Nel campo del fitness le pseudoscienze sono sempre state un sottofondo rumoroso e fastidioso difficile da rimuovere. Tuttavia se mezzo secolo fa era possibile attribuire le colpe ad un settore relativamente poco diffuso, e quindi poco studiato, con scarsa possibilità di accesso a ricerche e letteratura, oggigiorno questa fragilità scientifica non solo non è più presente, ma il fitness è un campo studiato sempre più trasversalmente dai settori disciplinari più “strutturati”, più “classici” e più “maturi”.
Partendo da ogni singola branca della medicina sino alla psicologia, dalla nutrizione alla farmacologia, e con evidenti ambiti di competenza della fisica e dell’ingegneria.
Malgrado questo l’influenza delle pseudoscienze non solo permane, ma segnala una preoccupante tendenza all’incremento.
Così se un tempo c’erano solo le guaine dimagranti, il tribulus terrestris, e qualche leggenda attorno a esercizi in grado di modificare la forma dei muscoli (ipotesi e orpelli che per altro non sono mai scomparsi), oggi è impossibile stilare un elenco, perché miti e leggende nascono con quotidiana frequenza.
Il problema non è solo legato ai rischi e alle conseguenze che possono determinare su chi si avvicina al mondo del fitness, il tutto è reso più drammaticamente preoccupante quando a caderne vittime (e diventarne conseguentemente promotori) sono gli stessi professionisti del fitness, o coloro che tali si ritengono.
Così tra cerotti e magneti che dovrebbero migliorare le performance atletiche, passando per approcci puramente mistici, sino ad arrivare al fantomatico bendaggio gastrico non chirurgico, è un fiorire di proposte che, naturalmente, raggiungono il culmine quando incontrano l’ambito nutrizionale e posturale, o magari entrambi in un colpo solo.
Allora il latte diventa la causa di una cervicalgia, la farina quella dell’asma, la frutta o i legumi sono (a seconda dell’area del disagio cognitivo di appartenenza) alla base di stati infiammatori.
Inutile dire che queste premesse sono la base per fatturare alle spalle di chi incautamente si lascia soggiogare, spesso in buona fede, spingendosi a comprare kit del capello promossi da discutibili personaggi, cerotti che asportano le tossine dalla pianta del piede, e chi più ne ha più ne metta.
La crescente influenza delle pseudoscienze e delle teorie improbabili su allenamento e alimentazione tra i professionisti del settore è una vera piaga, che ha come causa principale una sostanziale ignoranza, conseguenza di un sistema scolastico che mai si è preoccupato di fornire gli anticorpi, insegnando sin dalle scuole elementari cosa sia il metodo scientifico, la plausibilità biologica, il livello di attendibilità di uno studio.
Questa problematica, così come accaduto per l’ambito sanitario, inizia a minare in modo significativo la credibilità e l'efficacia di un intero settore, proprio nel momento storico in cui si preparava ad emergere dopo decenni in cui era ritenuta una disciplina di serie B, relegata al semplice aspetto ludico, per proiettarsi come elemento fondamentale per la prevenzione, la longevità e l’efficienza fisica.
Se la scuola nulla ha mai fatto per promuovere l’assetto scientifico, stupisce che anche le università restino sostanzialmente al palo, con una offerta formativa troppo in ritardo rispetto all’evoluzione tenico-scientifica, una programmazione anacronistica, strutture e attrezzature praticamente inesistenti, docenti che si limitano a leggere slide.
Il colpo di grazia viene dai “sindacalisti del fitness” che, come tutti i “sindacalisti moderni”, sono totalmente avulsi dall’ambito disciplinare e dal lavoro tout court, inciampano su concetti semplici ogni volta che se ne occupano, e hanno come unica priorità una difesa corporativistica nel nome di una presunta superiorità.
Occorre tempestivamente ripartire, è essenziale riconoscere l'importanza della scienza e della ricerca basata sull'evidenza, anche nel campo del fitness. Uscire dalla logica dell’ipse dixit, ma anche da quella più subdola della mera citazione di un articolo che non si è letto, e per il quale in ogni caso non si possiedono le basi per discriminarne la solidità.
L'allenamento e la nutrizione sono discipline complesse che richiedono una comprensione profonda dei processi biologici e fisiologici, al contrario molti professionisti del fitness sembrano essere catturati dal fascino delle "soluzioni rapide", delle teorie non verificate, delle spiegazioni “belle perché comprensibili con facilità”, che promettono risultati straordinari senza alcun fondamento.
Salvo elemosinare l’imprimatur delle loro affermazioni ad altri ambiti della ricerca, nei confronti dei quali si continua a essere conseguentemente succubi e subalterni.
È fondamentale che i professionisti del fitness acquisiscano una solida formazione basata su principi scientifici validi e riconosciuti, e con percorsi che prevedano una formazione continua e di alto livello, non solo per migliorare la qualità del servizio offerto, ma anche per aumentare la fiducia e il rispetto verso la professione.
Le associazioni professionali e di categoria dovrebbero svolgere un ruolo più attivo nel contrastare la diffusione delle pseudoscienze, ma sono troppo preoccupate a tesserare ogni “scappato di casa” desideroso di un gruppo cui appartenere.
Vincere l'attrazione esercitata dalle pseudoscienze e dalle teorie improbabili rappresenta una sfida significativa per il mondo del fitness, se si vuole evitare che resti intrappolato in un contesto che non merita.