Cancro ai polmoni: fattori di rischio intrinseci

Di Salvatore Bracco

Alcol, dieta, fattori ormonali e patologie ormonali pregresse sono fattori di rischio nell'insorgenza del cancro ai polmoni. Analisi della correlazione tra questi fattori e il cancro al polmone

Alcol e cancro ai polmoni

L'analisi di 7 studi prospettici che includono 399.767 partecipanti e 3.137 casi di cancro ai polmoni evidenzia un incremento del rischio di sviluppare cancro al polmone tra i soggetti che avevano consumato almeno 30 g di alcol al giorno1. Questi risultati suggeriscono che l'alcol possa essere un fattore di rischio per il carcinoma polmonare anche se questa ipotesi deve essere supportata da ulteriori evidenze sperimentali.

I meccanismi con cui le bevande alcoliche esercitano il loro effetto cancerogeno non sono pienamente chiariti e probabilmente, al pari di altri agenti cancerogeni, differiscono a seconda degli organi o tessuti bersaglio.

L'alcol agisce come solvente aumentando l'assorbimento di composti cancerogeni nella mucosa del tratto aerodigestivo superiore. Questo meccanismo spiegherebbe l'effetto sinergico dell'alcol e del fumo di tabacco, ma rimangono incerti gli effetti nei non fumatori. Diversi studi dimostrano che l'acetaldeide, il metabolita primario dell'etanolo, sia il principale responsabile dell'effetto cancerogeno dell'alcol2. Gli enzimi alcol deidrogenasi (ADH) e aldeide deidrogenasi (ALDH) sono responsabili rispettivamente dell'ossidazione dell'etanolo ad acetaldeide e della successiva ossidazione dell'acetaldeide ad acetato. Un eccessiva attività di questi enzimi induce una riduzione del rapporto tra nicotinammide adenina di-nucleotide ossidato e ridotto (NAD+/NADH) con accumulo di acetil-CoA (Figura 1).

riduzione del rapporto tra nicotinammide adenina di-nucleotide ossidato e ridotto
Figura 1: Ossidazione catabolica dell'etanolo. Il processo determina una eccessiva produzione di NADH che si traduce in una riduzione dei livelli di NAD+ e conseguente danno ossidativo.

La deplezione di NAD+ determina una riduzione dell'attività dei sistemi antiossidanti mentre l'attività del sistema microsomiale di ossidazione (MEOS) induce un'aumentata produzione di ROS ad effetto citotossico correlato a processi degenerativi (cirrosi) o carcinogenici che interessano vari organi ed apparati3.

L'alcol ha anche effetti sistemici sia sul metabolismo dei folati che sull'assunzione, l'assorbimento e il metabolismo delle vitamine B6 e B12, processi correlati a fenomeni epigenetici a carico del DNA e all'alterazione dell'espressione di oncogeni e oncosoppressori2.

Infine l'assunzione di alcol può inibire la funzione immunitaria, favorendo così lo sviluppo di cancro e metastasi4.

Cancro ai polmoni e dieta

L'alimentazione gioca un ruolo importante nello sviluppo del carcinoma polmonare. Gran parte degli studi sulla relazione tra regime dietetico e carcinoma polmonare sono focalizzati sulla capacità di micronutrienti antiossidanti di opporsi al danno ossidativo al DNA e, quindi, di prevenire l'insorgenza del cancro5.

I risultati di alcuni studi hanno dimostrato che l'elevato apporto di frutta e verdura, ricche di vitamine antiossidanti e carotenoidi, riduce il rischio di sviluppare carcinoma polmonare6, 7.

Altri nutrienti sembrano avere effetti opposti. Infatti, l'elevato consumo di carne rossa ottenuta da bovini, ovini e suini sembra sia associato alla carcinogenesi a causa dei livelli elevati di grassi saturi, del contenuto di ferro emico e di potenti mutageni (principalmente ammine eterocicliche o HCA8, 9 e IPA10, 11) prodotti durante la cottura ad alta temperatura, la lavorazione o la conservazione della carne. Viceversa, è stato proposto che l'assunzione di carni bianche ottenute da pesce e pollame, possa ridurre il rischio di cancro12, 13 in virtù del contenuto relativamente basso di ferro emico in queste carni e per la presenza, prevalentemente nei prodotti ittici, di acidi grassi polinsaturi omega-3 a catena lunga.

Fattori ormonali e insorgenza del cancro ai polmoni

La percentuale più elevata di carcinoma polmonare nelle donne che non hanno mai fumato rispetto agli uomini non fumatori suggerisce un possibile ruolo ormonale nell'induzione della patologia. Diversi studi indicano che un aumento dei livelli degli estrogeni può essere associato al rischio di sviluppare carcinoma polmonare. La menopausa precoce è associata ad una diminuzione del rischio di cancro al polmone, mentre la terapia ormonale sostitutiva (HRT) è associata ad un aumentato rischio di tumore al polmone e ad un tasso di sopravvivenza minore, in particolare nei fumatori14, 15. Ma la questione è ancora controversa visto che alcuni studi hanno dimostrato che HRT è associata ad un ridotto rischio di cancro ai polmoni, soprattutto tra i fumatori16, 17 o ad effetti non significativi18, 19.

Presenza di patologie polmonari pregresse: incidenza sull'aumento della suscettibilità al cancro al polmone

In aggiunta ai fattori sopra citati, un'aumentata suscettibilità al cancro al polmone può derivare da danni e patologie pregresse. Tali patologie rientrano in due categorie principali: quelle in cui il flusso d'aria è ostacolato, come ad esempio la BPCO e quelle in cui si ha la formazione di tessuto fibrotico che limita la capacità polmonare, come l'asbestosi.

Le condizioni di enfisema polmonare e bronchite cronica, caratteristiche della BPCO, sono fortemente associate ad un'esposizione massiva al fumo di sigaretta. Di conseguenza, i soggetti affetti da queste patologie hanno una probabilità maggiore di sviluppare il carcinoma polmonare20.

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