Chi ha giocato a tennis soprattutto con un'impostazione tecnica errata riguardante l'assetto braccio-racchetta durante l'esecuzione dei colpi può aver sofferto di epicondilite laterale-omerale, una tendinopatia inserzionale che colpisce i muscoli estensori della mano e del polso a livello della giunzione con l'epicondilo. Più rara è invece la lesione posteriore del gomito detta anche "gomito del tennista posteriore" o conflitto dell'Olecrano dovuta ad una brusca estensione del tendine del tricipite.
Il gomito è l'articolazione mobile (Diartrosi) che collega braccio e avambraccio; in particolare è un Ginglimo a cardine costituito da un cilindro pieno che ruota in uno cavo e a seconda del diverso orientamento dell'asse del cilindro rispetto all'asse del sistema articolare troviamo a livello omero-ulnare un ginglimo angolare( troclea : l'asse del cilindro è perpendicolare all'asse del sistema articolare permettendo quindi i movimenti di flesso/estensione) mentre a livello radio-ulnare troviamo un ginglimo laterale(trocoide: l'asse del cilindro è parallelo all'asse del sistema articolare permettendo quindi i movimenti di pronazione/supina.
I legamenti sono:
I muscoli che prendono origine o che si inseriscono a livello del gomito sono numerosi e si dividono nei seguenti gruppi:
Altri importanti muscoli che si inseriscono sul gomito sono il bicipite brachiale ed il brachiale anteriore, i quali permettono il movimento di flessione del gomito (avvicinare la mano al capo) e di supinazione dell'avambraccio (la rotazione dell'avambraccio che permette al palmo della mano di rivolgersi verso l'alto) ed il tricipite brachiale posteriormente, il quale permette il movimento di estensione del gomito (allontanare la mano dal capo).
Premettendo che l'epicondilite colpisce nella maggior parte dei casi giocatori di tennis amatoriali di basso livello, da un punto di vista biomeccanico e tecnico il colpo che più frequentemente può essere causa di tale
infiammazione è il rovescio eseguito ad una mano. È necessario avere una corretta armonia e coordinazione tra rotazione del corpo, piegamento delle gambe e movimento orizzontale dell'assetto braccio racchetta
(in gergo tecnico si spiega tale movimento con "l'attraversare la pallina").
Quando non si sfrutta appieno la muscolatura del tronco e della spalla durante l'intera fase di preparazione meccanica del colpo, impatto con la palla e finale del movimento verso l'alto (punta della testa della racchetta verso l'alto),
si sollecitano in modo marcato i muscoli estensori del gomito. Da un punto di vista visivo si osserva un marcato anticipo dell'avambraccio, il gomito si estende in avanti con estrema rigidità, il polso si trova al di sotto del gomito e
il gesto risulta non fluido.
Il muscolo interessato è l'estensore breve del carpo (ERBC) quello deputato a stabilizzare il polso quando il gomito è diritto generando delle microlesioni da sovraccarico a livello inserzionale con l'epicondilo. Per questo motivo chi gioca con un rovescio bimane soffre in maniera minore di epicondilite. Soffre di epicondilite anche chi gioca un diritto con una impugnatura western chiusa e colpisce la palla in modo frontale con gambe divaricate; in questo modo si è costretti a girare solo il braccio senza ruotare la spalla mettendo sotto stress il gomito.
Una delle cause principali di epicondilite è la pesantezza e rigidità del telaio della racchetta. Infatti maggiore sarà la rigidità del telaio, più alte e forti saranno le vibrazioni prodotte dall'impatto con la
pallina sul piatto corde.
È necessario quindi optare per un telaio più flessibile in grado di assorbire la maggior parte di vibrazioni proteggendo le nostre articolazioni. Da non sottovalutare anche il bilanciamento della racchetta stessa;
racchette bilanciate in testa o a livello del manico potrebbero causare epicondilite perché il peso dell'attrezzo non è distribuito uniformemente. È preferibile utilizzare racchette con piatto corde abbastanza grande 90-100 per
centrare meglio la palla.
Il materiale con cui sono realizzate le corde e la qualità delle palline da gioco possono influenzare l'intensità dell'impatto durante il gioco. Non va dimenticato che con il passar del tempo le corde perdono elasticità, per cui importante è la loro sostituzione anche se apparentemente appaiono integre. Per prevenire l'epicondilite è necessario utilizzare un multifilamento, un polimero più elastico e flessibile rispetto al monofilamento più rigido. Per quanto riguarda la tensione è opportuno giocare con tensioni abbastanza basse sui 20-22 kg massimo. Evitare di giocare con palline umide o sgonfie le quali rimangono più tempo sul piatto corde generando vibrazioni; giocare con palline nuove più dure.
Anche se manici di dimensioni ridotte garantiscono maggiore presa, controllo e sensibilità comportano un maggior carico di forza sui muscoli del gomito e avambraccio. La principale presa che causa epicondilite è la "western", un'impugnatura esasperata, anomala, che non garantisce la fluidità dell'assetto braccio-racchetta e l'impatto con la palla avviene con il palmo della mano rivolto verso l'alto. Infine l'ultima accortezza tecnica è quella di utilizzare sempre gommini antivibrazioni.
Vi sono molti modi di classificare l'epicondilite. Una delle più usate è quella relativa agli stadi anatomo-patologici della malattia. In base a questa classificazione si distinguono quattro stadi:
I sintomi del gomito del tennista si sviluppano gradualmente. Nella maggior parte dei casi, il dolore inizia come lieve e lentamente peggiora nel corso di settimane e mesi. Di solito non esiste un trauma o un evento specifico associato con l'inizio dei sintomi. Segni e sintomi dell'epicondilite laterale:
La valutazione iniziale dei sintomi viene eseguita dal medico facendo effettuare al paziente specifici movimenti, come i seguenti:
Estensione del polso contro resistenza a gomito flesso.
Pronazione forzata con polso flesso e gomito esteso.
Prima di tutto riposo riducendo o sospendendo momentaneamente l'attività lavorativa e/o sportiva; questo non significa immobilizzare l'arto perché si andrebbe in ipotrofia muscolare. Il secondo intervento consiste nella crioterapia (impiego di ghiaccio) a cicli di impacchi umidi per 10 minuti da ripetersi 4 volte al dì per provare sollievo nel tentativo di ridurre l'infiammazione. Contemporaneamente si può intervenire con una terapia antinfiammatoria topica locale sottoforma di gel, pomate, spray oppure FANS come Nimesulide o Ibuprofene (sempre con prescrizione del medico per ridurre gonfiore e infiammazione).
Successivamente se i sintomi cominciano a peggiorare si passa ad una terapia basata su infiltrazioni di corticosteroidi oppure terapia ad onde d'urto bombardando il gomito con onde
sonore tramite una specifica apparecchiatura creando microtraumi che favoriscono i processi di guarigione naturale.
È possibile accompagnare tali terapie con un uso quotidiano di tutori e gomitiere con cuscinetti centrati sull'estensore ERBC.
Come ultimo trattamento è previsto l'intervento chirurgico nel caso i sintomi non migliorino dopo 6 mesi.
La maggior parte delle procedure chirurgiche per il gomito del tennista comportano la rimozione della porzione malata del muscolo e quindi il reinserimento del muscolo sano all'osso (chirurgia aperta) oppure con
interventi in artroscopia utilizzando l'artroscopio cioè una microtelecamera e strumenti miniaturizzati introdotti attraverso mini-incisioni della pelle.
Tutto questo deve essere assolutamente seguito da una corretta e quotidiana riabilitazione con specifici esercizi che non solo aiutano a riprendere il tono muscolare ma rinforzano tutti quei distretti
muscolari e tendinei che vengono continuamente sollecitati.
Gli esercizi richiedono l'utilizzo di semplici attrezzi (palle da tennis, racchetta e una comunissima coppia di manubri), devono essere eseguiti in serie (10 ripetizioni) con un recupero di 2-3 minuti tra ogni serie. Effettuare sempre
prima un breve riscaldamento e stretching.
Impugnate una palla da tennis in ciascuna mano e stringete con forza più volte di seguito.
In posizione eretta, piedi uniti, braccio destro avanti, impugnate la racchetta all'estremità del manico ed eseguite giri esterni in senso orario e antiorario.
Per prevenire il gomito del tennista può essere utile seguire questi consigli:
Non solo gli atleti sono colpiti da epicondilite; quest'ultima può insorgere a seguito di qualsiasi attività ripetuta che coinvolga la torsione o l'estensione del polso, il sollevamento di pesi e l'abuso dei muscoli dell'avambraccio. Le attività che possono causare il gomito del tennista includono: