si associa alla diminuzione della massa muscolare con l'avanzare dell'età

Dopo i 18 anni, uomini e donne acquistano con il tempo massa grassa fino ai 50-60 anni d'età. Dopo i 60 anni, la massa corporea totale tende a diminuire nonostante un incremento della massa grassa. L'osteoporosi rappresenta il principale problema di invecchiamento, in particolare nelle donne in seguito alla menopausa. Questa limitazione comporta la perdita di massa ossea associata alla demineralizzazione dello scheletro, che diventa poroso. La massa ossea, in persone che hanno superato i sessanta anni, può ridursi dal 30 al 50%.

Un'attività regolare contro-resistenza e un allenamento alla forza ritardano la perdita ossea e aumentano la massa ossea negli anziani di entrambi i sessi. Lo svolgimento di un'attività fisica regolare può quindi operare un ruolo fondamentale nel miglioramento delle capacità funzionali dell'anziano e della sua qualità di vita. Vari studi attestano i molteplici benefici in seguito ad una regolare attività fisica:

  • Riduzione del rischio di morte improvvisa, per infarto o per malattie cardiache in generale
  • Riduzione del rischio, fino al 50%, di sviluppo di tumori del colon
  • Riduzione del rischio, fino al 50%, di sviluppo del diabete di tipo 2
  • Prevenzione o riduzione dell'ipertensione
  • Prevenzione o riduzione dell'osteoporosi, con diminuzione fino al 50% del rischio di frattura dell'anca nelle donne
  • Riduzione del rischio di sviluppare deficit cognitivo e demenza
  • Riduzione dei sintomi di ansia, stress, depressione, solitudine
  • Il calo del peso e la diminuzione del rischio di obesità, con benefici del 50% superiori rispetto a chi ha uno stile di vita sedentario

Obiettivo primario in sanità pubblica dovrebbe, quindi, essere lo sviluppo di strategie atte a promuovere la diffusione dell'attività fisica in tutti gli ambienti e in tutte le fasce di età.

Voci glossario

Allenamento Estradiolo Forza Infarto Ormoni Ossigeno