L’interdipendenza positiva è un elemento essenziale del Cooperative Learning, da molti ritenuta la caratteristica più significativa e centrale.
Con essa si intende il tipo di relazione che si stabilisce tra le persone per il conseguimento di un obiettivo comune.
La natura e le caratteristiche fondamentali che lo definiscono sono state indagate nel corso di un lungo cammino di ricerca iniziato con le
riflessioni di Dewey sull’idea di scuola come luogo di educazione dei giovani alla convivenza democratica, al senso di responsabilità personale
e sociale del proprio apprendimento, e proseguito dapprima con i contributi di Lewin e poi con quelli di Deutsch e dei fratelli Johnson.
Per chiarire il suo significato si può partire da una semplice analisi del comportamento umano. L’uomo agisce sempre per uno scopo. Ad
esempio, legge “per” informarsi, studia “per” conoscere, lavora “per” guadagnarsi da vivere, mangia “per” sfamarsi, guarda la televisione
“per” divertirsi, ecc.
Anche quando apparentemente non fa nulla, in realtà ha uno scopo: quello di “lasciar passare il tempo”. Tuttavia egli non sempre può raggiungere
da solo o con le proprie forze gli scopi che si propone. Il comportamento di gruppi di persone nel raggiungimento di uno scopo è stato all’origine
della ricerca di Deutsch (1949a,b; 1962).
La domanda fondamentale che egli si è posto è stata: come si comportano le persone che ”insieme” vogliono perseguire uno scopo?
I suoi studi sono stati preceduti da quelli di Lewin, che nel 1948 aveva visto nell’interdipendenza fra i membri l’essenza del gruppo. Per Lewin un gruppo non si definisce tale perché è costituito da un insieme di persone, ma perché queste hanno tra di loro una relazione per conseguire uno scopo. Ecco la definizione che egli dà di gruppo:
Concependo il gruppo come un tutto dinamico, si dovrebbe arrivare alla definizione di un gruppo fondato sulla interdipendenza esistente tra diversi individui (o meglio le sottoparti di un gruppo)1L’interdipendenza può essere oggettiva o soggettiva:
D.W. Johnson e F.P. Johnson (1991) hanno descritto i comportamenti e gli effetti derivati da un’interdipendenza positiva cogliendo delle relazioni bidirezionali tra impegno per i risultati, qualità delle relazioni interpersonali e salute mentale.
Un gruppo di lavoro può funzionare non solo quando le persone sono legate tra loro da un rapporto di interdipendenza, ma anche quando queste persone si dimostrano reciprocamente il piacere di lavorare assieme, si conoscono nei pregi e nei difetti, si apprezzano reciprocamente, si valorizzano a vicenda, si incoraggiano nei momenti di difficoltà. Questi comportamenti favoriscono il raggiungimento di scopi comuni.
Perché tra i membri di un gruppo possa instaurarsi una corretta relazione è necessario sviluppare in essi una serie di competenze
che, con l’esercizio, possono essere apprese anche in età adulta.
Queste competenze vengono definite competenze sociali e possono essere riassunte nelle seguenti cinque grandi categorie:
Esse possono essere insegnate direttamente o apprese indirettamente attraverso il lavoro in condizioni di interdipendenza positiva.
Il Cooperative Learning non presume che i membri di un gruppo cooperativo possiedano già queste competenze; ritiene che il lavorare in gruppo favorisca la loro acquisizione, soprattutto se vengono attentamente esaminate4Spesso si tende a pensare che le attività di gruppo annullino la responsabilità personale. Questo concetto non è però applicabile al Cooperative Learning. In una situazione ad alta interdipendenza positiva la responsabilità individuale aumenta anziché diminuire perché ogni membro del gruppo ha interesse a raggiungere l'obiettivo e ricopre una mansione che solo lui può ricoprire all'interno del gruppo; per questo la motivazione a portare a termine il lavoro e a raggiungere l'obiettivo è più alta, non solo rispetto al lavoro di gruppo tradizionale (in cui il più bravo lavorava e gli altri stavano a guardare), ma anche rispetto al lavoro impostato in modo individualistico o competitivo.
Le attività in Cooperative Learning necessitano, per essere più efficaci, di un controllo che può essere effettuato durante lo svolgersi del
compito (monitoring) oppure una volta terminata l'attività comune (processing). Anche questa attività incrementa la responsabilità
individuale.
Il monitoring è molto importante soprattutto nel corso di attività che prevedono l'utilizzo di più ore di lezione.
Varie ricerche hanno dimostrato che questa variabile ha una grande importanza sul miglioramento dei risultati6.
Infatti se nascono errori di comprensione di qualche argomento, problemi di metodo o conflitti interpersonali possono essere immediatamente individuati e affrontati.