È stato sviluppato uno studio sperimentale su tre mattine; la prima è stata dedicata alla valutazione e analisi dei soggetti mentre le due successive hanno visto gli atleti sottoposti a una doppia seduta di allenamento con due differenti modalità di recupero. Durante la prima mattina sono state eseguite le seguenti valutazioni per ogni soggetto: misurazione antropometrica di composizione corporea, test di forza (1 RM) e calcolo del Vo2max. Il calcolo dei massimali e della Vo2max sono serviti per individuare i carichi per ogni soggetto, somministrati poi nelle due mattine successive. Tra la prima e la seconda mattina sono intercorsi da 3 a 17 giorni, mentre tra la seconda mattina e la terza da 2 a 6 giorni. Quest’ultime sono state costruite riproducendo una doppia seduta di allenamento, costituita da un allenamento intervallato ad alta intensità preceduto da un allenamento di forza a carico piramidale (diminuzione delle ripetizioni e aumento del carico). In queste due occasioni gli atleti hanno eseguito il recupero di 1 ora e mezza con 3 minuti di criocabina (CRIO) o senza criocabina (CON), secondo un disegno controllato randomizzato.
Tutti i test sono stati eseguiti nello stesso periodo del giorno (8:00-13:00) onde evitare influenze circadiane. L’ipotesi che volevamo verificare era se la seduta di crioterapia corpo parziale (PBC) poteva provocare effetti acuti capaci di influenzare l’allenamento ad alta intensità (HIIT), migliorando il recupero, e quindi riducendo l’influenza dell’allenamento di forza eseguito in precedenza rispetto alla condizione in cui i soggetti recuperavano in maniera passiva.1
Durante questo studio sono state utilizzate le seguenti apparecchiature:
Dieci atleti di sesso maschile giocatori di rugby [6 avanti (Forwards) e 4 trequarti (Backs) di età media 24 ± 3,56 anni, altezza media 181,79 ± 5,61 cm, peso medio 91,80 ± 10,72 kg, BMI medio 27,74 ± 2,56 kg/m2, esperienza media di formazione nel rugby 11,20 ± 5,92 anni e allenamenti medi settimanali 8,25 ± 1,87 ore]. Provenienti da due club partecipanti al campionato di serie B federale, hanno partecipato volontariamente a questo studio. Lo studio è stato condotto durante la stagione sportiva 2016-2017 mentre i soggetti eseguivano minimo 6 ore di allenamento settimanali. I soggetti hanno preso familiarità con le procedure sperimentali e i protocolli di forza presenti. A tutti i soggetti nelle 24 ore precedenti ai test è stato chiesto di non eseguire attività fisica o sforzi intensi e nelle 12 ore di astenersi dal fumo e dall’assunzione di sostanze stimolanti. Un soggetto per motivi personali ha dovuto abbandonare lo studio in corso. Tutti i partecipanti sono stati informati dei benefici e dei rischi associati prima di firmare il documento di consenso per partecipare allo studio. Il presente studio è stato approvato dal Comitato di Bioetica dell’Università degli studi di Bologna.
Sono stati rilevati i dati antropometrici, peso, altezza e indice di massa corporea (BMI). Per la misurazione dell’altezza è stata utilizzato uno statimetro a muro (costituito da un’asta graduata in cm), mentre per determinare il peso è stata utilizzata una bilancia meccanica (SECA). Nell’analisi dell’impedenza bioelettrica (Bia 101 anniversary, Akern) in modo rapido e non invasivo abbiamo raccolto le componenti del vettore impedenza, resistenza (R) e reattanza (Xc) in ohm. Un software convenzionale, tramite le equazioni di regressione, comprensive di statura, peso, età e sesso, ha convertito le misure d’impedenza in volumi (intracellulari, extracellulari), masse (cellulare, grassa, magra), metabolismo basale e altre grandezze dell’analisi di composizione corporea.
Tramite le misure R e Xc individuate e l’intervallo di riferimento della popolazione, lo strumento ha creato un grafo resistenza-reattanza (nomogramma BIAVECTOR) per un controllo rapido dei risultati. La misurazione BIA è stata eseguita con il soggetto vestito (piede destro scalzo) in posizione supina per alcuni minuti, con gli arti abdotti. Come prevede la tecnica BIA sono stati utilizzati quattro elettrodi cutanei (BIA Biatrodes Akern) posizionati a due coppie. Due elettrodi iniettori e due elettrodi sensori distanziati di 5 centimetri, posizionati sulla mano destra e sul piede destro (tecnica tetrapolare).
Inoltre è stato utilizzato un plicometro per la valutazione della composizione corporea, tramite la rilevazione dello spessore del pannicolo adiposo dei seguenti punti di repere: bicipite, tricipite, sottoscapolare, sopraspinale, addome, coscia, polpaccio medio, polpaccio laterale e soprailiaca. Infine sono stati misurati con una cordella metrica anche i perimetri corporei di braccio, polpaccio e vita sempre da un operatore esperto.
Durante la prima mattina ogni soggetto ha eseguito un test cardiopolmonare da sforzo su treadmill per determinare la massima potenza aerobica (Vo2max) tramite l’ausilio di un metabolimentro (QUARK CPET). Il test massimale incrementale è iniziato con 3 minuti di riscaldamento a 8 km/h, successivamente si è passati alla velocità di 10 km/h, e al trascorrere di ogni minuto la velocità incrementava di 0,5 km/h, fino a raggiungere la massima tollerabilità del soggetto, terminando con un recupero da 2 a 6 minuti. Le fasi di sforzo hanno avuto una durata minima di 8 minuti e massima di 12 come da protocollo standard. Il Vo2max veniva considerato raggiunto quando il consumo di ossigeno non aumenta (plateau) all’aumentare dello sforzo. Dopo 2,5 minuti dal termine del test è stato eseguito un prelievo di lattato ematico.
I test di forza sono stati misurati durante la prima mattina per ogni atleta in 5 esercizi di muscolazione: Bench press, Deadlift, Squat, Overhead press, Barbell row. Ai soggetti è stato richiesto, dopo un periodo di riscaldamento, di individuare con vari tentati e recuperi lunghi, il tonnellaggio massimo sollevabile con il minor numero di ripetizioni possibile. Quando i soggetti hanno eseguito più di una ripetizione arrivando ad esaurimento è stata utilizzata la formula di Brzycki per la stima del massimale: carico sollevato/1,0278-(0,0278*numero di ripetizioni)
Il protocollo sperimentale è stato suddiviso in 3 giorni:
GIORNO 1: Test per la determinazione del carico individuale e misure corporee:
Tutte le valutazioni sono state eseguite al mattino, concedendo ad ogni soggetto un sufficiente tempo di recupero.
GIORNO 2: Doppia seduta allenante.
GIORNO 3: Doppia seduta allenante uguale alla precedente. Chi al giorno 2 aveva recuperato in maniera passiva (CON) in questa recuperava con crioterapia (CRIO), e viceversa. Quando i soggetti non seguivano il recupero con criocabina sostavano all’interno di una stanza alla temperatura di 20-25°C.
Prima di iniziare l’allenamento i soggetti erano liberi di eseguire una fase di riscaldamento. L’allenamento di forza era costituito da un piramidale crescente, ossia all’aumentare del carico diminuiva il numero delle ripetizioni, in questo modo: 10 ripetizioni con il 50% dell’1RM, 8 ripetizioni con il 60% dell’1RM, 6 ripetizioni con il 70% dell’1RM, 4 ripetizioni con l’80% dell’1RM e 2 ripetizioni con il 90% dell’1RM. All’aumentare del carico aumentavano anche i tempi di recupero tra le serie, da 1 minuto dopo la prima fino a 5 minuti dopo la quinta. Questo programma è stato eseguito in Bench press, Deadlift, Squat, Overhead press e Barbell row, rispettando l’ordine indicato. La seduta durava complessivamente 90 minuti circa.
Tramite l’utilizzo di un dispositivo Portapres sono state registrate le serie temporali degli intervalli R-R, la pressione sistolica e diastolica, per l’analisi della variabilità cardiaca (HRV) e la sensibilità baroriflessa (BRS). Inoltre anche tramite una fascia HRV (RS 800CX POLAR) abbiamo registrato la variabilità cardiaca (HRV) sia a riposo che durante l’HIIT.
Le rilevazioni HRV e BRS sono state eseguite in simultaneo durante la seconda e la terza mattina, per tre periodi: all’inizio per il calcolo della baseline, subito dopo l’allenamento di forza e prima dell’allenamento intervallato ad alta intensità. Le misurazioni sono state eseguite all’interno di una stanza silenziosa ad una temperatura confortevole (20-25°C) per 15 minuti. Ai soggetti è stata richiesta la posizione supina in stato di tranquillità. Per l’analisi dei parametri cardiocircolatori e pressori sono stati utilizzati solo gli ultimi 5 minuti di ogni fase temporale, come previsto dalle linee guida per l’analisi della variabilità cardiaca durante la registrazione a breve termine.
L’allenamento intervallato ad alta intensità (HIIT) è stato eseguito su treadmill (ERGOMETER COSMED 170) con una fascia HRV (RS 800CX POLAR). Abbiamo misurato i parametri metabolici e cardiopolmonari con metabolimetro (QUARK CPET) per tutta la durata del test. Un minuto prima del test veniva effettuato il prelievo del lattato ematico, poi l’allenamento iniziava con 3 minuti di riscaldamento alla velocità di 8 km/h. Dopo il riscaldamento i soggetti sono stati sottoposti a un HIIT di 5 serie da 1 minuto ciascuno sia al 90% che al 45% del Vo2max per un totale di 10 minuti. L’allenamento terminava con 2 minuti e mezzo di defaticamento, dopo il quale veniva prelevato nuovamente il lattato ematico.