Parkour, storia di un successo

Di Antonio Calefato

Il Parkour nasce in Francia grazie agli Yamakasi, ma è con il film di Luc Besson che il fenomeno diventa globale

Cercare di individuare l'esatto momento della nascita del Parkour non è un compito facile. Anzi può risultare davvero una cosa impossibile. Qualcosa di così vago e indefinibile, come ciò che pratichiamo, tende a rifiutare classificazioni.
Vanta già molti nomi, in più di una lingua: Le Parkour, the Art of Movement, Freerunning, L'Art du Deplacement, come alcuni lo chiamano. E persino se ci si accorda su un nome, c'è poi il difficile problemino di ciò a cui quel nome si riferisca - È uno sport? O un'arte? O forse una filosofia? O forse è meglio chiamarla una disciplina?

La verità è che non c'è un'opinione comune su questo. E – ciò che ostacola realmente il lavoro – non la si può chiedere al padre fondatore perché questo grande movimento è piuttosto lontano dall'essere il figlio di un normale nucleo familiare. No. Questo bambino ha avuto tutta una serie di patrigni e matrigne adottivi condizionanti il suo sviluppo negli anni, nei secoli e persino nei millenni. Ha fatto ricorso a molte risorse, preso ispirazione da tutto, e attinto a diverse fonti nel corso della sua evoluzione – e questo processo non può essere fermato con nessun mezzo.

Quindi da dove cominciamo nel tentativo di fare ordine in tutto ciò? Non dall'inizio, perché solo gli Dei sanno dov'è. Non dalla fine, perché quella non è neanche in vista. Il meglio che noi possiamo fare sembra cominciare da qualche parte nel mezzo, e dare credito a chi dice che tutto sia nato in una certa cittadella in Francia.

La connessione francese

A sud di Parigi sono situate le periferiche e sonnolente città di Evry, Sarcelles e Lisses, luoghi non diversi dalle altre centinaia di realtà che orbitano intorno alla capitale francese, eccetto per un piccolo fatto: questi luoghi erano le città natali di un gruppo di nove giovani uomini ampiamente conosciuti per aver incorporato diverse influenze per creare qualcosa poi chiamato Art du Deplacement, all'incirca negli anni '80. Al centro di questo gruppo c'erano Yann Hnautra e David Belle, che guidarono molti dei primi allenamenti e da allora sono stati riconosciuti come i creatori dell'arte. Questi amici d'infanzia formarono il gruppo che loro stessi chiamarono "Yamakasi", una parola Lingala che significa "Uomo forte, spirito forte", e per oltre dieci anni hanno praticato la loro disciplina insieme e da soli, insultati dalle autorità francesi e visti come uomini selvaggi dalla gente del posto.

Una di quelle influenze che ispirarono gli Yamakasi ad esplorare l'ambiente urbano e rurale in modi completamente nuovi per tutta la loro infanzia fu il padre di David, Raymond Belle. Infatti, il termine più recente della disciplina "Parkour" è forse indirettamente attribuibile a Raymond Belle, il quale introdusse suo figlio ai metodi di allenamento militari di Georges Hebert, un uomo che ebbe una forte influenza sullo sviluppo dell'educazione fisica in Francia, particolarmente nei circuiti militari, creando le parcours du combattant, il percorso ad ostacoli. Da parcours, che significa "percorso", deriva il nome alterato Parkour, e David ammette che fu il suo amico Hubert Kounde a coniarlo.

Il maggiore Belle si era allenato utilizzando la methode naturelle di Hebert mentre era militare francese. I metodi di Hebert erano ispirati al condizionamento fisico naturale delle popolazioni indigene, in particolare dell'Africa, e questo è ancora ben visibile nella pratica del Parkour moderno; molti praticanti parlano dell'importanza di liberare i propri istinti naturali, spogliarsi dei condizionamenti e ritornare al modo innato e senza sforzo di muoversi, il quale utilizza l'intero corpo come un tutt'uno piuttosto che utilizzare intenzionalmente gruppi muscolari isolati: l'elusivo "stato fluido".

"La méthode naturelle" di Georges Hébert

Georges Hébert, nato a Parigi il 27 aprile 1875, entrato a 18 anni nella Scuola Navale, è arrivato alla teorizzazione del metodo naturale dopo aver viaggiato in lungo e largo per tutto il mondo come ufficiale della marina francese. Molto dotato negli esercizi con il corpo è appassionato per tutto quanto riguarda l'allenamento fisico sotto tutte le sue forme, egli osserva, si documenta e prende nota. Ammira gli indigeni come nuotatori, tuffatori, corridori, portatori, lanciatori…, assiste a molti avvenimenti che hanno segnato il suo animo: come la rivoluzione in Colombia, in Venezuela, in Brasile in Uruguay, l'insurrezione cubana, la guerra ispano-americana la catastrofe della Martinique (1902). In questi paesi in guerra Hebért osserva ogni sorta di combattenti e giudica le loro attitudini fisiche. Ha avuto occasione anche di osservare il comportamento delle persone nei momenti di pericolo, specialmente quando si tratta di salvare altre vite.
Nell'ambito femminile osserva, con stupore, le solide indigene "portatrici sulla testa". Al suo ritorno in Francia è più che convinto delle sue opinioni: solo i forti fisicamente rendono un vero servizio nelle circostanze difficili. Da qui parte il suo impegno di "creare degli uomini", come egli stesso riferisce. Dal 1903 al 1913 poco a poco mette in pratica le sue idee. Superando ogni sorta di diffoltà, sperimenta e collauda progressivamente il suo metodo, finchè nel marzo 1913 il Congresso Internazionale dell'Educazione Fisica di Parigi aumenta la sua estensione ed applicazione dappertutto, specialmente nelle scuole e nelle attività sportive, oltre che nell'addestramento militare.

Hébert durante i suoi viaggi per conto della Marina Militare francese, osservando gli indigeni e confrontandoli con la popolazione dei paesi civili ha notato che:

"Le abitudini e gli obblighi sociali, le convenzioni e i pregiudizi allontanano l'uomo dalla vita naturale all'aperto e impediscono, anche dall'infanzia, di esercitare la sua attività in un senso conveniente ad uno sviluppo fisico completo"

Per questo egli ha formulato una lista di dieci famiglie di movimento, che andrebbero sollecitate ogni giorno dall'infanzia fino all'età adulta. Queste dieci famiglie sono:

  1. Camminata/Marcia
  2. Corsa
  3. Equilibrio
  4. Quadrupedia
  5. Arrampicata
  6. Salto
  7. Sollevamento e trasporto
  8. Lancio
  9. Lotta
  10. Nuoto

"Educare fisicamente vuol dire arrivare a formare una persona nel senso più elevato della parola, cioè un soggetto possedente vigore fisico, salute robusta, energia morale, che mette queste acquisite qualità al servizio del bene sociale"

Non a caso, il motto dell'Hébertismo è:

"Essere forti per essere utili"

La connessione tra Metodo Naturale e il Parkour

In ogni modo l'influenza del padre di David è stata più di una semplice introduzione all'Hebertismo; egli instillò in suo figlio anche le radici di ciò che sarebbe diventata la filosofia del Parkour.

Sébastien Foucan - che si allenò con David Belle durante il critico periodo della nascita del Parkour - parla di come Raymond Belle incoraggiò entrambi a migliorare loro stessi, affermando che con la dedizione avrebbero potuto realizzare i loro sogni.
È importante riconoscere che Belle, sebbene abbia un ruolo centrale nello sviluppo, fu solo uno tra un largo gruppo di individui che nutrì l'arte del movimento nella sua essenza, inclusi Sébastien Foucan, Stephane Vigroux, Yahn Hnautra, David Malgogne, Chau Belle-Dinh e Frederic Hnautra tra gli altri, tutti loro contribuirono all'arte nella sua fase embrionale.
Stephane Vigroux, per esempio, ebbe un ruolo importante nella creazione e nello sviluppo del movimento Saut de Chat (ora conosciuto in inglese come il King Kong Vault). E Yann Hnautra fu il maggior responsabile dell'introduzione della disciplina rigorosa e della metodologia di allenamento all'interno del gruppo.

Fu quando impararono a prendere i loro giochi d'infanzia seriamente e a sviluppare le loro abilità che gli Yamakasi cominciarono a delineare ciò che sarebbe diventato, in vent'anni, un movimento globale. Da bambini giocavano per alleviare la loro noia, diventarono adolescenti con un obiettivo in testa, presero la risolutezza e l'ispirazione da molte fonti, inclusa la filosofia del Taoismo attraverso i lavori di Bruce Lee, le buffe acrobazie dei film di Jackie Chan, e forse persino lo sciamanesimo urbano dell'uomo selvaggio di Parigi, Don Jean Haberey.
Ma in sostanza, il Parkour era già molto lontano dal semplice gioco d'infanzia che raggiunse semplicemente la maturità con i suoi creatori. Ha attinto allo spirito della fisicità e della funzionalità prevalenti in molte culture e discipline antiche.

I grandi salti

Secondo un membro del gruppo, l'inizio dei "grandi salti" avvenne all'incirca all'età di quindici anni. Loro cominciarono a sviluppare e perfezionare un insieme di movimenti fondamentali: volteggi, salti, arrampicate e rotolamenti. Insegnarono a loro stessi ad essere atleti, a muoversi nel loro ambiente in un modo mai visto prima in un contesto urbano. Ovviamente fu per questi "grandi salti" che avevano catturato l'attenzione dei media del mondo e l'immaginario collettivo, sebbene tutti i praticanti con esperienza siano pronti a minimizzare il significato degli aspetti più spettacolari del Parkour.
Tuttavia, il Parkour è per natura un'attività sbalorditiva a vedersi, specialmente quando mostrata da quelli con il talento e la potenza di Belle, Vigroux e Hnautra. L'interesse dall'esterno fu inevitabile. Come la reputazione dei praticanti originari si diffuse, molte persone si unirono a loro per imparare, e oltre a questi - anche in modo prevedibile - arrivarono quelli che videro il potenziale che il Parkour possedeva come macchina per fare soldi.

Tempo di spettacolo

In definitiva, fu questo momento di interesse a causare le prime spaccature nel Parkour: tra quelli che abbracciavano l'opportunità insieme - il film di Besson del 2001 Yamakasi: Les samouraïs des temps modernes, per esempio, che ha come protagonista il gruppo omonimo, è un punto di riferimento famoso nella spaccatura - e quelli che scelsero di andare per la loro strada come David Belle.
L'interesse dopo il film di Luc Besson non fu proprio ideale: due morti furono attribuite al comportamento di emulazione, e molto dell'interesse maturato fu tutt'altro che coerente alla vera arte.
Sébastien Foucan descrive l'atteggiamento del tanto interesse dopo il film: "Oltre agli Yamakasi c'è un altro tipo di gente, è solo 'io salto io salto io salto, proprio come il film, io sono sul tetto, proprio come il film'."

In seguito alla spaccatura, un gruppo di giovani praticanti (inclusi David Belle, Stephane Vigroux, Kazuma e Johann Vigroux) coniarono il termine traceur per riferirsi a loro stessi: traceur è inteso come "proiettile" e fu scelto per enfatizzare la conquista di un movimento preciso, efficiente e veloce su qualsiasi terreno da parte di Belle e dei suoi compagni.

Comprensibilmente, loro svilupparono una concezione alquanto scettica dei molti nuovi praticanti della disciplina; quelli che mostravano un interesse genuino continuarono chiaramente ad accoglierli, ma non quelli che erano attratti dallo spettacolo, alla ricerca solo della prossima scarica di adrenalina.

Jump London

Fino al 2003 non ci fu un'accurata percezione delle profondità dell'arte, la quale fu divulgata al pubblico quando Channel 4 del Regno Unito produsse un documentario innovativo e premiato intitolato Jump London, che ha come protagonista Foucan e i fratelli Vigroux che scatenano le loro abilità in un insospettabile panorama della città di Londra.

Questo fu il punto di svolta, con cui Johann Vigroux, Jerome Ben-Aoues, Stephane Vigroux e Séb Foucan comunicarono gli aspetti filosofici del Parkour fianco a fianco con la prestanza fisica, fornendo finalmente al vasto pubblico un appiglio su una disciplina in rapida espansione.

La risposta fu efficace. Gruppi di praticanti, anche conosciuti come "clan" o "crew", spuntarono ovunque e il termine “freerunning” si infiltrò nel vocabolario corrente.
Dovuto, non in piccola parte, al fatto di essere la località del titolo per Jump London, la città capitale del Regno Unito divenne presto un focolaio di attività e un punto focale per la nascente comunità Freerunning.

Jump Britain, il seguito del documentario di enorme successo, per primo diffuso nel Gennaio del 2005, fu ciò che ruppe le barriere per il Parkour, consolidando la sua posizione come sport/arte riconosciuto e valido per l’età moderna. Attraverso le serie di Jump, il Parkour saltò letteralmente al centro dell’attenzione.

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