Sintomatologia, iter diagnostico e trattamento del tumore al polmone

Di Salvatore Bracco

Quali sono i sintomi del tumore al polmone, le analisi per stabilirne le dimensioni e l'eventuale presenza di metastasi ed infine i trattamenti più comuni

Sintomatologia

I pazienti affetti da carcinoma polmonare presentano progressiva mancanza di respiro, tosse, dolore toracico o senso di oppressione, raucedine o perdita della voce e emottisi. La polmonite (spesso recidivante) è, inoltre, una caratteristica che presentano molti pazienti.
Rispetto ad altre forme di carcinoma polmonare non a piccole cellule, l'adenocarcinoma è più spesso asintomatico ed è frequentemente identificato attraverso screening o accertamenti radiologici accidentali. I pazienti con carcinoma polmonare a piccole cellule differiscono per molti versi dai pazienti con altri tipi di tumore polmonare, in quanto essi presentano spesso sintomi riferibili a metastasi distanti1,2.

Altri sintomi legati alla malattia sono la perdita di peso e il dolore addominale a causa del coinvolgimento del fegato, delle ghiandole surrenali e del pancreas e il dolore dovuto alle metastasi nel midollo osseo. Sintomi neurologici sono identificati nel 5-10% dei pazienti con SCLC ed associati a metastasi cerebrali1,3.

Iter diagnostico

La valutazione iniziale dei pazienti in cui si sospetta il carcinoma polmonare deve essere costituita da un'anamnesi dettagliata e un attento esame fisico cui seguono gli esami del sangue e una valutazione radiologica attraverso una radiografia del torace4.
L'esame citologico dell'espettorato può risultare un efficiente strumento diagnostico nella diagnosi precoce di carcinoma polmonare5. Se le immagini radiografiche non sono esaustive si procede ad eseguire gli esami di secondo livello come la tomografia computerizzata (TAC) o la broncoscopia. L'esame TAC deve comunque essere effettuato, perché consente di definire l'estensione del tumore, indirizzando così la successiva terapia.

Se l'esame TAC mostra segni di metastasi tumorale al fegato, alle ghiandole surrenali o ad altri organi, il paziente non viene sottoposto a chemioterapia o ad intervento chirurgico, bensì viene predisposto un trattamento palliativo.
Se invece si sospettano metastasi ossee o del sistema nervosocentrale viene effettuata una risonanza magnetica mentre i pazienti con sintomi neurologici dovrebbero effettuare una TAC cranica. Quando l'operazione chirurgica sembra possibile devono essere attentamente esaminati i linfonodi del mediastino. Infine, se il tumore è del tipo a cellule squamose e nessun linfonodo presenta un incremento delle dimensioni (diametro < 1,5 cm) la biopsia può essere evitata. In caso contrario, è raccomandata la biopsia con mediastino-scopia preoperatoria1.

Trattamento

In generale, gli approcci terapeutici più comuni sono la chirurgia, la chemioterapia e la radioterapia. Tuttavia, la strategia terapeutica varia in base al tipo istologico, all'estensione della neoplasia e alle condizioni di salute del paziente.

La resezione chirurgica rappresenta il primo presidio terapeutico per la cura dei pazienti con diagnosi di cancro ai polmoni. Affinché questa opzione sia praticabile, la massa tumorale deve essere completamente asportabile e il paziente deve essere in grado di tollerare l'intervento chirurgico proposto. Pertanto, prima di effettuare l'intervento chirurgico si effettuano le dovute procedure che comprendono esami radiografici, tomografici e come già accennato, la biopsia, qualora ritenuta necessaria. Inoltre si effettua una valutazione del mediastino, che fornisce informazioni prognostiche fondamentali per determinare il trattamento adeguato. La pratica chirurgica più diffusa ed adottata, effettuata mediante resezione polmonare, è la lobectomia, ovvero l'asportazione di un intero lobo6.

Un approccio chirurgico sempre più praticato è la lobectomia video-assistita che, pur essendo associata ad un tasso di sopravvivenza a lungo termine simile alla lobectomia classica rappresenta un metodo meno invasivo e di maggiore applicabilità6.

Per i soggetti affetti da carcinoma polmonare, per i quali è possibile l'intervento chirurgico, l'evidenza suggerisce che la chemioterapia post-intervento, definita chemioterapia coadiuvante, può aiutare a prevenire l'insorgenza di recidive soprattutto in pazienti affetti da carcinoma negli stadi II e IIIA. Per i soggetti affetti da carcinoma nello stadio III, non trattabile chirurgicamente, i medici raccomandano solitamente la chemioterapia in combinazione a trattamenti radioterapici. Infine nei soggetti nello stadio IV della malattia, la chemioterapia è generalmente considerata il trattamento principale mentre la radioterapia viene utilizzata solo come trattamento palliativo6.

Voci glossario
Ghiandole Sangue