Il grande ed il piccolo pettorale fanno parte dei muscoli estrinseci toracoappendicolari, cui appartengono anche il muscolo succlavio ed il dentato anteriore. Hanno origine dalle coste e dallo sterno e raggiungono le ossa del cingolo toracico e dell'omero.
Il grande pettorale è situato anteriormente nel torace, ha una forma triangolare e risulta particolarmente spesso e robusto, rappresenta buona parte della parete anteriore del cavo ascellare. Trae origine dalla clavicola e dalla regione sternocostale, per poi trovare inserzione sul labbro laterale del solco bicipitale. Negli individui di sesso femminile, il grande pettorale, prende contatto con la mammella, che lo riveste.
È innervato dalle radici C8 e T1 del nervo pettorale mediale, dalle radici C5, C6 e C7 del nervo pettorale laterale.
Da un punto di vista funzionale possiamo individuare tre aree:
La sua contrazione caratterizza una potente azione che adduce e ruota medialmente l'omero, la parte clavicolare può flettere l'omero sino a renderlo perpendicolare con il tronco, la regione sternocostale, infine, può eseguire una flessoestensione dell'omero.
La distribuzione delle sue fibre favorisce la presenza di quelle rapide di tipo glicolitico (IIb) che rappresentano il 58%, con un restante 42% di fibre resistenti (di tipo I). Il grande pettorale agisce in sinergia con il grande dorsale nell'azione di tirare in alto il tronco ovvero di arrampicarsi quando le braccia fanno presa sopra la testa, ed è il principale muscolo implicato nelle azioni di spinta in avanti.
Il piccolo pettorale, è posto al di sotto del grande pettorale rispetto al quale è meno spesso, risulta pertanto appiattito e di forma vagamente triangolare, origina da tre digitazioni tendinee dalla 3°, 4° e 5° costa, e i tre fasci convergono in un unico tendine che si inserisce sul processo coracoideo della scapola. Partecipa alla costituzione della parete anteriore del cavo ascellare, riveste le coste, il dentato anteriore ed i muscoli intercostali.
È innervato dal nervo pettorale e, la sua azione, provoca la rotazione mediale della scapola, funzionalmente contribuisce ad agevolare la respirazione in situazioni difficoltose.