Abilità: discrete, seriali, continue, cognitive, aperte, chiuse

Di Pierluigi De Pascalis

Definizione ed esempi pratici delle differenti abilità. Le abilità analizzate: abilità discrete, abilità seriali, abilità continue, abilità cognitive, abilità aperte, abilità chiuse

Abilità discrete

Le abilità discrete si configurano in un compito motorio dove l'azione ha generalmente un inizio ed una fine ben distinte ed è comunemente di rapida esecuzione, ad es.: tirare a canestro.

Abilità seriali

Le abilità seriali prendono vita dall'unione di più abilità discrete, avendo come risultante un gesto o un compito motorio più complesso, la cui buona riuscita dipende dalla capacità di ben inserire ed eseguire le diverse abilità discrete che lo compongono, ad es.: l'azione del getto del peso, nella quale possiamo individuare più parti che compongono il gesto nella sua interezza, ma anche azioni relativamente più semplici, come il palleggiare. Durante l'apprendimento delle abilità seriali il soggetto si concentrerà inizialmente sui vari segmenti dell'azione e, solo successivamente, sarà in grado di considerare l'esercizio nell'insieme.

Abilità continue

Le abilità continue sono caratterizzate dalla ripetitività nell'esecuzione di un compito. Potremmo quasi definire come la sequenza ritmica di più abilità seriali analoghe. Ad esempio la corsa, il ciclismo ecc. Non è possibile individuare con precisione l'inizio e la fine.

Le abilità motorie sono significative nell'esecuzione di compiti dove il ruolo stesso del movimento e la qualità della sua espressione, prevalgono su aspetti tattici o cognitivi. Ad esempio nel lancio del giavellotto sarà importante, più che una "strategia", l'abilità nell'imprimere l'ottimale accelerazione al fine di scagliare il giavellotto più lontano possibile. Gli altri interventi, non strettamente motori, divengono se non superflui, secondari.

Abilità cognitive

Le abilità cognitive subentrano con un ruolo speculare rispetto alle abilità motorie. In questo caso assistiamo a quelle condizioni in cui le modalità di esecuzione di un movimento sono trascurabili rispetto alla strategia. Ad esempio in una partita a scacchi, la forza impressa alle pedine al fine di spostarle è assolutamente insignificante rispetto al "come" vengono mosse.

Riprendendo le parole degli stessi Schmidt e Wrisberg (op. cit.) un'abilità cognitiva è quella nella quale l'accento è posto nel "saper cosa fare", mentre in una abilità motoria l'accento cade principalmente su "eseguire in modo corretto".

Abilità aperte

Le abilità aperte sono tipiche dei compiti eseguiti in un ambiente imprevedibile e cangiante. Ad esempio tutte le azioni di gioco in uno sport di situazione, dove occorre un continuo adeguamento rispetto agli eventi.

Abilità chiuse

Le abilità chiuse corrispondono a quelle richieste motorie, la cui esecuzione, non è influenzata dall'ambiente che, restando passivo, consente di pianificare in anticipo i movimenti, es.: gli esercizio ginnici, o la corsa in una pista d'atletica.

Qualsivoglia metodo di classificazione delle abilità motorie non può prescindere da quella che è la definizione generale di individuo abile nel compiere un'azione, vale a dire colui che riesce ad ottenere un qualche risultato con la massima sicurezza ed il minimo dispendio di energia.

Essere abili implica essere sicuri delle proprie capacità e il miglioramento dell'efficienza in una abilità si riflette in un aumento della sicurezza, nella diminuzione del dispendio di energia, e a volte nella riduzione del tempo di movimento.

Questo significa ridurre o eliminare movimenti non voluti e non necessari. Tale caratteristica assume maggiore importanza se si tiene conto di quelle specialità composte da più sport, nei quali arrivare "freschi" alla prova successiva è determinante. Coloro che eseguono poi dei movimenti con grande automatismo, possono nel frattempo pensare ad altro (ad esempio alla strategia d'attacco).

Bibliografia

  1. Il giovane campione
    ; Ed. Aracne Editrice;
  2. Apprendimento motorio e prestazione
    Schmidt Richard A.; Wrisberg Craig A.
  3. L' educazione fisica. Le basi scientifiche del controllo e dello sviluppo del movimento
    Cilia Giuseppe
  4. I principi fondamentali dell’educazione fisica
    E. Enrile

Voci glossario

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