Storie di altri sport in Basilicata - quinta parte

Di Jordano Nardiello

Dopo aver vinto il Campionato Provinciale, ebbe inizio, nella stagione seguente, la Serie C. Durante 1958/59, il Potenza Basket Club non riuscì a concludere il campionato. La Virtus fu recuperata nella nuova Serie C.

Con il comunicato n. 7 della Commissione pallacanestro del CSI, dell'aprile 1955 venne concessa regolare omologazione alla fase provinciale e l'ammissione alla fase regionale della prima squadra potentina di pallacanestro, la Virtus Potenza. La Polisportiva Virtus era nata prevalentemente per fare atletica leggera in seno al CSI dell'allora fiorente gioventù di Azione Cattolica e fu proprio nel Vescovado di Mons. Augusto Bertazzoni 1 che gli attivisti del tempo, capeggiati dal dott. Franco Vinci, Aldo La Capra e Carmelo Azzarà, decisero di mettere su una squadra di pallacanestro. Il sodalizio di Franco Vinci, ritornato a Potenza nel 1954, con una laurea in medicina, poteva contare sulle doti tecniche di Giorgio Fiore 2, proveniente da Brindisi, città storica del basket del sud Italia, il quale aveva invogliato Nino Caselli a formare un team. I successivi comunicati n. 9 e 10, inserivano la Virtus nella categoria A, insieme alla Vigor Reggio Calabria, CSI Catania e Altamura Bari. Le condizioni del basket lucano che muoveva i primi passi tra innumerevoli ostacoli che andavano dalla carenza di strutture all'indifferenza vera e propria nei confronti della nuova pratica sportiva, furono riportate dalla «Rivista Lucania Sportiva», periodico del CSI regionale:

Chi di sfuggita ha dato uno sguardo ad uno degli ultimi numeri di Stadiumsarà rimasto di stucco. Ha riletto forse un errore di stampa o ha le traveggole?

Nossignore ha letto bene, proprio così: Potenza, nella classifica per comitati provinciali, è seconda dopo Roma, 8 squadre contro le 12 della capitale, come primo punto non c'è male. Naturalmente qui ci scappa il sorrisetto ironico dei supercritici, di quelli che lo sport lo hanno sempre seguito solo sulle colonne dei grandi giornali. Varese – Borletti 96-94 e a Potenza? Forse +0, mentre certe partite di calcio…

Si è vero tutto questo, ma non sanno questi critici quante difficoltà, incertezze ed ostacoli di ogni natura bisogna superare per poter organizzare un campionato di pallacanestro.

Gli unici campionati disputati a Potenza sono stati quelli del CSI e chissà perché, molti non ci fanno neppure caso: son ragazzi che hanno appena i fondamentali! E proprio da questi ragazzi che nelle altre città escono i campioni. E poi come dimenticare gli altri fattori?

La palestra, forse qui ci si può capire di più, non esiste. L'unico campo è il Viviani ma questo, si sa serve per il calcio, per l'atletica e per ogni altro sport. Il tempo disponibile, non è una novità, è solo la domenica e se, verso le 8 di mattina qualcuno si reca al campo e vede dei ragazzi che si contendono un rimbalzo, non creda che quelli siano asceti dello sport e che abbiano vergogna di farsi vedere. Sono costretti a giocare a quell'ora. Alle 10 bisogna andar via: le squadre di promozione non ammettono convivenza con quelli che praticano altri sport. E così, quelli più volenterosi, che riescono a passar sopra a tutte queste difficoltà, son lì pronti, sperando di giocare. A questo punto sembrerebbe tutto fatto: ci si aspetterebbe veder uscir fuori dagli spogliatoi dei baldi ragazzoni con completi sgargianti e scarpe e palloni perfetti; arbitri pronti a dare il via, segnapunti, cronometristi etc. Di arbitri ce ne sono pochini… e le scarpe? Con gli scarponcini "a carrarmato" ci si può adattare… Ora se a tutto ciò aggiungete il quasi completo disinteresse di alcuni dirigenti di società, forse si potrà aver un quadro più o meno esatto.

Nel dare uno sguardo panoramico al campionato provinciale in corso, si nota subito che il livello tecnico delle partite va man mano crescendo.

La Virtus e la Frassati capeggiano le rispettive classifiche: la Virtus quelle dei seniores, mentre la Frassati Juniores. In questo campionato diversi elementi giovanissimi si sono messi in luce: oltre a Giorgio Fiore, che è il deus ex machina della pallacanestro potentina, particolarmente si son fatti notare Gelich e Santoianni per la precisione nel tiro, Garramone, Lebotti e Robilotta per l'insieme, mentre miglioreranno certamente ancora molto Pistone, Dragone e De Angelis e tanti altri di cui sfuggono i nomi e che comunque fanno ben sperare nel futuro della pallacanestro in Lucania 3.

Dopo l'avvio con la Virtus, nella stagione 1957/58 si cambiò denominazione: il nuovo nome scelto era Potenza Basket Club, pur raccogliendo i vecchi elementi e facendo sempre capo al CSI. Dopo aver vinto il Campionato Provinciale, ebbe inizio, nella stagione seguente, la Serie C. Durante 1958/59, il Potenza Basket Club non riuscì a concludere il campionato. Infatti un provvedimento disciplinare della FIP 4 espelleva la compagine potentina per motivi di ordine finanziario e per la mancata apertura della nuova ed attesa palestra di Montereale.

Francesco Vinci, medico sociale con l'elettrizzante PotenzaSport Club in Serie B, appassionato di boxe, atletica leggera esoprattutto tennis, diede anche un grande contributo basket lucanocome presidente di una squadra eroica: la Cestistica Potenza, durata lospazio di dieci irripetibili anni dal 1955 al 1965. Nel 1965, fu propriodalle ceneri della Cestistica Potenza che nacque l'Invicta, inclusa nelcampionato nazionale di Serie C. cominciò così a prendere piede unvero movimento cestistico con la possibilità di programmare leattività, con formali tesseramenti federali e partecipazione sia aicampionati giovanili regionali sia ai tornei federali. Tale favorevolemomento venne colto dalla Libertas Invicta, già impegnata nel calcioe nell'atletica leggera, allorquando nel 1965 la Federazione NazionalePallacanestro, dopo la riorganizzazione della serie e dei gironinazionali, fino a quel momento divisi in base prevalentementeregionale, aprì la partecipazione a società accreditate che potesseroavere buone basi organizzative.

La maggiore capacità organizzativa e finanziaria della Libertas Invicta di Peppino Sabia, che contava sulla presidenza onoraria dell'uomo politico più noto ed affermato della Basilicata, l'On. Emilio Colombo e sull'appoggio del Partito della Democrazia Cristiana, permise di allestire una formazione che rappresentava il meglio del panorama cestistico locale, per disputare il primo campionato nazionale di Serie C. Si ritrovarono per la prima volta insieme gli esperti della famosa Cestistica Potenza (Cerverizzo, De Angelis, Di Nuzzo, Dores, Fusco, Buoncristiano) e i giovani del Club Atletico che in quegli anni si erano distinti in numerose finali interregionali di campionati giovanili (Boccia, Bux, D'Ottavio, Galella, Rizzitiello, Volta G.). Dopo quella prima fusione del 1955/56, il capitano Nicola Dores assunse anche il compito di allenatore ma il livello delle altre squadre pugliesi era troppo elevato per le squadre lucane come lo Sporting e la Stella Azzurra di Matera.

L'Invicta con un nono posto in classifica retrocesse in Serie D, dove vi rimase per diversi anni, a volte nel girone pugliese, altre volte in quello campano, con alterni risultati. Quando Tommaso De Angelis nella stagione 1967/68 assunse la guida tecnica della squadra, le vittorie cominciarono finalmente ad arrivare e si poté competere contro squadre più dotate. In quegli anni la palestra CONI era affollata non solo da centinaia di tifosi ma soprattutto da genitori e figli desiderosi di avvicinarsi alla pallacanestro; era infatti cresciuta una nuova generazione di dirigenti e allenatori con vere e proprie scuole di mini basket e centri giovanili: la Libertas Invicta di Salvatore Di Castro, Bux, Galella e Carmine Ferri ed in Club Atletico Intercontinentale di Nino Masella, Gigino Lomagro e Antonio Ligrani. Questo importante movimento cestistico e questo nuovo modello organizzativo assicurarono alla prime squadre di Potenza, il giusto ricambio generazionale che si realizzò in maniera più forte e significativa nella stagione 1972/73, con una seconda fusione fra giocatori appartenenti a squadre diverse.

Il primo campionato della fusione, la Serie D del 1972/73, fu utile per ricostruire gioco e affiatamento fra i nuovi compagni ma furono le stagioni successive a portare molte soddisfazioni e risultati esaltanti. La Virtus fu, infatti, recuperata nella nuova Serie C, allargata a più squadre dopo la riformulazione dei campionati nazionali e la nascita della Serie A1 e A2. Nella stagione 1975/76, però, si verificò quasi a sorpresa, una caduta di risultati con la conseguenza di una nuova retrocessione in Serie D. Gli allenamenti a ranghi ridotti, l'impossibilità di programmare bene il gioco di squadra, la difficoltà di motivare economicamente i propri giocatori e l'impossibilità di rinforzarsi con giocatori esterni, determinarono la crisi e anche i tifosi, il sesto uomo in campo, cominciarono a disertare il CONI . con la squadra retrocessa in D si ritenne di ripartire con nuovi stimoli, una diversa condizione tecnica e l'inserimento di cestisti più giovani, primo fra tutti Edmondo Landi, classe 1962, cresciuto nel vivaio dell'Invicta.

Ebbe così inizio un nuovo importante capitolo nella storia di questo club: il presidente Peppino Sabia, pur continuando a lamentarsi per la mancanza di risorse, tesseva abilmente le fila tra gli amici della D.C. per assicurarsi i finanziamenti dagli imprenditori locali e acquisire importanti sponsorizzazioni: Banca Popolare di Pescopagano, prima e Gabbioni Padula, dopo; i dirigenti Salvatore Cerverizzo, Walter Laurenzana, Carmine Ferri, Salvatore Nicastro e Gianfranco Mancini, imprimevano alla squadra un'impronta di managerialità, sperimentando le prime campagne di abbonamenti e affidando la preparazione tecnica e atletica, all'allenatore Bux, tesserato come allenatore nazionale; i giocatori cominciavano a ritrovare nei premi partita e nei compensi per gettoni di presenza agli allenamenti, uno stimolo ulteriore ad impegnarsi; le trasferte, inoltre, diventavano più comode e sicure, non più con i difficili collegamenti ferroviari o nello scomodo pulmino della Libertas ma nei sicuri e lussuosi autobus di Felice Camera, il portafortuna della squadra.

La stagione 1977/78 si presentò subitocome l'anno del successo più completo, con un dominio assoluto chevalse la promozione in Serie C. Il 14 maggio 1978 venne scritta unadelle pagine più belle della pallacanestro lucana: la vittoriadell'Invicta Banca di Pescopagano contro lo Smefar Foggia, con unnetto punteggio, di 111 a 78, nell'ultima partita della poule per lapromozione in Serie C, fu il coronamento di un'annata irripetibile. Erala prima promozione in C effettivamente acquisita sul campo di giocoe a fine gara i festeggiamenti durarono molte ore, con applausi e premiper tutti i protagonisti, alla presenza di numerosi autorità e importantitestate giornalistiche.

Quell'evento fece crescere l'entusiasmo in tuttol'ambiente cestistico: i tifosi diventarono sempre più numerosi,aumentò il numero delle società tesserate ai vari campionati anche alivello femminile ed emerse, inoltre, il valore della seconda squadra diPotenza, l'Intercontinentale di Gigino Lomagro che, malgrado laretrocessione in Promozione, mise in luce nuovi talenti giovanili.Nell'anno 1978/79, l'Invicta si assicurò il passaggio nella neonata C1riuscendo ad ottenere ottimi risultati. Nell'estate del 1980, per ripeterela bella stagione appena conclusa, si tentò invano l'acquisizione delnuovo talento cresciuto nelle giovanili dell'Intercontinentale, VitoLepore 5, già all'attenzione di molte squadre di Serie A.