Il Parkour non è qualcosa di facilmente catalogabile. Tuttavia, forse inevitabilmente, visto che la comunità cresceva e i numeri aumentavano, tentare di definire e classificare diventava normale. Per natura è difficile – se non impossibile – formalizzare un sistema strutturato che contenga un’arte che incoraggi la libertà del movimento e l’espressione individuale, mentre allo stesso tempo permetta gli approcci soggettivi dei suoi praticanti.
Le questioni furono ulteriormente complicate dal semplice fatto che – David Belle – conosciuto come uno dei guru del Parkour – scelse all’inizio di non rilasciare alcuna definizione chiara e concisa a cui gli altri possano riferirsi, e così le discussioni si accesero e derivarono i contrasti tra le diverse prospettive.
Queste discussioni tendono a girare intorno a quello che costituisce o no il Parkour.
Include le acrobazie, o questo è contrario all’essenza della filosofia dell’efficienza sposata da Belle?
È puramente una disciplina pratica, da essere studiata come se uno stesse studiando un’arte del combattimento, o può semplicemente essere fatta per divertimento e per la sensazione di liberazione che inevitabilmente porta?
“Flippare” o non “flippare”, per molti, è stato il problema...
Tuttavia, Parkour Generations è ansiosa di sottolineare alla gente che, anche se il Parkour era un termine inteso a liberare le persone dai limiti, dai metodi convenzionali di movimento e spostamento, è solo un termine. Benché la comunicazione richieda l’uso di alcune terminologie accettate, ciò che in realtà è trasmesso è molto più importante di qualsiasi nome o etichetta.
Il movimento è movimento, ed è la padronanza del proprio movimento e il costante sviluppo del proprio corpo e della propria mente che si dovrebbe cercare attraverso la pratica del Parkour.
Il Parkour è cresciuto ben al di là delle sue prime radici a Lisses, e ora è una pratica veramente globale. È qualcosa che rinasce costantemente ad ogni nuova generazione di praticanti che la prendono e la mettono in pratica, se scuserete il gioco di parole.
Difatti come ogni nuovo individuo scopre il Parkour, così la disciplina scopre un modo completamente nuovo e unico di esprimere se stessa. È imprevedibile e vaga per natura, difficile da determinare e estremamente ardua da comprendere appieno.
Si sta evolvendo continuamente ed è sempre salutare e naturale.
Può andare molto avanti.
Sebbene il Parkour non sia uno sport estremo, comporta un rischio insito in sé proprio come qualsiasi disciplina atletica.
Tuttavia, correre rischi eccessivi è contrario alla filosofia del Parkour. Secondo un praticante, “una delle differenze più sorprendenti tra il Parkour e gli altri cosiddetti sport ‘estremi’ è che non riguarda esclusivamente l’acquisizione di abilità fisiche, ma anche il miglioramento del proprio benessere mentale e spirituale.
Assicurarsi che il progresso fisico non sia a spese di quello mentale è uno degli obiettivi principali di un buon traceur”
I traceur esperti non si dedicano all’attività per provare la scarica di adrenalina che deriva dal correre rischi eccessivi. Piuttosto, vedono la loro pratica come una sfida contro loro stessi per superare il limite e le restrizioni della paura e dell’inibizione.
L’obiettivo di una funzionalità completa all’interno di qualsiasi situazione è di primaria importanza, e per conquistare questo stato sia mentalmente che fisicamente è necessario affrontare e superare le sfide che sono parte integrante dell’allenamento di Parkour.
L’allenamento nel Parkour consente al praticante di imparare a controllare il rischio e, attraverso l’esposizione a situazioni stimolanti, diventare una persona migliore e più sicura in tutto.
Dunque cosa riserva il futuro? Chi lo sa?! E quello è il bello. A oggi, nella sua vita pubblica alquanto corta, ci è stato un enorme interesse da parte di un mucchio di grandi organizzazioni. Il Parkour si è preso furtivamente il suo posto, passando dalle ombre sotterranee di Parigi, alle strade coraggiose di Londra e da lì sull’affascinante scena mondiale. E ora sta persino cominciando a infiltrarsi nella più importante delle istituzioni – L’educazione: nei primi mesi del 2006 il Westminster Council si servì della collaborazione di due istruttori di Parkour Francois “Forrest” Mahop e Dan Edwardes di Parkour Generations per insegnare la disciplina in molte scuole dei quartieri poveri e nei centri sportivi comunitari. Il progetto innovativo ha avuto un enorme successo e ha registrato considerevoli progressi, con comitati locali in tutto il paese ora preoccupati di riprodurre ciò che il Westminster ha iniziato.
Parkour Generations Academy è diventata la più grande fondazione per l’insegnamento del Parkour/Freerunning nel mondo, e finora rappresenta il principale modello per l’insegnamento.
Nel 2008 Parkour Generations e i fondatori di Yamakasi hanno collaborato per creare il programma A.D.A.P.T. Qualification, per quelle persone che volevano essere riconosciute come istruttori di Parkour. Attualmente A.D.A.P.T. è l’unica qualifica per istruttori di Parkour riconosciuta al mondo, ed è una qualifica professionale nei contesti sportivi europei di allenamento.
È stata adottata e implementata dal National Governing Body del Regno Unito, da Parkour UK e appoggiata da Sport England e dal London Olympics Inspire Mark Programme. Di sicuro sembra che non può più essere descritta a lungo come un’attività underground.