Condizionamento delle tibie nella Muay Thai

Di Valeria Cannazza

La Muay Thai, nota al grande pubblico anche come Thai Boxe, è uno sport dall'alto impatto traumatico. Valeria Cannazza come il condizionamento possa evitare eccessivi traumi e fratture.

La Muay Thai, nota anche come Thai Boxe o Boxe Thailandese, rappresenta una disciplina da combattimento, le cui origini risalgono alla Mae Mai Muay Thai, antica tecnica di lotta thailandese. Nella Muay Thai l'aspetto caratterizzante è il suo estremo condizionamento osseo-tendineo; nella lotta le parti del corpo maggiormente interessate sono la testa, gli avambracci, i gomiti, le nocche delle mani, le ginocchia, le tibie e i piedi.

Il condizionamento non è altro che il costante lavoro di colpi ripetuti su una zona precisa del corpo, così da indurre un adattamento nel momento in cui questa venga presa di mira dall'avversario. Nel particolare, le tibie sono la porzione corporea più esposta a colpi, spesso del tipo tibia contro tibia; interesse comune a molti praticanti è il condizionamento di questo osso. La tibia si trova medialmente e poco più avanti del perone, con struttura a forma triangolare. Effettuando serie di colpi sulla regione tibiale, si conferisce all'osso una certo grado di resistenza esterna, provocando un micro trauma nella densità ossea, simile a una moltitudine di fori, i quali, una volta avvenuto il trauma, divengono più ristretti e compatti, per opera del nostro sistema di difesa.

Questo processo avviene per gradi ed è quasi sempre incompleto, per cui non si andrà a interrompere la densità ossea nella sua completezza. Dal momento in cui le micro fratture dei pugili guariscono in circa dieci giorni o meno, tali traumi si chiameranno "a legno verde"; quindi possiamo riassumere dicendo che il sistema di difesa forma dei veri calli ossei che inizialmente sono provvisori e in seguito, con l'allenamento condizionato, divengono definitivi.

Esistono vari metodi per condizionare la tibia e molti di questi fanno parte dell'immaginario collettivo, che spesso risulta alimentato da sole leggende metropolitane; ad esempio, non è un buon metodo quello di colpire la zona con bastoni o con altri attrezzi di notevole durezza. In tal modo andremo solo a desensibilizzare la regione interessata, ottenendo unicamente fratture.

In realtà, esistono modi di condizionamento meno invasivi, come colpire il sacco pesante con la tibia, che in realtà, essendo internamente più morbido dell'osso, aumenta la soglia del dolore, non arrecando danni. Ulteriori esercizi sono quelli basati sul pao e sul lavoro di coppia con le protezioni o ancora, volendo seguire la tradizione del thai, colpire ripetutamente il banano che offre il suo fusto resistente e fibroso esternamente, ma soffice all'interno.

Il consiglio è quello di saper gestire il dolore, perché è un aspetto che resta comunque presente. Terminata la seduta di allenamento, è importante effettuare un massaggio energico alle tibie, il quale risulta più efficace se eseguito con olio di canfora, ausilio per massimizzare il flusso di sangue e velocizzare il processo di resistenza ossea. La tibia, come altre ossa, nonostante il condizionamento, non diventa dura, bensì resistente e quindi è doveroso ricordare di non abusarne e di proteggerle al seguito del condizionamento con le adeguate protezioni.

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