Il calcio è uno sport di squadra ad impegno aerobico-anaerobico alternato; è diffuso in tutti i continenti (in Europa ci sono all’incirca 25 milioni di praticanti e 250 milioni in tutto il mondo) e soprattutto conta milioni di tesserati nel nostro Paese. I suoi appassionati lo considerano “il gioco più bello”, “il più semplice”, meraviglioso, ma in realtà al suo interno si possono delineare delle incongruenze, delle insidie.
Osservando una partita si possono riscontrare notevoli aspetti, ad esempio le azioni veloci eseguite dai giocatori da una parte all’altra del campo, il possesso del pallone più dominante in una squadra e la continua corsa di quella avversaria nel tentativo di conquistarlo, i dribbling svolti generalmente dai giocatori più rappresentativi con l’obiettivo di liberarsi del marcatore, i ripetuti scontri tra gli atleti per interrompere la circolazione della palla. In particolare quest’ utimo aspetto riveste una grande importanza poiché può determinare in uno sportivo la comparsa di un problema a livello del suo aspetto fisico (infortunio).
Il calcio, quindi, è uno sport che, per le sue caratteristiche intrinseche, comporta una forte sollecitazione dell’apparato muscolo-scheletrico, con la conseguente altissima incidenza di traumi o lesioni di diversa gravità.
Un infortunio sportivo è un evento che avviene durante una prestazione atletica e determina una sospensione dell’attività.
L’incidenza, le cause, la localizzazione, la tipologia e la severità degli infortuni sono fortemente condizionati dalla disciplina sportiva e dal livello agonistico.
Gli infortuni che si verificano nel calcio rappresentano circa il 60% del totale.
Alcuni studi affermano che il 75-85 % dei calciatori si infortunano almeno una volta nella stagione. L’incidenza di essi viene comunemente calcolata con l’indice IFR (Injury Frequency Rate = indice di frequenza infortuni) che consiste nel numero di infortuni ogni 1000 ore di allenamento o partita. CALCIO = 8 infortuni per 1000 ore.
Questo indice varia in base al sesso, all’età, al livello agonistico ed al tipo di prestazione (partita amichevole, ufficiale, tipo di competizione o allenamento). Ad esempio nei professionisti si evidenziano circa 8,5 infortuni ogni 1000 ore di attività sportiva, con maggiore uropincidenza nelle competizioni di alto livello e nei campionati del Nord Ea (Gran Bretagna e Olanda) rispetto a quelli del Sud Europa (Spagna e Italia); invece minor incidenza si ha negli Under 18 (4,8 infortuni per 1000 ore di partita) e nei calciatori amatoriali (11,9 – 16,9 per 1000 ore di partita).
Inoltre si verificano principalmente nel secondo tempo rispetto al primo (60 % vs 40%), in particolare negli ultimi 15 minuti.
Essi sono molteplici, i più comuni si possono riassumere così:
Nella tabella “TAB 1-C” sottostante (J.Ekstrand,2003), si possono distinguere alcuni esempi dei fattori di rischio che possono essere connessi con il pericolo d’infortunio nel calcio.
Interni | Esterni |
---|---|
Generali | Sforzo / sovraccarico |
Età | Livello di gioco |
Sesso | Numero di allenamenti |
Costituzione | Numero di partite |
Salute | Tempo di recupero |
Fattori connessi al calcio | Periodi di ritiro |
Abilità tecnica | Combinazione di più sport |
Stato di forma | Equipaggiamento |
Fattori anatomo-funzionali | Parastinchi |
Difetti anatomici | Scarpe |
Stabilità delle articolazioni | Superficie di gioco |
Agilità | Erba sintetica |
Forza | Fattori connessi al calcio |
Coordinazione | Tattica di gioco |
Stato dopo precedenti infortuni | Arbitro |
FATTORI MENTALI | Allenatore |
Personalità | Staff tecnico |
Obiettivi | |
Suscettibilità ai rischi | |
Tolleranza allo stress | |
Motivazione | |
Autostima |
Dal punto di vista anatomico, il luogo dove si riscontrano maggiormente gli infortuni è l’arto inferiore (80%), seguono la testa ed il tronco (15%) ed infine l’arto superiore (5%).
Di conseguenza se ne possono avere di varie tipologie: muscolari (30%), contusioni (28%), distorsioni (20 – 25%), patologie da “overuse”, cioè tendiniti, borsiti, fratture da stress, patologie cartilaginee… (10 - 15%), fratture (3%).
Ci sono due tipi di infortuni sportivi: quelli accidentali e da sovraccarico.
I primi sono più frequenti; sono causati dalla pressione che in una specifica occasione (tackle, scatto) supera il livello massimo sopportabile da un tessuto come un legamento, un osso o un tendine. Il rischio d’infortunio accidentale è molto alto durante i contrasti tra i giocatori, dove vengono applicate forze considerevoli, ma nel calcio il corpo di un’atleta può essere sottoposto ad un alto grado di sforzo anche in situazioni che non comprendono contatto con avversari.
Invece quelli da sovraccarico sono causati da sollecitazione articolare abnorme o eccessivamente ripetuta; possono insorgere durante i pesanti allenamenti di preparazione precampionato o durante i ritiri; coinvolgono innumerevoli fattori di rischio (cambio di superficie o il freddo, aumento della tensione muscolare con una scarsa tecnica di corsa, livello di durezza del terreno).
Nelle tabelle sottostanti (J. Ekstrand, 2003), sono riportate la distribuzione e la localizzazione dei vari tipi di infortunio, divisi per grado di gravità.
Totale (%) | Leggero (%) | Medio (%) | Grave (%) | |
---|---|---|---|---|
Infortuni legamentosi | 29 | 16 | 7 | 5 |
Strappi muscolari | 23 | 17 | 5 | 2 |
Contusioni | 20 | 15 | 5 | 0 |
Infortuni muscolo / tendinei | 18 | <9/td> | 7 | 2 |
Fratture | 4 | 1 | 1 | 2 |
Lussazioni | 2 | 0 | 2 | 0 |
Altri infortuni | 4 | 4 | 0 | 0 |
Incidenza | 100 | 62 | 27 | 11 |
Totale (%) | Leggero (%) | Medio (%) | Grave (%) | |
---|---|---|---|---|
Piede | 12 | 10 | 2 | 0 |
Caviglia | 17 | 11 | 5 | 2 |
Gamba (P.D.) | 12 | 6 | 4 | 2 |
Ginocchio | 20 | 11 | 5 | 4 |
Coscia | 14 | 6 | 5 | 2 |
Inguine | 13 | 9 | 3 | 1 |
Schiena | 5 | 4 | 1 | 0 |
Altri infortuni | 7 | 5 | 2 | 0 |
Incidenza | 100 | 62 | 27 | 11 |