Di seguito riporto una tabella con le possibili alterazioni del passo nelle diverse fasi del ciclo.
Alterazione del passo | Cause probabili |
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1. Da impatto calcaneare a appoggio plantare | |
schiaffeggiamento del piede | moderata debolezza dei dorsiflessori |
2. Dal contatto del piede al carico intermedio | |
genu recurvatum | quadricipite debole, raccorciato o spastico; debolezza compensata dai flessori del ginocchio; retrazione tendine d'Achille; spasticità dei flessori plantari |
eccessiva supinazione del piede | deformità in valgocompensata dell'avampiede; piede cavo; accorciamento d'arto; rotazione esterna di tibia o femore non compensata |
eccessiva estensione del tronco | debolezza dei flessori o estensori dell'anca; anca dolente; diminuita ROM del ginocchio |
eccessiva flessione del tronco | debolezza del grande gluteo e del quadricipite |
3. Dalla spinta del piede allo stacco del 1° dito | |
eccessiva flessione del ginocchio | contrattura dei flessori del ginocchio; aumentata dorsiflessione caviglia; debolezza flessori plantaro; allungamento di arto; contrattura flessori dell'anca |
eccessiva rotazione mediale del femore | retrazione mediale dei flessori del ginocchio; antiversione femorale; debolezza dei muscoli controlaterali |
eccessiva rotazione laterale del femore | retrazione flessori del ginocchio; retrazione femorale; debolezza dei muscoli controlaterali |
aumentata base di supporto | contrattura degli abduttori; instabilità di ginocchio; genu valgum; asimmetria (discrepanza) arti inferiori |
diminuita base di supporto | contrattura degli adduttori; genu varum |
4. Dalla leva plantare allo stacco del calcagno | |
eccessiva flessione laterale del tronco (Trendelenburg) |
debolezza medio gluteo ipsilaterale; anca dolorosa |
caduta pelvica | debolezza del medio gluteo controlaterale |
andatura anserina | debolezza bilaterale del medio gluteo |
5. Dalla fase intermedia allo stacco del 1° dito | |
eccessiva pronazione del piede | deformità in varo compensata di retropiede o avampiede; deformità in valgo non compensata di retropiede; diminuita dorsiflessione di caviglia; varismo tibiale aumentato; allungamento di arto; introrotazione di tibia o femore non compensata; debolezza del tibiale posteriore |
rimbalzo o esagerata flessione plantare | retrazione del tendine d'Achille; spasticità del tricipite surale |
spinta insufficiente | debolezza del tricipite surale; rottura del tendine d'Achille; metatarsalgia; alluce rigido |
inadeguata estensione anca | contrattura dei flessori d'anca; debolezza degli estensori dell'anca |
6. Fase oscillante | |
steppage | marcata debolezza dei dorsiflessori; deformità in equino; spasticità dei flessori plantari |
circonduzione | allungamento di arto; accorciamento (contrattura) degli abduttori o loro lesione |
anca a scatto | allungamento di arto; debolezza dei flessori del ginocchio; accorciamento (contrattura) del quadrato dei lombi |
La prova consiste nel valutare la capacità di un soggetto di salire e scendere una rampa di scale.
Materiale richiesto per allestire la prova:
Note per l'esaminatore: Il numero di gradini varia in letteratura, tipicamente da 3 a 10, a seconda delle varianti proposte.
ISTRUZIONI PER IL PAZIENTE E L'ESAMINATORE
ESAMINATORE: Per la misura clinica tradizionale vanno marcati con il cronometro il momento della partenza, il momento nel quale il paziente raggiunge la piattaforma (con entrambi i piedi), il momento in cui inizia la discesa e quandoraggiunge la fine della rampa (con entrambi i piedi). Spiegare al paziente come svolgere la prova, a voce e/o con unadimostrazione. Utilizzare i marker del telecomando per segnare l'inizio e la fine della fase di salitae per segnare l'inizio e la fine della fase di discesa.
PAZIENTE: "…quando le do il via, salga le scale alla sua andatura abituale che le consente di muoversi in sicurezza. Arrivato alla piattaforma in cima alle scale si volti e ripercorra la stessa rampa. Si fermi al termine della discesa..."
Da questo test possiamo capire dove e quando i soggetti hanno delle difficoltà o dei deficit nel fare le scale, per capire dobbiamo fare chiarezza e analizzare i movimenti e i muscoli principali usati nella salita e nella discesa delle scale.
L'inizio del passo sullo scalino dell'arto destro (stage 0) è misurato dal punto in cui il piede destro è piatto sullo scalino e il piede sinistro sta iniziando a sollevarsi dal terreno. La fase di appoggio dell'arto destro dura per 15 stages (da 0 a 14), mentre la fase di oscillazione per 16 stages (da 15 a 20), quindi per i 2/3 del passo sullo scalino l'arto è in appoggio e per 1/3 oscilla. Ci sono due periodi di tempo che durano più o meno 6 stage (dal 10 al 15 e dallo 0 al 5) in cui entrambi gli arti appoggiano simultaneamente.
Il tibiale anteriore è attivo durante la fase di oscillazione dallo stage 14 al 19.
Il soleo è attivo dallo stage 0 al 11, dall'inizio della fase di appoggio fino a quando l'arto opposto è posizionato stabilmente nel gradino superiore.
Il quadricipite femorale è attivo dallo stage 0 allo stage 10 durante la fase di appoggio. La sua attività inizia a diminuire all'incirca allo stage 7.
Gli ischio crurali mostrano due fasi di attività: 1) tra lo stage 12 al 14 durante la fase di oscillazione; 2) tra lo stage 18 e lo stage 7 durante la fase di appoggio. Nella seconda di queste fasi l'inizio della contrazione è debole, ma dopo lo stage 1 la contrazione risulta maggiore.
I flessori dell'anca iniziano a contrarsi allo stage 12 e finiscono allo stage 2, essi sono attivi durante la fase di oscillazione.
Il gluteo medio inizia a contrarsi allo stage 1 e termina la sua contrazione allo stage 10. È contratto durante la fase si appoggio. "In alcuni soggetti è stata rilevata una debole contrazione tra lo stage 13 e 16 durante la fase di oscillazione.
Il grande gluteo è attivo dallo stage 1 allo stage 9, la fine della sua contrazione è più variabile rispetto agli altri muscoli (tra lo stage 5 e lo stage 12).
Gli erettori spinali sono attivi in due fasi: 1) dallo stage 11 allo stage 13; 2) dallo stage 16 allo stage 8. La contrazione nella seconda fase è più debole dallo stage 3 alla fine della contrazione ed è stata osservata solo nella metà dei soggetti.