Linguaggio: gli studi compiuti dimostrano la presenza di deficit linguistici sia a carico della comprensione che della produzione, con uno sviluppo rallentato rispetto ai coetanei normodotati. Con l'età, questa problematica diviene sempre più evidente. Le ragioni sono imputabili ad un deficit di programmazione motoria o di utilizzo delle conoscenze linguistiche, o difficoltà a carico della memoria di lavoro. Nei bambini Down (maggiormente utilizzati per queste ricerche in quanto la sindrome è immediatamente riconoscibile) ci sarebbero difficoltà comunicative fin dai primi mesi di vita, con mancanza di interazioni vocali con la madre, di sorriso sociale e contatto oculare. La pronuncia della parola resta imperfetta anche da adulto, e questo è dovuto anche a fattori fisiologici, gli stessi che potrebbero rendere difficoltosa in un primo momento l'articolazione dei vari fonemi.
Intelligenza: pur non essendo più il punto cardine per la delineazione del profilo di un ritardato mentale, il QI rappresenta un ostacolo nell'adattamento all'ambiente.
Affettività ed emozioni: lo sviluppo affettivo è strettamente connesso a quello cognitivo, pertanto anche nell'area relazionale ci saranno problemi più o meno gravi. Nei primi mesi di vita le relazioni tonico-affettive con la madre, sono di fondamentale importanza. I bambini Down tendono a dimostrare minore attaccamento alla figura materna, non per un minor legame affettivo, quanto per una differente interpretazione dell'allontanamento.
Socialità: il rapportarsi con l'ambiente può essere ricco di problemi per il soggetto con ritardo mentale e, tali problematiche, sono accentuate all'aumentare delle funzioni mentali compromesse. L'inserimento, il grado di accettazione, dipenderà dal livello di competenze sociali che riesce a manifestare.