Rispetto alla definizione del concetto "forza" nell'ambito della fisica, la formulazione di una definizione precisa dello stesso concetto che ne comprenda anche i suoi aspetti fisiologici e psichici presenta notevoli difficoltà. Infatti, i tipi di forza, di lavoro muscolare, di tensione muscolare, e il carattere differenziato di quest'ultima, sono straordinariamente elevati e sono influenzati da numerosi fattori. Quindi, una spiegazione tesa a definire il concetto di forza può essere possibile solo in rapporto con le seguenti tipologie di manifestazioni della forza.
Una definizione generale potrebbe essere: capacità del muscolo a produrre tensione, attraverso la contrazione muscolare.
La forza o le diverse forme nelle quali essa si manifesta possono essere sempre trattate sotto l'aspetto della forza generale o speciale.
Per forza generale si intende la forza di tutti i gruppi muscolari, indipendentemente dallo sport praticato, mentre la forza speciale rappresenta la sua forma di espressione tipica di un determinato sport o del suo correlato muscolare specifico (cioè gruppi muscolari che partecipano a un determinato movimento sportivo).
La forza massimale rappresenta la massima forza possibile che il sistema neuromuscolare ha la possibilità di esprimere in una massima contrazione volontaria.
Ancora più elevata della forza massimale è la forza cosiddetta forza estrema, che rappresenta la somma della forza massimale e delle riserve di forza che possono essere mobilitate solo in condizioni particolari (pericolo di vita, ipnosi, ecc).
La forza massimale dipende da queste componenti:
Un miglioramento della forza massimale può essere ottenuto agendo su ciascuna di queste tre componenti.
Dal punto di vista energetico, il ruolo decisivo nell'estrinsecazione della forza massimale spetta ai fosfati macroenergetici (ATP, CP) perché il massimo sviluppo della forza si realizza soltanto in frazioni di secondi o comunque in pochi secondi: un carico massimale eseguito fino a esaurimento porta rapidamente a un'eccessiva acidosi intracellulare (aumento del lattato) e, quindi, a una diminuzione della prestazione nella zona sub massimale.
La forza rapida comprende la capacità del sistema neuro-muscolare di muovere il corpo e le sue parti oppure oggetti alla massima velocità.
Nella stessa persona vi può essere una espressione diversa della forza rapida nelle diverse estremità (arti superiori, arti inferiori): un atleta può disporre di un arto superiore veloce ma di movimenti lenti degli arti inferiori (pugile).
La forza rapida può essere rappresentata molto bene attraverso i parametri dello sviluppo della forza nella curva forza-tempo. La forza iniziale (curva della forza nei primi 30 ms, F30/t30) caratterizza la salita della forza all'inizio della sua produzione. La salita più ripida della curva forza-tempo caratterizza la forza esplosiva (?F/?t). La salita della forza fino al raggiungimento del suo massima è definita forza rapida (Fmax/tmax). L'espressione della forza rapida dipende, quindi, dalla forza iniziale, dalla forza esplosiva e dalla forza massimale.
Il regime di salita della forza è diverso da sport a sport (Steinhofer 2003).
La rapidità di salita della curva, che rappresenta il parametro della capacità di forza rapida, definibile anche come rapidità aciclica, dipende principalmente da tre fattori:
Dal punto di vista della metodica dell'allenamento, come detto, nel settore della forza rapida si possono distinguere la forza iniziale e la forza esplosiva.
Per forza iniziale, una sottocategoria della forza esplosiva, si intende la capacità di riuscire a realizzare la massima salita possibile della curva forza-tempo all'inizio della tensione muscolare. Alla sua base troviamo la capacità di riuscire a reclutare il massimo numero possibile di unità motorie all'inizio della contrazione e, quindi, di impiegare una forza elevata all'inizio del movimento.
Per forza esplosiva s'intende la capacità di riuscire a realizzare una salita più rapida possibile della curva forza-tempo: in primo piano, troviamo l'aumento della forza nell'unità di tempo. La forza esplosiva dipende dalla rapidità di contrazione delle unità motorie delle FTF, dal numero delle unità motorie che si contraggono contemporaneamente e dalla forza contrattile delle fibre reclutate.
Perciò se le resistenze al movimento sono scarse, domina la forza iniziale, ma se aumentano, rallentando l'impulso di forza, domina la forza esplosiva e, successivamente, la forza massimale se le resistenze al movimento sono molto elevate.
La capacità dell’organismo di riuscire a realizzare in un tempo brevissimo il massimo impulso di forza concentrica dopo un movimento frenante (eccentrico) è definito regime reattivo di movimento.
Per forza reattiva si intende, perciò, la prestazione muscolare che, all’interno di un ciclo allungamento-accorciamento, genera un più elevato impulso di forza.
A causa di particolarità nervose e meccaniche rispetto alla forza rapida, attualmente la forza reattiva è considerata una forma di manifestazione della forza relativamente indipendente. I fattori dai quali dipende, essenzialmente, sono tre: morfologico-fisiologici, coordinativi e motivazionali.
Dei fattori morfologico-fisiologici fanno parte i presupposti antropometrici (massa corporea, statura, lunghezza dei piedi), la massa muscolare, la capacità di attivazione volontaria, la stiffness muscolare e la composizione delle fibre muscolari.
Il fattore coordinativo è rappresentato dalla coordinazione intra e intermuscolare.
I fattori motivazionali si basano sulla disponibilità alla sforzo, sulla forza di volontà e sulla concentrazione.
La capacità di resistenza alla forza può essere definita come capacità di opporsi alla fatica in carichi maggiori del 30% del massimo individuale di forza isometrica.
Ehlenz, Grosser e Zimmerman (1998) per ragioni metodologiche, distinguono
In questa definizione, comunque, mancano indicazione sulla durata dei carichi, della quale si tiene conto, invece, nella definizione del concetto di Schmidtbleicher ( 1989) e Klein, Frohlich (2001).
Schmidtbleicher intende per resistenza alla forza la capacità di produrre una somma di impulsi di forza quanto più elevata possibile in un tempo stabilito (al massimo un tempo della durata di 2 min in un carico a esaurimento) contro pesi elevati (superiori al 30% della forza massimale). La particolare importanza della durata (tempo) del carico è stata messa in particolare risalto da Klein, Frohlich, in quanto, in ultima analisi, sarebbe essa a determinare il sovraccarico che deve essere scelto. Per tale ragione, questi autori stabiliscono durate del carico di 45-60 secondi e consigliano un numero costante di 25-30 ripetizioni a un ritmo relativamente uniforme. Il peso di ogni serie deve essere scelto in modo tale che si possa mantenere il numero stabilito di ripetizioni, senza grandi scostamenti.
Una forma particolare di resistenza alla forza è rappresentata dalla resistenza alla forza rapida, straordinariamente importante in tutti gli sport nei quali, per la prestazione, è determinante l’esecuzione per un lungo periodo di movimenti rapidi e potenti delle estremità o del tronco. La resistenza alla forza rapida dipende, in modo determinante, dalla capacità di recupero rapido della muscolatura interessata e, quindi, da una capacità di prestazione di resistenza generale e locale aerobica e anaerobica ben sviluppata.
Frey accanto alla forza massimale, alla forza rapida e alla resistenza alla forza pone queste forme speciali di forza: