A prima vista l'associazione fra attività sportiva e sessualità… potrebbe sembrare un po' bizzarra eppure proverò a dimostrare come esistano, fra queste due dimensioni della vita, punti di contatto se non addirittura sinergie.
Proviamo a vederne alcuni.
La sessualità condiziona lo sport come in poche altre situazioni: nello sport, mi pare, non esistano attività di tipo promiscuo… lo sport è selettivo rispetto al sesso di appartenenza. Da sempre le attività sportive vengono separate fra quelle praticate da uomini e quelle praticate da donne… le gare stessa cosa. Quindi essere uomo o donna condiziona, spesso in modo discriminante, l'ambiente nel quale praticare lo sport. Questa sembra essere una regola così rigida che stride con la promiscuità delle relazioni umane del mondo di oggi in cui l'evoluzione dei costumi, delle abitudini, dei contatti e degli scambi fra i sessi ha raggiunto, o sta per raggiungere una parità di opportunità e di potenzialità fra maschi e femmine, tra uomini e donne molto avanzata e diffusa.
Lo sport, è frequentato molto dai giovani e per loro diventa l'ambito in cui cominciano le prime auto-valutazioni in raffronto con le condizioni fisiche ed estetiche dei compagni di gara e di spogliatoio. È, per molti, la prima ( se non unica ) occasione di incontrarsi e quindi osservarsi nudi fra appartenenti allo stesso sesso. Il confronto nasce spontaneo e per qualcuno può diventare una cosa così seria da creare un vero e proprio disagio e far scattare le prime paure di mostrarsi, i primi pudori, le prime insicurezze, le prime ansie di adeguatezza. Se ciò avviene può motivare anche una disaffezione per lo sport ed una tendenza ad eludere allenamenti e gare che mascherano la difficoltà ad accettarsi per quel che si è.