Il tessuto muscolare striato deputato al movimento volontario è in grado di reclutare energia con i meccanismi sopra descritti, e svolgere le attività motorie che la biomeccanica gli consente.
In natura le fibre muscolari presentano struttura e composizione diversa a secondo del lavoro che filogeneticamente sono deputate a compiere. Per esempio, se attraverso una biopsia preleviamo un campione del quadricipite femorale e del bicipite brachiale, noteremo che hanno composizione biochimica e struttura differente; nello specifico, il quadricipite femorale, deputato a vincere le forze antigravitarie, deve avere la possibilità di contrarsi per molto tempo sviluppando una discreta forza muscolare per mantenere la postura eretta. Il bicipite brachiale, invece, si comporterà in modo da contrarsi solo all'occorrenza ma dovrà produrre una notevole forza che sarà necessaria a vincere un notevole carico che vogliamo trasportare attraverso il braccio (Es. le buste della spesa).
In questo studio, divideremo le fibre muscolari a seconda del colore delle stesse, mentre in seconda analisi, le differenzieremo a seconda dei processi biochimici che compiono con più facilità (attraverso la presenta di enzimi e substrati specifici disciolti nel suo citosol) in merito alla presenza o meno di strutture e organelli deputati a un diverso reclutamento energetico (mitocondri).
Distinguiamo:
Le fibre bianche, dette a contrazione rapida o di tipo IIB, intervengono nelle azioni muscolari rapide ed intense. Al loro interno troviamo un'elevata concentrazione degli enzimi tipici del metabolismo anaerobico alattacido e glicolitico lattacido. Hanno un'elevata tollerabilità all'acido lattico e sono ricche di scorte di ATP di pronto uso e di molecole di creatinfosfato (CP) disciolte nel proprio citosol.
Sviluppano forze elevate ma si affaticano rapidamente.
Le fibre rosse dette anche a contrazione lenta o di tipo I, vengono reclutate in azioni muscolari di scarsa entità ma di lunga durata. Vengono dette rosse perche sono riccamente vascolarizzate e presentano al loro interno grandi quantità di mioglobina. Questa, al pari dell'emoglobina del sangue, è in grado di legare a sé ossigeno, ed è la causa del particolare colore rosso di queste cellule.
I mitocondri sono più numerosi e di dimensioni maggiori proprio come il numero di capillari che irrora la singola fibra, e concentrano gli enzimi associati al metabolismo aerobico.
Sulla natura e presenza di questi tipi di fibre muscolari, in letteratura l'argomento risulta essere controverso. Sembrerebbe che le prime, di tipo IIA, siano una via di mezzo tra le bianche e le rosse, mentre le altre, di tipo IIC, ancora non siano differenziate, e che possano essere differenziate attraverso un allenamento specifico.
Resta comunque come dato condiviso dalla maggior parte degli autori che se fosse possibile differenziare le fibre muscolari con l'allenamento, questo assumerebbe un ruolo abbastanza esiguo rispetto alla totalità dei fenomeni di adattamento che vengono messi in gioco durante l'esercizio muscolare.
Si può asserire a questo proposito che il numero di fibre geneticamente determinato rimane pressoché costante durante tutto l'arco della vita, e può aumentare significativamente soltanto se l'atleta si sottopone a doping genetico o fa largo uso di steroidi anabolizzanti.