È ovvio, quindi, che tra l'abile e l'inabile deambulatorio possiamo trovare infinite realtà, anche senza ricorrere agli esempi estremi citati. Pensiamo agli anziani, ad un post trauma al ginocchio, ad un soggetto con lombosciatalgia e così via.
Ovvio è anche il fatto che essendo pressoché infinite le abilità saranno infinite anche le situazioni di diverse abilità.
Potremmo, infatti, ripetere l'esempio della deambulazione anche per la lettura, per la scrittura, per il nuoto, per l'andare in bicicletta, per l'uso del computer, per il cucinare e via discorrendo.
Alla luce di questo, quindi, nessuno di noi potrà definirsi abile in tutto: alcuni lo saranno più di altri in certe situazioni e meno in altre e viceversa. L'OMS, Organizzazione Mondiale della Sanità, già dagli anni settanta, porta avanti il tentativo di suddividere e classificare, attraverso opportuni strumenti, le diverse malattie in rapporto alle "conseguenze" che queste inducono nei pazienti.
Tra questi "strumenti" troviamo l'ICD(1) , l'ICIDH-1(2) , l'IDIDH-2(3) e il più recente ICF(4) che, a differenza degli altri, offre una classificazione a riguardo del funzionamento e della disabilità associati alle condizioni di salute, in maniera complementare all'ICD che, invece, proponeva una struttura di riferimento eziologica per la classificazione di malattie, disordini e altre condizioni di salute.
L'ICF consente di valutare, in altre parole, non la "mancanza" o l'incapacità in sé, ma, piuttosto, quanto l'individuo è potenzialmente in grado di "fare"; gli ostacoli da superare e rimuovere e gli interventi da realizzare affinché l'individuo possa raggiungere il massimo della propria auto-realizzazione.
È l'applicazione concreta del noto concetto vygotskijano di "zona di sviluppo prossimale" (5) (o area di sviluppo potenziale), nel quale il soggetto è considerato non per ciò che non ha, bensì per ciò che possiede.
L'ICF, inoltre, ha la particolarità non di poca importanza, di elencare i fattori ambientali e le caratteristiche del mondo che condizionano e rendono abili o meno gli individui. In esso si individuano, cioè, termini "altri" che propongono una nuova prospettiva interpretativa della "diversità" rapportata ad uno stato considerato di salute:
Funzioni corporee
1. Funzioni mentali
2. Funzioni sensoriali e dolore
3. Funzioni della voce e dell'eloquio
4. Funzioni del sistema cardiovascolare, ematologico,immunologico e respiratorio
5. Funzioni del sistema digestivo, metabolico ed endocrino
6. Funzioni genitourinarie e riproduttive
7. Funzioni neuromuscoloscheletriche e collegate al movimento
8. Funzioni cutanee e strutture associate
Strutture corporee
1. Strutture del sistema nervoso
2. Occhio, orecchio e strutture collegate
3. Strutture collegate alla voce e all'eloquio
4. Strutture dei sistemi cardiovascolare, immunologico e respiratorio
5. Strutture collegate al sistema digestivo, metabolico ed endocrino
6. Strutture collegate al sistema genitourinario e riproduttivo
7. Strutture collegate al movimento
8. Cute e strutture collegate
Attività e partecipazione
1. Apprendimento e applicazione della conoscenza
2. Compiti e richieste di carattere generale
3. Comunicazione
4. Mobilità
5. Cura della propria persona
6. Vita domestica
7. Interazioni e relazioni interpersonali
8. Principali aree di sviluppo della vita
9. Vita di comunità, sociale e civica
Fattori ambientali
1. Prodotti e tecnologia
2. Ambiente naturale e cambiamenti apportati dall'uomo all'ambiente
3. Supporto e relazioni
4. Atteggiamenti
5. Servizi, sistemi e politiche
Com'è osservabile, dunque, l'ICF considera, sia gli aspetti della salute umana (health domain: udire, vedere, camminare…), sia quelli ad essa "collegati" (health related: istruzione, socialità…), ed ha, inoltre, rispetto all'ICIDH, il vantaggio di non aver l'obbligo di dover specificare e descrivere le cause che hanno determinato la disabilità stessa.
I n quest'ottica, quindi, l'ICF è uno strumento che considera non solo le persone con difficoltà, ma riguarda tutti gli individui, ha, in altre parole, valore pressoché universale.
Per comprendere meglio il passaggio dal "vecchio" modo di interpretare le disabilità a quello più moderno, espresso dall'ICF, in cui le funzioni e le strutture corporee sono classificate in percentuale da 0% "perfettamente funzionante" al 100% "completamente inattivo".
0-4% -> nessuna menomazione
5-24% -> lieve menomazione
25-49% -> moderata menomazione
50-95% -> grave menomazione
96-100% -> totale menomazione