Tipi di discalculia:
La neuropsicologa inglese Christine Temple fornisce una classificazione giudicata la più completa poiché consente un'analisi dei tipi di errore in base ai modelli neuropsicologici che stanno dietro i processi di calcolo. Tale classificazione individua tre tipi di discalculia:
Una tipologia di errori particolarmente frequente nella discalculia evolutiva riguarda il recupero di fatti aritmetici dalla memoria a lungo termine. I modelli che consentono di spiegare tali errori sono per lo più i «modelli a rete». Secondo Ashcraft (1992) le conoscenze aritmetiche sono simili ad altre conoscenze elaborate dalla memoria a lungo termine, e questo sia nella loro rappresentazione in memoria, sia nei processi usati per accedere alla conoscenza. I fatti aritmetici semplici sono rappresentati nella memoria in una rete organizzata di informazioni che vengono recuperate attraverso un processo di attivazione che si diffonde, così come è assunto nel funzionamento della stessa memoria semantica.
Un tipo di errore frequente descritto al riguardo (Ashcraft e Battaglia, 1978; Miller, Perlmutter e Keating, 1984; Campbell, 1990), è ad esempio la confusione tra il recupero di fatti aritmetici di addizione con quelli di moltiplicazione:
5 + 5 = 25
3 x 3 = 6
Anche l'abilità visuo-spaziale ha un ruolo notevole sulla risoluzione dei calcoli. Rourke e Strang (1983) hanno evidenziato, ad esempio, come una difficoltà a rilevare il dettaglio visivo possa compromettere il riconoscimento dei segni di operazione (ad es. + e x).
La difficoltà visuo-spaziale può comunque riguardare non soltanto aspetti percettivi ma diversi livelli di organizzazione dei dati implicati soprattutto nella scrittura di un'operazione: se un bambino ha difficoltà ad acquisire i concetti «da destra a sinistra», «dal basso verso l'alto», ecc., presumibilmente incontrerà maggiori difficoltà nell'incolonnamento dei numeri e nel seguire la direzione procedurale, sia in senso orizzontale che verticale. Questa confusione spaziale è facilmente riconoscibile perché porta a far iniziare a caso un'operazione, a scrivere indifferentemente da sinistra a destra, o viceversa i risultati parziali, quindi a sorvolare sulle regole di prestito e riporto. Al contrario non coinvolge affatto i processi di calcolo orali.
In sintesi, la situazione attuale delle ricerche sembra evidenziare che l'apprendimento del calcolo aritmetico necessita di una serie di sotto abilità, alcune specifiche, altre trasversali a più competenze.
Quanto più si riesce ad individuare eventuali difficoltà nelle diverse competenze coinvolte, tanto più si riesce a definire una diagnosi che non sia solo di classificazione, ma che offra anche un profilo funzionale capace di fornire indicazioni utili per il trattamento o per la gestione del disturbo.
Le riflessioni desunte dalle ricerche e dalla letteratura aprono dunque il campo a riflessioni parallele relative a come operare clinicamente per la corretta diagnosi del disturbo, diagnosi che non si fermi a etichetta classificatoria, ma consenta una descrizione funzionale delle abilità, così da permettere una scelta mirata dell'intervento riabilitativo.
Nella scuola dell'Infanzia tuttavia non è possibile somministrare nessun genere di prove. A quest'età non si può ancora parlare di vera e propria discalculia, dal momento che il bambino non ha ancora avuto accesso all'apprendimento formale dei fatti aritmetici.
Una volta rilevata l'anomalia è possibile approfondire la conoscenza dei processi che non funzionano come dovrebbero, per elaborare un piano di intervento. Bisogna, cioè, osservare il bambino durante l'esecuzione di vari tipi di compito (ad esempio, nelle attività di seriazione, di classificazione, di riordino delle sequenze secondo la successione temporale, di confronto tra quantità) e capire perché fallisce in quel compito. Bisogna, in altre parole, scomporre il compito in varie fasi ed individuare l'anello mancante della catena.
Se il bambino non riesce ad eseguire un compito di classificazione, dobbiamo anzitutto verificare che non ci siano a monte problemi di attenzione. Una volta escluso questo, passiamo ad esaminare la sua capacità di discriminazione visiva, sottoponendogli stimoli sempre più ricchi di particolari e dalle differenze sempre meno marcate.
Se anche la discriminazione visiva è a posto, dobbiamo verificare che il bambino sia in possesso delle abilità cognitive e linguistiche necessarie a comprendere la consegna e a ricordarsene.
Se i "processi che non funzionano" riguardano soltanto l'esecuzione di compiti di natura logico-matematica, se vengono esclusi, cioè, carenze in processi più generali di attenzione, comprensione e memoria, ci troviamo di fronte ad un potenziale soggetto con discalculia evolutiva.
Questo non deve portarci a pensare che il nostro intervento debba consistere soltanto nella proposta di operazioni logico-matematiche. Se il bambino, ad esempio, ha avuto difficoltà non nell'individuare, ma solo nel raggruppare gli elementi simili e nel collocarli dentro un'area delimitata da uno spago sul pavimento, non diremo semplicemente che quel bambino ha difficoltà nel classificare gli oggetti, ma che ha soprattutto dei problemi di orientamento spaziale.
In questi casi è molto utile fare dei giochi motori che sviluppino le sue capacità di orientamento e favoriscano l'acquisizione di concetti spaziali di base: sopra/sotto, dentro/fuori, davanti/dietro. Se la difficoltà principale consiste nel nominare gli oggetti possiamo proporre giochi linguistici, filastrocche con o senza accompagnamento musicale, tombole o altri giochi da tavolo in cui vengano coinvolte le abilità lessicali.
La conoscenza dei fatti aritmetici è legata al concetto di tempo, al concetto di quantità e alle trasformazioni. Il concetto di tempo può essere sviluppato attraverso l'ascolto e l'invenzione di storie, il riordino di fotografie scattate durante un'attività svolta a scuola dal bambino stesso, la "lettura" di libri illustrati, l'ascolto di canzoni con un testo sufficientemente lungo. La manipolazione di oggetti e materiali diversi favorisce l'acquisizione dei concetti di quantità e di trasformazione. Come si vede non occorre per forza predisporre delle attività specifiche per l'intervento precoce sulla discalculia evolutiva.
È auspicabile però condurre le consuete attività didattiche con un "occhio di riguardo" per le abilità di cui si è parlato. In riferimento alla discalculia manca tuttora una modalità univoca di interpretazione, diagnosi e riabilitazione per le discalculie.
Le numerose intepretazioni formulate concordano ad ogni modo sul fatto che un disturbo nell'apprendimento dei concetti logico-matematici non comporta soltanto una diminuzione del profitto scolastico ma si traduce in difficoltà ben più gravi di problematizzazione della realtà e di apprendimento di abilità sociali che richiedono la reversibilità, la seriazione, la classificazione e la comprensione delle relazioni spaziali e temporali. La scuola e la famiglia possono lavorare su :
Le abilità di conteggio si sviluppano attraverso:
Molto utile è l'utilizzo dei puzzle numerati, attraverso cui il bambino è chiamato a ricostruire un puzzle attaccando i pezzi secondo la sequenza numerica rappresentata accanto al disegno (o nel retro), e del gioco dell'oca. Data la fatica dei bambini discalculici a memorizzare le tabelline, una strategia d'aiuto può essere quella di associare alla sequenza una melodia, diversa per ogni tabellina. Qualche consiglio sulla presentazione grafica degli esercizi e sul materiale scolastico:
Metodi Compensativi e Dispensativi
Dato che tali difficoltà si manifestano in persone dotate di quoziente intellettivo nella norma, spesso vengono attribuite ad altri fattori: negligenza, scarso impegno o interesse. Questo può comportare ricadute a livello personale, quali abbassamento dell'autostima, depressione o comportamenti oppositivi, che possono determinare un abbandono scolastico o una scelta di basso profilo rispetto alle potenzialità. Per ovviare a queste conseguenze, esistono strumenti compensativi e dispensativi.
Cosa sono gli strumenti compensativi?
Sono strumenti che permettono di compensare la debolezza funzionale derivante dal disturbo, facilitando l'esecuzione dei compiti. Sono strumenti compensativi la calcolatrice, le tabelle, i formulari, il PC con correttore ortografico,ecc.
Cosa sono le misure dispensative?
Riguardano la dispensa da alcune prestazioni (lettura ad alta voce, prendere appunti,...), i tempi personalizzati di realizzazione delle attività, la valutazione (non viene valutata la forma ma solo il contenuto) ecc… L'obiettivo di tali misure e strumenti non deve essere quello di "guarire" il bambino dal disturbo (perché non è ammalato!), ma di aiutarlo a ridurne gli effetti, predisponendo una modalità di apprendimento più adatta alle sue caratteristiche.