In termini generali si definisce infarto la morte di un tessuto per insufficiente apporto di ossigeno, determinato da un mancato o carente afflusso di sangue per ischemia (ostruzione di un vaso deputato all'irrorazione sanguigna del tessuto). Gli organi maggiormente colpiti, e per i quali l'infarto può rivelarsi fatale, sono il cuore ed il cervello.
La sintomatologia può essere differente e, in alcuni casi, l'infarto può essere asintomatico se riguarda distretti estremamente piccoli e circoscritti. L'organo colpito da infarto avrà una regione inattiva in maniera irreversibile.
L'infarto del miocardio è certamente tra le forme più frequenti di infarto, soprattutto negli individui con condizioni predisponenti di natura ereditaria o indotta dallo stile di vita. Si manifesta a seguito dell'occlusione delle arterie coronarie deputate all'ossigenazione del tessuto cardiaco. Quasi sempre l'occlusione è determinata da atero-sclerosi, ossia dal processo di accumulo di grassi, colesterolo, calcio, piastrine ecc. all'interno del vaso arterioso. Le placche aterosclerotiche naturalmente tendono a diminuire, sino a poter occludere, il vaso sanguigno.
L'occlusione può essere determinata anche da uno spasmo dell'arteria che di fatto strozza il suo lume non consentendo l'afflusso sanguigno. È un evento particolarmente frequente negli infarti che colpiscono individui di sesso femminile. I fattori non modificabili che incrementano le probabilità di un infarto sono: familiarità, sesso maschile, età del soggetto, calvizie maschile.
I fattori derivanti da cause spesso controllabili sono: ipercolestero-lemia, ipertensione, tabagismo, sedentarietà, stress, sovrappeso.
L'attività sportiva svolge un ruolo chiave soprattutto nella prevenzione dell'infarto. Con una regolare pratica di discipline aerobiche si riesce infatti a tenere sotto controllo il colesterolo, i trigliceridi e la pressione sanguigna. Tutte situazioni nefaste per l'infarto. Il rischio di coronaropatia è assai inferiore in chi pratica regolarmente attività fisica38, i processi di adattamento cardiaco consentono inoltre un minore affatica-mento durante le fasi di riposo.