Epidemiologia nel tennis

Di Federica D'Ambrosio

Alcuni Autori hanno identificato 28 studi epidemiologici sugli infortuni nel tennis pubblicati dal 1966. Le lesioni di tipo acuto si riscontrano maggiormente a carico degli arti inferiori. Alcuni Autori hanno evidenziato come tale patologia sia provocata

Il tennis è uno sport che si basa sulla coordinazione, sulla fluidità dei movimenti del corpo e su di un complesso di forze che spesso agiscono in modo contrastante provocando gravi problemi fisici. Ormai i tennisti professionisti e coloro che intraprendono la lunga strada del professionismo sono sottoposti a stress fisici notevoli. Si gioca tanto, in condizioni di gioco non omogenee, e senza poter prevedere una vera programmazione annuale, un calendario strutturato rigidamente visto che più si vince e più si è "costretti" a giocare nel corso della settimana. Diventa quindi ancor più importante gestire bene l'aspetto psico-fisico della prestazione, per ridurre al massimo i possibili infortuni, soprattutto quelli derivanti non solo da un trauma ma anche per cause psico-fisiche, come ad esempio lo stress. Molte delle lesioni provocate dal tennis sono una causa comune di disabilità e, in alcuni casi può comportare assenza dall' attività agonistica (Dekker et al.,2003).

Per tutte queste ragioni è importante sviluppare misure efficaci per la prevenzione degli infortuni.

Il tennis è uno sport popolare che attira 75 milioni partecipanti in tutto il mondo di differenti fasce d'età. (Pluim, et al.;2007) ed è uno sport con crescente crescita di giocatori attivi ( Perkins and Davis,2006; Kuhne et al., 2004; Bylak and Hutchinson, 1998). Proprio per questa ragione sono sempre più gli studi e le sperimentazioni effettuati nel corso del tempo sull'epidemiologia e rischio di infortuni in questo sport ( Knowles et al., 2007; Con net al., 2003; Belechri et al., 2001). Alcuni Autori hanno identificato 28 studi epidemiologici sugli infortuni nel tennis pubblicati dal 1966 (Pluim et al.;2006). I benefici per la salute di questa attività sono ben riconosciuti, infatti, in una recente review alcuni Autori hanno riscontrato che tennisti hanno superiori capacità aerobiche e, di conseguenza, una diminuzione del rischio di malattie cardiovascolari, una percentuale inferiore di massa grassa e migliore densità minerale ossea rispetto ai gruppi di controllo (Pluim et al.;2007). Nonostante questi benefici, occorre sottolineare come ogni cambio di direzione determini un carico sull'articolazione del ginocchio pari a 1,5-2,7 volte il peso corporeo, determinando un aumento significativo del rischio di lesione ( Kibler et al.,2005).

Le specifiche richieste di un determinato sport come il tennis possono comportare nei giocatori l'insorgenza di lesioni a carico degli arti inferiori, superiori e del tronco e adattamenti muscolo-scheletrici (Ellenbecker and Roetert,2003; Roetert and Ellenbecker, 1997; Kibler et al.,1996). Da studi effettuati su tennisti juniores è emerso che la maggior parte delle lesioni (39-59% dell'incidenza totale degli infortuni) si verifica a carico degli arti inferiori, seguito da lesioni alle estremità superiori (20-45%) e del tronco (11-30%) (Pluim et al.,2006;Kibler,Safran, 2005; Feit et al., 1993).

Le lesioni di tipo acuto si riscontrano maggiormente a carico degli arti inferiori; tra queste ritroviamo:

  • lesioni muscolari ( Kuhne et al.,2004; Silva et al.,2003);
  • lesioni tendinee (Lowry et al.,2001; Trepman et al.,1994);
  • lesioni al menisco e ai legamenti e le distorsioni delle caviglie che rappresentano 39-59% dell'incidenza totale degli infortuni (Kibler et al.;2005).
  • fascite plantare (McElgun et al.,1994; Herrick et al.,1983);
  • fratture da stress (Hyde et al.,1998; Motto et al.,1993)
  • lesioni interne al ginocchio ( crociato anteriore) (Powell et al.,1988).

L'incidenza delle lesioni, varia tra gli studi effettuati dal 0,05-2,9 lesioni per giocatore per anno (Pluim et al.; 2006).

Nei tornei juniores le parti del corpo che più comunemente vanno incontro a lesioni risultano essere la coscia e l'articolazione della caviglia, la spalla e le articolazioni del gomito e della colonna lombare (Kibler et al.,2005). I tipi di lesione più comuni risultano essere elongazioni (14-64,9%), seguiti da infiammazione (10-18,4%) e distorsioni (8,5-17,1%) ( Silva et al., 2003; Hutchinson et al., 1995; Winge et al., 1989; Reece et al.,1986).

E' stato dimostrato che il rischio di infortunio al distretto degli hamstring non caratterizza solo i praticanti di discipline di corsa veloce di atletica leggera, ma anche tutti quelli sport che ricorrono a tale gestualità nell'ambito del modello di prestazione, ovvero tutte quelle discipline in cui vengono effettuate continue accelerazioni e decelerazioni ( es. calcio, tennis). Le lesioni agli hamstring sono maggiormente presenti in sport in cui vengono effettuati continui sprint e salti (Yeung et al., 2009; Woods et al., 2004; Arnason et al., 2004; Askling et al., 2003; Orchard and Seward, 2002; Bennell and Crossley, 1996).

Sempre a riguardo degli infortuni predominanti nel tennis professionistico sono stati effettuati nel corso degli anni altri numerosi studi; da dieci studi(Vriend et al.,2005; Kuhne et al., 2004; Letsel Informatie Systeem,1999-2003; Sallis et al., 2001; Hutchinson et al., 1995; Krause et al.,1988; Reece et al.,1986) su 13 effettuati(Vriend et al.,2005; Kuhne et al., 2004; Letsel Informatie Systeem,1999-2003; Sallis et al., 2001; Hutchinson et al., 1995; Winge et al.,1989;Krause et al.,1988; Reece et al.,1986; von Kra¨mer et al., 1979; Biener et al., 1976). è emerso che vi è una grande variazione del tasso di incidenza di lesioni nel tennis. La maggior parte delle lesioni si verificano nelle estremità inferiori, seguita dalla estremità superiori ed il tronco. Inoltre 4 (Letsel Informatie Systeem,1999-2003; Weijermans et al., 1998; Hutchinson et al., 1995; Chard et al.,1987) dei 6 studi (Jayanthi et al., 2005; Letsel Informatie Systeem 1999–2003; Weijermans et al., 1998; Hutchinson et al., 1995) effettuati hanno messo in evidenza che le lesioni più acute si verificano negli arti inferiori, mentre la maggior parte di quelle croniche riguardano le estremità superiori.

Da una indagine (durata 2 anni) sono emerse informazioni molto importanti. Si è riscontrato che trenta-nove giocatori (su 55) hanno subito un totale di 100 infortuni durante i due anni studiati. Dodici giocatori hanno subito tre o più lesioni durante i 2 anni del periodo di studio. Il 76% degli infortuni sono avvenuti durante le ore di allenamento mentre il 24% durante lo svolgimento dei match. La maggior parte degli infortuni si è verificato nel mese di febbraio, Marzo, agosto e settembre per i ragazzi e nel mese di marzo, Maggio, ottobre e novembre per le ragazze.

Trenta per cento dei giocatori non ha avuto alcuna lesione, il 45% non ha avuto alcun danno agli arti inferiori, il 65% non ha subito alcuna lesione agli arti superiori e il 75% non ha subito alcun danno al tronco.

La figura 1 mostra la frequenza delle lesioni in base alla differente regione anatomica.

infortuni sport

La colonna lombare è risultata essere il tratto maggiormente colpito da lesioni( n=21),seguita dall'articolazione della caviglia (n=19),ginocchio (n=14) e l'articolazione della spalla (n=8).E' emerso che non ci sono differenze significative tra i sessi in termini della distribuzione delle lesioni.

infortuni distribuzione

Il 54% delle lesioni risultavano essere lesioni provocate da sovraccarico mentre il restante 46% sono lesioni traumatiche.

Le lesioni da eccessivo uso comprendono tendinopatie, maggiormente a carico delle estremità superiori (75%) rispetto al tronco (67%) e rispetto alle estremità inferiori (39%).

Tra le lesioni più comuni ritroviamo quelle a carico del ginocchio, di cui il 72% sono state classificate come lesioni da overuse tra cui tendinopatia rotulea (n = 2), la sindrome della banda ileotibiale (n = 2), tendinopatia a carico del quadricipite (n = 1), il morbo di Osgood Schlatter (n = 2), sindrome patello-femorale dolorosa (n = 1) e dolore al ginocchio non specifico a causa di sovraccarico eccessivo (n = 2).

Tra quelle traumatiche invece ritroviamo rotture legamentose (n = 2) e la sublussazione della rotula (n = 2).Il ginocchio dominante è stato coinvolto nel 57% dei casi. L'incidenza degli infortuni a giocatori di tennis juniores è relativamente basso (Hjelm et al., 2010).

Sono emerse differenze di genere per ciò che concerne gli infortuni; infatti sono state osservate maggiormente lesioni a carico delle caviglie e del tratto lombare per i ragazzi mentre lesioni a livello delle ginocchia e della zona lombare per le ragazze. Oltre il 40% degli infortuni sono stati considerati gravi, il 30% sono stati classificati come moderati (Hjelm et al., 2010).

Un ulteriore studio è stato effettuato con lo scopo di determinare il volume e il grado di asimmetria del muscolo retto addominale (RA)nei giocatori di tennis professionistico, ed è stato messo in evidenza che il tennis professionistico è associato a una marcata ipertrofia del muscolo retto addominale, pari al 58% maggiore rispetto ai controlli rappresentati da soggetti sedentari (Sanchis-Moysi et al., 2010).

Inoltre tale ipertrofia del muscolo retto dell'addome è più evidente sul lato non dominante rispetto al lato dominante, in particolare nelle regioni più distali (Sanchis-Moysi et al., 2010).A conferma di ciò, alcuni Autori testando giocatori juniores di elite hanno riscontrato una maggiore forza reale negli addominali e flessori del tronco rispetto agli estensori (Roetert et al.,1996).

Tale squilibrio è stato considerato, da alcuni ricercatori, una delle cause dell'insorgenza, nel tennista, di problematiche a carico del tratto lombare (Alyas et al.,2007; Hutchinson et al.,1995). I movimenti richiesti nel tennis sono flessione ed estensione ripetuta del tronco, flessione laterale e la rotazione della colonna vertebrale; tutti questi movimenti sono ritenuti fattori di rischio per la lombalgia (Tammelin et al.,2007) .

La combinazione di tutti questi movimenti che sono effettuati nella fase di carico del servizio di tennis causa un notevole stress alla colonna lombare e rappresenta quindi un fattore di rischio per l'insorgenza di spondilolisi (frattura di uno specifico regione delle vertebre) e spondilolistesi (frattura anteriore con graduata migrazione del corpo vertebrale)( Goldstein et al., 2001; . Hutchinson, 1999; Sward et al., 1990; Jackson et al., 1976).

Alcuni ricercatori (Alyas et al.;2007) hanno studiato la colonna vertebrale di 33 asintomatici, elite, tennisti adolescenti età media 17 anni( Newcomer et al.,1996;,3 Balague et al.,1988; Bejia et al., 2005). Nove su 10 giocatori hanno mostrato lesioni (3 fratture complete), e 23 pazienti hanno mostrato segni di artropatia. I tennisti possono quindi soffrire di malattia al disco lombare, sciatica, e sindromi secondarie all' eccessivo carico ripetitivo.

Ricerche specifiche hanno riscontrato in discipline come il calcio, il cricket ed ulteriori sport di squadra e individuali la presenza di squilibri muscolari nella regione lombo- pelvica, specialmente nei muscoli coinvolti nella stabilità e protezione dell'articolazione. Si pensa che questo squilibrio muscolare si verifichi per via di specifici movimenti sportivi. Ciò è stato tuttavia riscontrato in un ampia fascia di prestazioni sportive di atleti di alto livello e si pensa che tale squilibrio potrebbe essere collegato all' insorgenza di lesioni sportive ( Franettovich et al.;2011).

Le Asimmetrie bilaterali si sospetta che aumentino il rischio di infortuni e hanno un impatto negativo sulle prestazioni ( Impellizzeri, et al., 2007; Lawson et al., 2006; Newton et al.,2006; Stephens et al., 2005; Skelton et al., 2002; Croisier et al., 2002).

Come già precedentemente enunciato, i giocatori di tennis oltre ad essere soggetti maggiormente ad infortuni a carico degli arti inferiori, è stato riscontrato che subiscono altrettanti infortuni a carico degli arti superiori tra cui predominano l' epicondinite radiale o detta anche "gomito del tennista" e la lesione della cuffia dei rotatori (Wilk et al.,2009).

L'epicondilite è un'infiammazione dei muscoli estensori del polso, nel loro punto di inserzione, in seguito ad una serie di microtraumi ripetuti nel tempo, tipici di chi gioca a tennis ( Grassi et al., 2007).

Questo tipo di lesione è la conseguenza dell'utilizzo di una racchetta inadeguata al livello dell'atleta o sproporzionata alle sue caratteristiche fisiche, inoltre può essere causata da una tensione delle corde troppo elevata o troppo bassa ( Grassi et al., 2007). Alcuni studiosi ritengono che dal 10 al 50% dei casi l'insorgenza di tale patologia, sia dovuta a una scorretta tecnica di esecuzione di uno dei colpi fondamentali del tennis, ovvero il rovescio. Spesso questo colpo viene eseguito u con il gomito anticipa il braccio, infatti viene definito "rovescio ritardato"( Grassi et al., 2007). L'arma per combattere tale lesione è senz'altro far uso di un'adeguata attrezzatura, adeguata alle caratteristiche fisiche, all'età del soggetto, infatti sentiamo parlare di racchette junior per atleti under 12, utilizzare una racchetta che non sia troppo rigida, in quanto tenderebbe a scaricare tutte le vibrazioni sul braccio. Inoltre il gomito non può sopportare lo shock dell'impatto senza che il corpo faccia da supporto quindi risulta fondamentale che il soggetto impari a sfruttare durante l'esecuzione di uno dei fondamentali anche la spinta degli arti inferiori e del tronco. Il tasso di incidenza e prevalenza di questo tipo di lesione, comunemente chiamata"gomito del tennista"è stato piuttosto alto, con incidenza che varia dal 9% (Gruchow et al., 1979) al 35% (Carroll ,1981) e prevalenza che varia da 14% (Gruchow et al., 1979) a 41% (Priest et al., 1880a; Priest et al., 1980b).

Le lesioni da overuse sono comuni nei giovani tennisti in base alle differenti caratteristiche delle superficie di gioco (Bylak, Hutchinson;1998) Infatti sui campi in erba è risultata una minor percentuale di incontri terminati per abbandono; un più alto tasso di partite terminate per abbandono si è riscontrato ,tra le donne, sulla terra battuta rispetto alle altre superfici e inoltre è emerso che un maggior numero di match maschili terminati per infortunio si è avuto durante le competizioni su hard court . (Cross, 1978-2005).

Da un ulteriore studio effettuato per 3 anni su giocatori professionisti di sesso maschile è emerso inoltre che il trattamento medico è stato richiesto durante i match più volte sull'erba e molto più spesso su hard court rispetto alla terra battuta ( Bastholt, 2009). Inoltre tassi inferiori di problemi al ginocchio sono stati osservati anche nei soggetti anziani partecipanti a competizioni su terra battuta ( Kulund et al.,1979).

Per quanto riguarda la lesione della cuffia dei rotatori, è un tipo di lesione che compare in tutti gli sport in cui l'atleta solleva il braccio al di sopra della testa, infatti rientra a far parte delle sindromi over head, come nel caso del lancio del giavellotto, lancio del peso, pallacanestro, pallavolo, tennis, nuoto, sport caratterizzati da movimenti ripetuti di flessione e abduzione, ad almeno 90 gradi del braccio ( Sannicandro et al., 2010). Alcuni Autori hanno evidenziato come tale patologia sia provocata dalla modernizzazione del gioco del tennis (Ryu et al.,1988).

Infatti attualmente il 75% dei colpi giocati durante un match sono rappresentati dal servizio e dal diritto, che intrinsecamente richiedono una potente rotazione interna delle spalle per la generazione di energia, e questo di conseguenza comporta uno squilibrio muscolare tra la cuffia dei rotatori posteriore (rotatori esterni) rispetto ai rotatori interni (Johnson et al.,2006; Ryu et al.,1988).

Questa disfunzione muscolare e questa debolezza nella parte superiore della schiena e del torace riscontrata dagli esperti sui tennisti d'elite (Kibler, 1998) ha portato alla nascita di protocolli sulla prevenzione degli infortuni e quindi una serie di esercizi per aumentare la cuffia dei rotatori posteriore e per assicurare una migliore stabilizzazione scapolare. Durante questi movimenti la cuffia è costantemente sollecitata a svolgere la sua funzione ovvero quella di stabilizzatore della testa dell'omero nella cavità glenoidea della scapola, e il suo continuo sfiancamento potrebbe nel tempo comportare l'insorgenza di tale infortunio. E' risultata essere una lesione abbastanza comune la frattura da stress a carico degli arti superiori( Sinha et al.,1999; Guha et al., 1977) nello specifico a carico del metacarpo, osso uncinato, radio, ulna e omero. Queste fratture risultano essere la conseguenza di carici che agiscono sull'arto durante l'esecuzione continua e ripetitiva dei colpi del tennis ( Rettig et al.,1985; Rettig et al.,1983), rappresentati soprattutto dal continuo impatto palmo della mano / manico della racchetta ( Parker et al.,1986; Guha et al., 1977) e dallo stress torsionale elevato (Bollen et al.,1993; Rettig et al.,1985; Rettig et al.,1983).

Voci glossario

Allenamento Forza Infiammazione