Negli ultimi tempi mi è capitato spesso di assistere a degli allenamenti di gruppo quantomeno curiosi che hanno profondamente colpito la mia attenzione.
Tutto è cominciato quando ho visto un gruppo di ragazzi che sotto il forte incitamento di quello che presumibilmente era il personal trainer, per come urlava doveva esserlo per forza, sollevavano all'aria aperta enormi pneumatici da terra per poi lasciarli ricadere al suolo, altri invece adoperavano delle catene per eseguire delle alzate laterali, effettuavano trazioni alla sbarra, utilizzavano funi o sollevavano pesi di vario genere. Al segnale dell'allenatore gli atleti cambiavano velocemente postazione e iniziavano il nuovo esercizio.
A colpirmi non è stata la modalità dell'allenamento, trattasi infatti di un allenamento a circuito comprendente diverse stazioni in cui l'esecutore di volta in volta si sposta ad effettuare un esercizio diverso con piccole pause fra le esecuzioni oppure senza alcun riposo, quanto la particolarità degli attrezzi utilizzati.
Da giorni infatti passando per la palestra notavo questo enorme pneumatico appoggiato alla parete e mi chiedevo a cosa diavolo potesse servire. Dopo aver visto quell'allenamento "altamente specifico" in cui il pneumatico veniva prima sollevato da terra e poi rigettato al suolo tutto mi è apparso più chiaro.
Spinto da enorme interesse e curiosità mi adopero a fare delle ricerche. Lo chiamano allenamento funzionale da strada, anzi allenamento "altamente funzionale". Allorché sorge in me un dubbio: se per allenamento funzionale intendiamo qualcosa che ci consenta una migliore conoscenza del nostro corpo ed un suo migliore utilizzo nei diversi ambiti della vita quotidiana, ossia il riuscire a trasferire le specifiche abilità acquisite durante la sessione di allenamento agli impegni fisici della vita di tutti i giorni, funzionalmente a cosa serve sollevare un pneumatico da terra e rigettarlo? Mi domando in particolare se il pneumatico in questione sia in grado di riproporre un allenamento di tipo "altamente funzionale" o sia invece semplicemente un' abilissima trovata per attrarre una certa tipologia di clientela desiderosa di dare un'immagine di sé da uomo duro.
Quanti di quelli che solleveranno durante l'allenamento il famigerato pneumatico ne avranno poi effettivamente a che fare nel corso della propria vita? Immagino pochi. Sarebbe forse maggiormente funzionale mettersi a sollevare dei vasi di terra, sicuramente più comuni, del resto il principio è lo stesso. Oppure tornare al vecchio caro bilanciere, forse la migliore delle ipotesi. Un'altra domanda che mi pongo è che fine abbia fatto quel caro e vecchio principio della personalizzazione dell'allenamento? (leggi a tal proposito Quando la scheda è già pronta)
L'assunto di base di chi pratica e propone questa tipologia di allenamento è che vada indistintamente bene per tutti, ovviamente immagino i numerosi benefici che un soggetto con ernia discale in sede L4-L5 abbia nel piegarsi in avanti e sollevare un bel pneumatico da terra.
A parte la facile ironia l'impressione è che ormai si parli spesso troppo e a sproposito di allenamento funzionale e si osservano esercizi che di funzionale hanno veramente ben poco, tutto sta alla fantasia dei personal trainer. Non è raro, anzi piuttosto frequente, osservare in palestra atleti impegnati in numeri di equilibrio quasi circensi.
Di recente ho visto un gruppo di ragazze salire letteralmente saltando a 4 zampe gradinate di scalini seguendo le indicazioni della loro istruttrice che farneticava qualcosa su come:
bisogna trovare l'espressione della piena forza all'interno dell'ambito coordinativoIl che lì per lì come frase ad effetto può sembrare anche efficace ma nel concreto non vuol dire assolutamente nulla. Se domani decidessi di scendere e salire le scale a mo' di canguro, saltellando a gambe unite, probabilmente otterrei anche un buon allenamento per le mie gambe ma questo non farebbe di me l'inventore di chissà quale forma di allenamento o custode di una verità scientifica.
È talmente tanta la voglia e la brama fra gli istruttori di inventare un metodo di allenamento o di proporre varianti innovative di esercizi che il rischio è di perdere la conoscenza di quelli realmente efficaci e funzionali riassumibili con il termine di ginnastica (vedi anche Allenamento calistenico: storia, caratteristiche ed evoluzione di Pierluigi De Pascalis).
Un'altra delle ultime mode di allenamento prevede esercizi a stretto contatto con la natura per richiamare il tempo degli uomini delle caverne. Si utilizzano spostamenti a piedi nudi su rocce, alberi o sollevamento di tronchi o pietre per allenarsi. La cosa che più sorprende è che queste pratiche riscuotono anche il consenso della gente.
Viste le caratteristiche appena elencate e che sembrano suscitare così tanto interesse verso questi nuovi metodi di allenamento (aria aperta, allenamento funzionale, utilizzo di attrezzi non convenzionali, ecc.) anche io ho pensato di creare il mio personalissimo metodo di allenamento.
Recarsi in una delle miriadi di campagne che costellano il nostro territorio, assicurarsi di essere in un ettaro di terreno abbastanza duro, magari sotto il sole per sudare di più e favorire quindi il dimagrimento (vedi De Pascalis Sudare serve a dimagrire) munirsi di una zappa e afferrarla salda con entrambe le mani.
Con dei colpi decisi scavare la terra e ripetere l'esercizio per centinaia di volte fino a quando le braccia non inizieranno a tremare per la fatica. Alleneremo globalmente tutto il nostro corpo in maniera del tutto funzionale. Lo chiamerò "zappare la terra", un allenamento che unisce "l'espressione della piena forza all'interno dell'ambito coordinativo" e che soprattutto è adatto a tutti. Geniale no?