Certificato medico in palestra

Di Redazione

Il certificato medico in palestra è davvero obbligatorio? Quali sono le norme da rispettare e come procedere per l'idoneità sportiva?

Il certificato medico non costituisce, da punto di vista normativo, condicio sine qua non per lo svolgimento di attività fisica in palestra. Questo è quanto emerge, già prima facie, dalla legislazione in materia. In Italia, infatti, manca del tutto qualunque prescrizione in tal senso, e la scelta sulle modalità attraverso le quali verificare l'idoneità fisica del fruitore dei servizi del centro fitness è lasciata esclusivamente al gestore dell'impianto.

Si tratta di un vuoto normativo particolarmente grave: da una parte, infatti, l'attuale sistema va chiaramente a scapito dell'integrità dello sportivo; dall'altra, è forte il rischio che si verifichino disparità di trattamento, anche dal punto di vista dell'assunzione di responsabilità da parte dell'organizzatore.
Attualmente, le scelte si indirizzano, principalmente, verso tre direzioni: i centri più attrezzati sono dotati di personale medico interno. L'alternativa più diffusa consiste nella richiesta di presentazione di un certificato di sana e robusta costituzione. Infine, in alcuni casi, peraltro rari, le palestre si accontentano di far sottoscrivere al socio una dichiarazione di assunzione esclusiva di responsabilità per eventuali sinistri, con conseguente esonero della palestra.

Ma quali sono le ragioni di una così evidente differenza rispetto alle normali discipline sportive? La vera discriminante è costituita dal fatto che il Comitato Olimpico Internazione (Cio) non ha ancora ritenuto di dover attribuire al fitness la qualifica di attività sportiva vera e propria, sulla base dell'unica, decisiva, circostanza che la componente agonistica risulta, nel suddetto ambito, del tutto assente.
Di conseguenza, nulla e nessuno può imporre ai centri fitness di dover richiedere ai soggetti richiedenti l'iscrizione, prodromicamente alla stessa, il certificato di idoneità sportiva agonistica, l'unico veramente in grado di dare buoni riscontri in termini di eventuale rischio sanitario conseguente all'attività svolta in palestra. Preme, infatti, ricordare che l'elettrocardiogramma sottosforzo, non previsto nell'ambito degli accertamenti di cui alla dichiarazione di sana e robusta costituzione rilasciata dal medico di base, sarebbe, invece, estremamente consigliabile, soprattutto per chi effettua allenamenti particolarmente dispendiosi dal punto di vista energetico, quali ad esempio lo spinning.
È poi necessario effettuare un'altra, doverosa, considerazione: nella malaugurata ipotesi di verificazione di un sinistro nel corso delle sedute in palestra, la dichiarazione di assunzione di responsabilità fatta sottoscrivere al cliente, non garantisce in alcun modo i titolari del centro fitness rispetto all'eventualità di essere chiamati a rispondere in giudizio dell'accadimento in questione, a titolo di responsabilità civile. L'unica vera possibilità di essere esonerati consiste nel dimostrare di aver posto in essere tutti gli adempimenti necessari al fine di evitare il verificarsi dell'evento, che pertanto deve essere considerato del tutto fortuito.

Nel frattempo, alcune regioni si stanno muovendo autonomamente per tutelare la salute degli atleti. In Emilia Romagna, ad esempio, con delibera della Giunta del 26 aprile 2004, è stato stabilito che i certificati medici per attività non agonistica debbano essere gratuiti per circa 130 mila minorenni e disabili di ogni età che svolgono attività fisica a livello amatoriale. I documenti saranno redatti dal medico di famiglia, dal pediatra di libera scelta, nonché dai servizi di medicina dello sport delle Asl. Il provvedimento, inoltre, introduce il libretto sanitario dello sportivo, un documento che registrerà le visite annuali per l'idoneità alla pratica sportiva e semplificherà la burocrazia, eliminando, ad esempio, la doppia certificazione per chi, ad esempio, pratica due diverse discipline.