Scoliosi

Di Eugenio Bosi

Scoliosi idiopatica, la definizione di Pedriolle. I 3 segni maggiori della scoliosi. I fattori della scoliosi: statici non posturali, posturali, antalgici, psichici. Componenti meccaniche, muscolari e posturali nella scoliosi

Secondo R. Pedriolle (22) “si definisce scoliosi,o scoliosi idiopatica, una torsione del rachide caratterizzata da una o più deviazioni della colonna sul piano frontale con torsione vertebrale più accentuata a livello dell'apice (o degli apici) della curva e conseguente formazione di uno o più gibbi dalla parte della convessità di tali deviazioni. Tale deformazione, non reversibile, è quasi sempre contraddistinta sul piano sagittale da rettilineizzazione del rachide dorsale e da accentuazione o rettilineizzazione del rachide lombare, sedi delle curve scoliotiche. Non esiste causa conosciuta e certa di questa affezione. La scoliosi evolve in peggioramento durante tutto il periodo della crescita. Oltre ad un certo grado di curva, il peggioramento continua anche dopo la maturità ossea, sia pure in misura ridotta, da 0,5 a 2° Cobb ogni cinque anni".

Si hanno quindi tre segni maggiori:

  • deviazione rachidea sul piano frontale;
  • torsione con rotazione vertebrale prevalente sul piano orizzontale e conseguente gibbosità;
  • tendenza al raddrizzamento delle curve dorsali e lombari sul piano sagittale. Più raramente vi è tendenza all'accentuazione delle fisiologiche cifosi e lordosi rachidee.

La mancanza o l'irrilevanza nel tempo del secondo o del terzo segno, o di entrambi, consente di fare diagnosi di scoliosi di scarsa o nessuna evolutività, o di atteggiamento scoliotico.

Atteggiamento scoliotico

  • statici non posturali;
  • posturali;
  • antalgici;
  • psichici.

Fattori statici non posturali

Possono essere dovuti a:

  • bacino slivellato a sinistra o a destra per un arto inferiore più corto;
  • bacino slivellato a causa dell'ipogenesia di un emibacino;
  • bacino slivellato o rachide deviato per cause muscolari: queste ultime possono essere costituite da retrazioni dovute a contratture o paresi asimmetriche a carico dei muscoli ileo psoas, quadrato dei lombi, dentato posteriore inferiore, diaframma, medio gluteo, tensore della fascia lata e della regione posteriore della coscia, delle gambe. Questi ultimi agiscono sul ritmo lombo-pelvico provocando asimmetrie nella flessione anteriore del tronco che possono simulare scoliosi idiopatiche. Anche retrazioni o paralisi asimmetriche dei muscoli del collo, in particolare lo sternocleidomastoideo e degli scaleni, possono provocare alterazioni del rachide cervicale con compensi sulla colonna sottostante;
  • arto superiore di un lato più pesante (arto ingessato a causa di un trauma, arto particolarmente ipertrofico). Di solito, in questi casi, si produce un abbassamento della spalla dell'arto maggiormente caricato con compensazioni ai livelli superiori e inferiori.

Fattori posturali

Si parla di fattori statici quando le deviazioni rachidee sono dovute a cattive posizioni mantenute a lungo in stazione eretta o assisa e in decubito prono, supino e laterale.

Si definiscono, invece, fattori dinamici movimenti frequenti e ripetitivi che riproducono schemi posturali asimmetrici caratterizzati, con grande prevalenza, da un'eguale unilateralità. Si tratta di instabilità posturali fisiologiche contraddistinte da frequenti cambiamenti della posizione del bacino (posture ancate), dallo spostamento del carico su un arto inferiore in stazione eretta o delle posizioni del tronco e degli arti superiori in posizione assisa.

I fattori posturali possono essere indipendenti da altre cause che non siano imperfezioni dello schema corporeo, oppure dipendere da altri fattori, in particolare quelli statici non posturali.

Fattori antalgici

Un dolore unilaterale può provocare una deviazione scoliotica. Le condizioni in cui più frequentemente si realizza sono una contrattura muscolare asimmetrica o un'ernia discale.

Fattori psichici

Depressioni e malattie psichiatriche possono evidenziare deviazioni scoliotiche.

Componenti meccaniche, muscolari e posturali nella scoliosi

Movimenti del rachide normale e scoliotico

La mobilità del rachide consente quattro tipi di movimento:

  • flessione anteriore;
  • estensione posteriore;
  • flessione laterale (o inclinazione laterale);
  • -torsione.

Questi movimenti non andrebbero analizzati separatamente in quanto nella maggioranza delle azioni del rachide entrano in gioco almeno due di questi aspetti. E se questo è vero per la colonna normale, a maggior ragione lo è per quella scoliotica, nella quale la deformazione a cuneo dei corpi vertebrali aggiunge agli altri movimenti anche la componente rotatoria.

L'evoluzione delle curve scoliotiche è probabilmente la risultante di tre componenti: meccanica, muscolare, posturale.

Componente meccanica

Rotazione nella flessione anteriore

Vi è, ovviamente, una differente risposta del rachide diritto rispetto a quello scoliotico nella flessione anteriore del busto:

  • in una colonna normale la cifotizzazione tende a portare le apofisi spinose in allineamento anche quando vi sia un atteggiamento scoliotico;
  • in un rachide già incurvato lateralmente (cioè con modificazioni strutturali e quindi in presenza di scoliosi) il medesimo movimento provoca la rotazione dei corpi vertebrali con evidenziazione dell'eventuale gibbo.

Flessione laterale

L'analisi del movimento è più complessa nel caso di flessione, o inclinazione, laterale.

Quando la flessione laterale si compie partendo dalla posizione eretta, la colonna evidenzia una curva più accentuata nel tratto lombare, che si flette molto di più rispetto a quello dorsale, risultante meno mobile a causa della gabbia toracica. A questo proposito Galeazzi (9) scrive: “ Ci è noto, dopo gli esperimenti di Lovett e Schulthess, che allorché obblighiamo la colonna normale a un'inflessione nel piano frontale o nel piano sagittale, questa non si effettua simultaneamente su tutta la lunghezza della colonna, ma soprattutto si svolge preferibilmente nel segmento lombare.

A maggior ragione il fenomeno si accentua allorché gli stessi movimenti di flessione li vogliamo imprimere ad una colonna affetta da scoliosi strutturale rigida".

Partendo dunque dal busto eretto, in particolare quando il rachide è stato posto preventivamente in estensione, l'apice della curva, nella flessione laterale, si localizza generalmente piuttosto in basso, verso la regione lombare.

La situazione, invece, si rovescia nel caso di flessione laterale eseguita in posizione cifotica. L'inversione della lordosi lombare blocca proporzionalmente in modo maggiore le vertebre più prossime al bacino e l'apice di curvatura si sposta in alto, fino a D8.

Rotazione nella flessione laterale

Le affermazioni di diversi studiosi sembrano concordare sul fatto che la rotazione dei corpi vertebrali si verifica verso il lato convesso anche nella colonna priva di malformazioni.

L'inflessione laterale, cioè quella leggera curva che la colonna può presentare per difetti di statica o per vizi posturali, potrebbe essere fra le concause della scoliosi. Non risulta però con chiarezza perché essa agisca solo in determinati soggetti e non come regola.

A questo riguardo Galeazzi scrive:

La flessione laterale permanente della serie dei corpi che, per sé sola non costituisce ancora scoliosi, ne è dunque, secondo il mio convincimento, il sintomo iniziale più costante e più importante, in quanto esprime il momento in cui viene turbato l'equilibrio statico della colonna: esso è l'elemento genetico fondamentale di tale deformità, come lo è, della cifosi, la flessione anteriore

L'effetto rotatorio nella flessione laterale è confermato in quasi tutti i testi di cinesiologia. A questo proposito, Pivetta (23) riporta le parole di Kapandij:

Allorché il rachide si flette lateralmente, si vedono i corpi vertebrali girare su se stessi in tal guisa che la linea mediana anteriore si sposta verso la convessità della curvatura e la linea mediana anteriore si sposta verso la concavità. Ciò è dovuto essenzialmente a due meccanismi che agiscono in sinergia: la compressione discale e la tensione dei legamenti. La flessione laterale aumenta la compressione del disco sul lato concavo; il disco schiacciato a cuneo tende a spostarsi dal lato opposto, cioè verso la convessità, provocando rotazione. Contemporaneamente e per un meccanismo opposto, i legamenti della convessità posti in tensione dalla flessione laterale tendono a spostarsi verso la linea mediana per compiere un tragitto più corto. Questa rotazione fisiologica può divenire patologica a causa di turbe della statica vertebrale e la rotazione può diventare quindi permanente"

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