Le lesioni muscolari interessano gli arti inferiori e più precisamente i muscoli flessori della coscia:
I primi tre costituiscono il termine inglese "Harmstring" ed anche i muscoli "Ischiocrurali": originano dalla
tuberosità ischiatica e dal legamento sacro-tuberoso.
Sono particolarmente ricorrenti negli sprint, nelle accelerazioni e decelerazioni, nei rapidi cambi di direzione e nei salti. Presentano inoltre
un alto grado di recidive, che possono arrivare sino ad una percentuale del 34% nell’ambito della stessa stagione sportiva.
Con il termine di "Recidiva" si intendono il ripetersi dello stesso tipo di lesione a livello del medesimo
sito anatomico nell’arco di due mesi dall’ultimo giorno della riabilitazione; questa è la cosiddetta "Recidiva precoce".
Mentre una "Recidiva tardiva" si verifica dopo due mesi.
Una "Recidiva lesionale" spesso dipende da un ritorno in campo precoce e da un programma riabilitativo incompleto o inefficace.
Inoltre comporta un iter riabilitativo più lungo.
Gran parte delle lesioni al distretto degli "Hamstring" riguarda il muscolo bicipite femorale.
Quest’ultimo è un flessore del ginocchio ed un estensore dell’anca, se la gamba è estesa impedisce di forzare l’elevazione dell’arto inferiore o
di flettere il busto in avanti. È uno dei muscoli maggiormente insultati nell’ambito sportivo generale. Nel calcio i danni rappresentano
il 13% di tutti i traumi e causano una perdita di lavoro pari a ben il 16% dell’allenamento totale.
I fattori biomeccanici e funzionali che lo espongono ad un alto rischio traumatico sono:
Altri fattori che concorrono all’insorgenza lesiva:
In particolare una sua lesione si riscontra durante il gesto dello sprint (subisce una maggior elongazione); quelle con prognosi peggiore
sono quelle a carico del tendine libero prossimale e distale che richiedono tempi di guarigione maggiori.
Seguono poi, quelle a livello della giunzione muscolo-tendinea (MTJ), sia prossimale che distale, che invece sono di minor gravità.
Uno dei metodi per prevenire le lesioni ai muscoli flessori della coscia è denominato "Nordic Hamstring Exercise (NHE)", nel quale il soggetto deve raggiungere con il busto il livello del pavimento in modo lento e controllato, mantenendo sempre la colonna ed il bacino in linea tra loro (come riportato nella figura sottostante).
L’effetto maggiore che si ricava è l’aumento della forza eccentrica della muscolatura flessoria.
Si possono riscontrare, inoltre, lesioni ai muscoli estensori della coscia che comprendono il vasto laterale, mediale ed intermedio e il retto femorale (nell’insieme danno origine al quadricipite femorale).
Il retto femorale origina dalla spina iliaca antero-inferiore, provoca l’estensione del ginocchio e partecipa alla flessione dell’anca.
È costituito da due tendini, uno diretto che si inserisce sulla spina iliaca antero-inferiore, ed uno riflesso che si inserisce inferiormente. Quest’ultimo,
in particolare, può dare origine nel calcio ad una vasta
aponeurosi (sottile fascia fibrosa che ricopre ed avvolge il muscolo e si continua nel tendine) centrale e profonda.
Oltre a ciò, un altro meccanismo lesivo è rappresentato dal movimento che si effettua nel calciare una palla con rincorsa.
Essendo un muscolo biarticolare (estensore e flessore della coscia) e particolarmente ricco di fibre veloci, è una delle locazioni lesive più ricorrenti in ambito sportivo.
Nel panorama calcistico si possono evidenziare dei disturbi muscolari anche in altri distretti dell’arto inferiore, ad esempio nei muscoli adduttori della coscia o in quelli della gamba (soleo e gastrocnemio).