L'intenzione non è quella di sostituire il lavoro didattico con l'autodidattico, ma fornire elementi per fare il secondo nei periodi in cui non è possibile svolgere il primo o come lavoro integrativo.
Quando si parla di ginnastica in generale e di postura nel particolare, si dimentica spesso l'aspetto educativo che ha l'intervento chinesiologico.
Si pensa che un allievo debba eseguire con attenzione le indicazioni del docente senza in alcun modo render propri i principi del lavoro.
Questa idea è del tutto errata e, in un certo senso, professionalmente ed eticamente poco corretta.
Non si deve creare dipendenza dalla figura di referimento (istruttore o terapista), ma far capire all'individuo che metabolizzando i principi, anche un lavoro fatto da soli ha una sua importanza in un contesto globale di intervento.
Compito del docente sarà pertanto fornire sempre spiegazioni sul perché si fanno determinati esercizi e scegliere tra essi dei movimenti base che possono essere svolti da soli a casa o al lavoro o in vacanza, come mantenimento degli allenamenti più completi fatti in presenza della figura professionale di riferimento.
Un lavoro incentrato su questi presupposti porterà sicuramente a risultati più efficaci nel breve, medio e lungo termine.
Uno degli interventi possibili per educare la postura di un soggetto è quello sulla catena cinetica posteriore.
Essa è la più estesa del corpo ed è formata da tutti i muscoli che vanno dalla linea occipitale alla punta delle dita dei piedi.
L'importanza di essa è fondamentale per il mantenimento della stazione eretta, poiché i muscoli che la compongono hanno funzioni antigravitarie, posturali e sono continuamente sollecitate durante tutto l'arco della giornata.
Ogni muscolo riveste importanza fondamentale nel lavoro della catena.
Vanno considerati tutti gli strati muscolari, quelli superficiali e profondi.
I muscoli che la formano sono: trapezio, gran dorsale, romboidei, elevatore della scapola, dentati, erettore della colonna, trasverso spinoso, interspinosi e intertrasversi, semimembranoso, semi-tendinoso, gracile, bicipite femorale, adduttori, plantare, popliteo, gastrocnemio, soleo, tibiale posteriore, flessori lunghi delle dita e plantari del piede.
Elemento basilare e da far comprendere bene agli allievi/pazienti è il fatto che il problema ad un muscolo di questa catena necessariamente influisce su tutti gli altri muscoli, anche quelli posizionati lontano.
Per lo stesso principio se allunghiamo un muscolo, allunghiamo tutta la catena.
L'ideale è far percepire al meglio i muscoli alle estremità poiché, se sollecito correttamente gli estremi, automaticamente lavorerà correttamente tutto l'insieme.
Facilitare attraverso gli esercizi un corretto allungamento dei muscoli su elencati, generalmente molto accorciati per i motivi su esposti, è un lavoro difficile ma che può portare a risultati eccellenti in ambito educativo/posturale.
Spiegando il funzionamento descritto e le motivazioni basate sui principi di tecniche come quella Mézierès e Souchard, l'individuo, se educato appunto, può assumere sicuramente due posture principali da solo, stimolando di conseguenza l'allungamento globale.
La postura da seduto, schiena ad una parete, e la postura gambe “a squadra” con le gambe alla stessa.
Il soggetto va spronato all'utilizzo della respirazione diaframmatica durante gli esercizi, nel particolare a gonfiare l'addome in fase espiratoria (risalita del muscolo).
Dopo questa fase, le indicazioni fondamentali sulle quali insistere nelle due posizioni sono quelle riferite al graduale ma costante allungamento del vertice della testa verso il proprio alto, contemporanea chiusura del mento verso lo sterno, appiattimento delle lordosi della colonna vertebrale e spinta dei talloni verso il basso.
Allungamento da accentuare in fase espiratoria con il lavoro del diaframma su descritto.
Effettuare questi esercizi almeno un paio di volte a settimana per 10-15' minuti totali può portare a risultati ottimali a livello di sollievo dai fastidi, dovuti sovente a compressioni vertebrali, e contribuire al miglioramento dell'atteggiamento posturale.
Se a queste due sedute settimanali si abbina una ulteriore seduta specifica (posturale) più approfondita in presenza del docente, i risultati saranno notevoli.
Fornire strumenti per lavorare in autonomia con auto posture, basandosi su questi principi, è un primo passo per intraprendere la strada di un intervento posturale più approfondito, svolto sotto gli occhi del professionista e con la consapevolezza del soggetto.
Non va mai dimenticato che non esiste caratteristica più personale della postura.