La percezione dello sport nella scuola dell'obbligo: considerazioni finali

Di Vincenzo Biancalana

Considerazioni sui risultati dell'indagine conoscitiva sul rapporto sport - scuola dell'obbligo. Una riflessione sul ruolo preponderante del modello televisivo.

Ti piacerebbe diventare un campione sportivo? Perché?Le giustificazioni a questa risposta si dividono in varie parti: il 39% dei maschi e il 29% delle femmine per la notorietà. Il 12% dei maschi e il 7% delle femmine per il denaro. Il 7% di entrambi espressamente per "Andare in TV". Poi, a seguire, una serie infinita di risposte, come "Per far piacere a mio padre", "Per girare l'Italia", "Per conoscere le ragazze"…

  M F
SI NO NON SO SI NO NON SO
Scuola Elementare 89% 8% 3% 71% 22% 7%
Scuola Media 91% 8% 2% 80% 15% 5%

L'analisi di queste risposte appare sin troppo evidente. I modelli di riferimento sono prioritariamente quelli televisivi: la celebrità, il denaro, le "veline", le apparizioni in video ecc.
D'altronde, la spettacolarizzazione dello sport, e soprattutto del calcio, riguarda per una modesta parte l'elemento prettamente sportivo, sia esso tecnico o educativo e per la maggior parte, invece, le questioni economiche, dal calcio mercato a suon di milioni, al doping amministrativo, agli errori arbitrali, fino al "reality show, Campioni", dove, di volta in volta, si assiste all'esclusione in diretta televisiva di un calciatore, il quale non si dispera tanto per non esser più parte di quella compagine (campionato interregionale!), quanto, piuttosto, per dover rinunciare a due ore di diretta televisiva ogni giorno.
Secondo te lo sport è importante perché?Il 90% di tutti i partecipanti ha risposto che lo sport è importante perché fa bene al corpo e alla salute. Spontaneamente, alcune bambine hanno aggiunto delle sfumature come: "fa dimagrire", "previene la cellulite", ed altre cose del genere, che probabilmente hanno ascoltato dalle proprie mamme o sorelle.

Il questionario terminava con due domande specifiche sulla conoscenza e pratica di due sport "minori", il Badminton e il Tennistavolo. Per quanto riguarda il primo, esso è pochissimo conosciuto e altrettanto poco praticato; il secondo, invece, è sia conosciuto sia stato praticato, almeno una volta, dalla quasi totalità dei bambini/e. La cosa singolare è che a fronte di questo dato il Tennistavolo è indicato, come sport conosciuto e praticato, solamente dal 3% della totalità degli alunni e questo, probabilmente, perché non è considerato uno sport vero e proprio ma solamente un gioco.

In conclusione possiamo affermare che l'indagine condotta ha fornito delle indicazioni interessanti circa la percezione dello sport e, più in generale del fenomeno sportivo, da parte dei bambini della regione Marche. Probabilmente il dato sulla ridondante presenza del Calcio era scontato, ma crediamo ugualmente sia stato importante quantificarlo e circoscriverlo. Il dato, invece, a cui crediamo si debba rivolgere un'attenzione particolare è quello relativo al ruolo che la scuola riveste attualmente nei confronti della promozione sportiva. Pochissimi bambini, infatti, affermano di aver conosciuto e di essersi avvicinati allo sport attraverso di essa.
E questo dato è reso ancor più "imbarazzante" se contestualmente osserviamo che lo spazio riservato alle attività motorie scolastiche è tra i più graditi e con esso la figura dell'insegnante. Quindi, da un lato, una potenzialità formativa enorme, dall'altro, una superficialità didattico/educativa, altrettanto ampia.
Ci auguriamo che questa ricerca possa in tal senso promuovere un ulteriore riflessione con la speranza che la prossima indagine conoscitiva possa dare risultati più consolanti a favore dell'attività motoria e sportiva scolastica.

Bibliografia

  1. Bambini, adulti, anziani e ritardo mentale
    L. Cottini
  2. Psicomotricità, valutazione e metodi nell'intervento
    L. Cottini
  3. Didattica speciale e integrazione scolastica
    L. Cottini

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