I motivi per cui una dieta fallisce

Di Luca Danesi

Tutti hanno provato la frustrazione di una dieta che garantisce risultati immediati ma che nel lungo periodo fallisce miseramente. Le ragioni del fallimento e come evitarlo.

Sono diversi i motivi per i quali si sceglie di seguire una dieta e uno tra questi interessa se stessi, l'idea che si ha della propria immagine e quindi il livello di soddisfazione della propria forma fisica; tale ragione però è soggettiva, in quanto la percezione di sé non obbligatoriamente combacia con una reale condizione.

Un altro motivo per cui un soggetto avverte l'esigenza di modificare il proprio piano alimentare è legato al sovrappeso, realmente constatato dal medico, quel sovrappeso che non nuoce solo all'aspetto esteriore, ma soprattutto alla salute.

Con il termine "dieta" ci riferiamo, etimologicamente, ad un concetto preciso, che però molte volte viene "dirottato" verso una concezione contorta del termine: in realtà "dieta" deriva dal greco e significa vita, che in una forma più evoluta diventa stile di vita o modo di vivere.

Ma se il significato di questo termine è tale, come può rappresentare una delle difficoltà maggiori per un adeguato stile di vita?

Al giorno d'oggi esistono ogni tipologia di diete, da quella del gruppo sanguigno a quella a zona, per spaziare poi dalla dieta della pizza a quella metabolica; di questo campo se ne occupano gli specialisti che si impegneranno a creare la dieta su misura, seguendo le esigenze del soggetto e con ciò significa che un tale regime alimentare è unico e non può essere proiettato su un'altra persona, la quale a sua volta ha le proprie caratteristiche fisiche, genetiche e comportamentali.

Seguire una dieta non deve essere stressante, né dare una sensazione di costrizione, dal momento che la dieta rappresenta lo stile alimentare che si seguirà per molto tempo; per la maggior parte della popolazione non è così semplice mantenerne la costanza, perché la dieta viene concepita come l'inizio di una serie di sacrifici, i cui risultati tardano nel farsi vedere.

L'uomo è il risultato del connubio tra mente e corpo ed è quasi sempre impossibile scindere queste due componenti: è questa la ragione che lega la natura umana al cibo, che diventa il mezzo che giustifica alcuni comportamenti dell'uomo: quest'ultimo non usa il cibo per la sola ragione di sopravvivere; al contrario, quasi sempre, il cibo rappresenta la soluzione in quei casi in cui il soggetto è preda di emozioni e sentimenti che fanno scattare in sé una reazione, molte volte di dipendenza da esso o addirittura da rifiuto. Queste citate ovviamente sono legate a casi patologici, che mettono in pericolo la vita dell'uomo; è bene invece trovare il giusto equilibrio tra mente e corpo, tramite il quale anche il cibo ricopre un ruolo rilevante, positivo e mai malato.

La diffusa incapacità di resistere al cibo o anche di regolarne l'uso risiede, a mio avviso, nel subconscio delle persone, deriva, cioè da quelle esperienze vissute nell'infanzia che però abbiamo conservato anche in età matura: pensiamo a quando i bambini, per esempio, per essere calmati o per essere incentivati, ricevono dei dolci, un pezzo di cioccolata, una caramella, una merendina…

Eccovi, dunque, uno dei motivi per cui il cibo, in questo caso specifico la categoria dei dolci, si insinua nel nostro subconscio e crea la relazione con il cibo concepito come soluzione dei problemi.

Così, una volta giunti ad un'età più matura, nei momenti di sconforto, di noia, e in generale quando l'autostima si riduce, ci sentiamo giustificati se andiamo a rifugiarci nel cibo, sia se si tratta di un semplice"sgarro" sia se la situazione divaga nella patologia.

L'errore più comune è di seguire una dieta trovata su internet o passataci da un nostro conoscente; è ripetitivo ma fondamentale ricordarsi che ogni essere è un soggetto ben distinto dagli altri e ciò che fa bene ad uno non significa che non sia nocivo per gli altri.

Senza la guida di un esperto è difficile accorgersi se la dieta scelta porterà dei risultati benefici o solo danni all'organismo: pensate alle diete sbilanciate come quella della pasta, della cioccolata o quella proteica (preferita dai culturisti); queste, per esempio, dettano l'assunzione di una sola categoria di alimenti e si comprende subito come tale scelta porterà ripercussioni per niente positive nel corpo, determinando sia eccessi che carenze di particolari elementi.

Inoltre il pericolo di incombere nella sindrome da rigetto è dietro l'angolo: abituarsi a mangiare sempre lo stesso alimento vi porterà ad interrompere al più presto la dieta, ovviamente conclusa senza successo. Non tralasciamo poi quelle diete che promettono un dimagrimento miracoloso in 3 giorni, sfiorando il limite del ridicolo e approfittando dell'ignoranza in materia delle persone. In una dieta non deve essere trascurato il sapore di ciò che mangiate: se seguite una dieta che non vi piace sarà sempre più difficile continuarla senza cedere alle tentazioni, rappresentate, invece, da quegli alimenti di cui siete ghiotti.

Concludo con un consiglio: affidatevi ad esperti realmente specializzati in materia, ignorando le diete standard che si trovano sulle stesse riviste in cui potrete leggere di gossip… Il giusto equilibrio lo si può ottenere con la collaborazione tra esperti dell'alimentazione, del movimento fisico (laureati in scienze motorie) e tanta buona volontà.

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