Sugli stessi presupposti teorici esposti nella prima parte della tesi si basa l'esperienza condotta con un lavoro di allenamento funzionale, senza presunzione di attribuirvi alcuna valenza scientifica. L'esperienza ha costituito semplicemente un'occasione di apprendimento guidato e di constatazione della possibile validità di questa forma di allenamento nel trattamento di ragazzi con problematiche di scoliosi e atteggiamento scoliotico.
Il percorso è durato 2 mesi; attualmente è ancora in corso e ha coinvolto 9 soggetti, di cui ne sono stati presi in considerazione soltanto 5.
Si sono voluti verificare gli effetti di tale metodo di lavoro sui soggetti in merito a:
Il lavoro è stato sviluppato attraverso un ciclo di interventi di allenamento funzionale su soggetti con scoliosi e atteggiamento scoliotico. L'obiettivo è quello di apprendere se e come tale metodo favorisca un miglioramento di parametri fisici quali stabilità, coordinazione, flessibilità, propriocezione, restituendo un equilibrio della struttura muscolo – articolare, con un conseguente miglioramento della postura e una riduzione dell'atteggiamento scoliotico o un impatto favorevole sulle algie provocate dalla scoliosi.
Al fine di permettere un miglior confronto sull'efficacia del trattamento proposto, i soggetti selezionati sono stati suddivisi in due gruppi:
Tutti i soggetti hanno svolto lo stesso percorso di lavoro. La suddivisione nei due gruppi è stata fatta soltanto per vedere se e quali miglioramenti ci potevano essere in un gruppo di soggetti rispetto all'altro.
Il percorso ha avuto una durata di 2 mesi, con una frequenza di 2 allenamenti a settimana di 60 minuti ciascuno ed effettuazione dei vari test all'inizio e al termine del percorso.
L'esiguità del campionamento ne può limitare parzialmente la rappresentatività, ma non è stato possibile ampliare il numero di soggetti analizzati mantenendo fede ai criteri di selezione e alle caratteristiche del campionamento.
Durante il percorso si sono verificati eventi che hanno a volte limitato la completa esecuzione degli step previsti dal programma (alcuni soggetti, per indisponibilità personali, non hanno preso parte a tutti gli incontri; riduzione o modifica del tempo di esecuzione).
Ciò ha influito sulla numerosità del campione, rendendo necessario escludere alcuni casi che erano stati inizialmente considerati.
L'esperienza ha, pertanto, dovuto tenere conto di tutti questi fattori e la rappresentatività e significatività ne risultano ridotte. Ciò nonostante si è ritenuto di procedere ponendo come obiettivo quello di verificare se vi sono le premesse per un approfondimento ulteriore ed un'estensione della ricerca.
All'interno del percorso di lavoro sono state utilizzate anche delle attrezzature vibranti, quali pedane, step e tappeti.
La vibrazione è un'interferenza, che a livello recettoriale altera il sistema tonico posturale che, messo in eccitazione da questa particolare stimolazione, attiva i meccanismi riflessi antigravitari di recupero dell'equilibrio.
Attraverso l'utilizzo delle vibrazioni meccaniche, vi è una riproduzione delle vibrazioni delle forze gravitazionali, modulazione del tono posturale e in questo senso perturbazione dell'equilibrio e della postura.
L'obiettivo dell'utilizzo della vibrazione sarà, quindi, quello di consolidare e preservare questi risultati nella sfera delle abitudini di vita e nel lavoro, nella sfera emozionale del soggetto, concretizzandoli in una nuova presa di coscienza del proprio schema corporeo, dell'orientamento di sé nello spazio, della percezione e posizione di ogni parte di sé.
Alcuni studi di Bosco e coll. hanno evidenziato che attraverso la vibrazione è possibile ottenere un miglioramento della co – contrazione dei muscoli sinergici e un incremento dell'inibizione di quelli antagonisti, ovvero un miglioramento marcato della flessibilità muscolare.
Altri studi, infine, hanno evidenziato come lo stimolo vibratorio determini una diminuzione del dolore associando degli esercizi di allungamento alla vibrazione, rendendo plausibili gli effetti della vibrazione sulla flessibilità, dal momento che la soglia del dolore viene utilizzata dal corpo come una barriera naturale agli esercizi di allungamento.
Inizialmente è stata effettuata un'analisi posturale con osservazioni sul piano laterale, frontale, dorsale affiancata da test di valutazione e dalla rilevazione di alcune misure:
E' seguito poi il trattamento con esercizi a corpo libero e con piccoli attrezzi, allungamento e utilizzo delle pedane vibranti.