Anatomia della spalla

Di Sergio Trovato

La spalla è l'articolazione con la maggiore mobilità, grazie alle articolazioni diartrodiali. La stabilità ossea viene garantita da muscoli e legamenti

Nella chirurgia ortopedica, le ossa vengono considerate in primis come una connessione rigida che viene mobilizzata, poi come punto di inserzione per legamenti, muscoli e tendini, ed infine come struttura di supporto per mantenere importanti rapporti anatomici tra i tessuti molli circostanti.

Le articolazioni ossee hanno due funzioni opposte: permettere il movimento desiderato e limitare quello indesiderato. La stabilità delle articolazioni è la somma di tre elementi:

  1. Congruenza e la stabilità ossea
  2. Validità dei legamenti
  3. Stabilità dinamica ottenuta dai muscoli adiacenti

La spalla ha la maggiore mobilità rispetto a tutte le altre articolazioni, ma anche la più alta predisposizione alla lussazione. Tale regione anatomica viene definita cintura toracica o cingolo toracico, che si unisce alla parte superiore del torace e dà attacco alle restanti parti dell'arto superiore. Essa è formata dalla scapola, dalla clavicola e dalla parte prossimale dell'omero.

L'ampio raggio di movimento della spalla è possibile grazie a tre articolazioni diartrodiali:

  1. Geno-omerale
  2. Acromio-claveare
  3. Sterno-clavicolare

Queste ultime due, insieme agli spazi fasciali tra la scapola ed il torace, sono conosciute collettivamente come articolazione scapolo-toracica. Data la mancanza di congruenza in due articolazioni diartrodiali (acromio-claveare e sterno-clavicolare), il movimento dell'articolazione scapolo-toracica è determinato principalmente dalle superfici opposte del torace e della scapola. Circa un terzo dell'elevazione totale ha luogo in questa parte, ma la maggior parte del grado di movimento della spalla ha luogo nella cavità gleno-omerale.

Le tre articolazioni diartrodiali possiedono poca stabilità ossea, la quale viene comunque garantita dai legamenti e dai muscoli circostanti. Dempster collega tutte queste aree usando il concetto di "catena cinetica", in cui ogni anello risulta necessario per un'armonica articolarità.

La scomposizione del movimento su queste articolazioni ha due vantaggi:

  1. Essa permette ai muscoli di utilizzarle nel modo più efficace al fine di operare nel segmento ottimale della loro curva lunghezza-tensione
  2. L'articolazione gleno-omerale permette alla glena di essere portata al di sotto dell'omero per sopportare parte del peso dell'arto superiore, con riduzione dello sforzo dei muscoli che sospendono l'arto: in particolare quando i muscoli operano vicino alla massima abduzione e si trovano in un punto sfavorevole della curva lunghezza-tensione
anatomia della spalla, figura 1 anatomia della spalla, figura 2