Secondo Amoros la ginnastica doveva perseguire il suo obiettivo principale: favorire lo sviluppo di tutte le facoltà umane; in questo modo, egli cercava di collegare l'educazione all'intuizione, sforzandosi di far sentire i movimenti a coloro che dovevano eseguirli e per "facilitare gli atti intuitivi Amoros usava, nel suo insegnamento, le sensazioni uditive, visive e tattili. Innanzi tutto egli parlando spiegava all'udito dei giovani l'esercizio da compiere; poi lo mostrava all'occhio facendolo eseguire da un istruttore; infine ne faceva avere una sensazione tattile „col tatto intimo diffuso in tutto il corpo' guidando anche le prove motorie che gli allievi dovevano fare prima dell'effettiva completa esecuzione (1).
Infine bisogna ricordare anche l'attività di Thomas Arnold (2), una delle figure più rappresentative della scuola inglese, che elaborò un modello di educazione fisica ispirato a Locke e realizzato attraverso la pratica educativa dei giochi sportivi. Nel 1823 Arnold divenne rettore del collegio di Rugby e cercò di mutare la situazione disastrosa di molti colleges inglesi, pervasi da un senso di immoralità, turbolenza e disonestà. Egli, innanzitutto, modificò i rapporti docenti-studenti, dando a quest'ultimi una maggiore autonomia e fiducia, poi successivamente favorì lo sviluppò dell'attività fisica, costruendo spazi aperti nel quali praticare gli sport.
Secondo Arnold all'interno del processo educativo bisognava trovare un giusto equilibrio tra attività fisica, studio di discipline tradizionali, educazione civica e morale e formazione religiosa. In questo modo l'educazione mirava a raggiungere tre obiettivi:
Arnold con il suo modello educativo "contribuisce nel far assumere allo sport moderno le peculiari caratteristiche di giuoco, competizione e attività formativa … Contribuisce alla formazione della pedagogia dello sport com'è intesa ancora oggi (4).
In Italia, invece, nel corso dell'Ottocento si consumò culturalmente e scientificamente un conflitto tra due importanti scuole di educazione fisica: la scuola di Torino e la scuola di Bologna.
La scuola bolognese attribuiva all'educazione fisica una valenza formativa che veniva sostenuta e diffusa dell'esponente più illustre dell'epoca, Emilio Baumann (5), maestro elementare e medico, che sin dall'inizio della sua attività cercò di studiare il rapporto tra educazione fisica, medicina ed igiene.
La ginnastica secondo Baumann doveva sviluppare doti fisiche, intellettuali e morali per raggiungere una perfetta armonia tra le parti.
Baumann è stato definito l'inventore della ginnastica razionale per la sua attenzione ai fattori coinvolti nell'educazione fisica: anatomia, meccanica del movimento, igiene, fisiologia, pedagogia generale e pedagogia applicata agli esercizi fisici, "una ginnastica così orientata non poteva certo ridursi a puro esercizio muscolare … l'esercizio ginnico nasce infatti da un impulso della volontà, che guida il corpo nell'esecuzione di un movimento preordinato, quindi il corpo, come strumento del moto, e lo spirito, come intelligenza motoria, nella ginnastica sono simultaneamente esercitati.
Queste idee avrebbero costituito le basi di quella che Baumann chiamerà "psico-cinesia", educazione dello spirito mediante il corpo (6).
Lo studioso Baumann distinse due tipologie di movimenti ginnici:
Secondo Baumann, la ginnastica doveva privilegiare i movimenti naturali dato che "la popolazione troverà utile la ginnastica e la accoglierà volentieri se il fine al quale si dirige le apparirà manifesto.
Che interesse deve avere la popolazione quando vede gli scolari occupati in pose e movenze coreografiche , oppure affaticatisi attorno ad attrezzi che con la vita pratica hanno nessun lato in comune? (7). Secondo lo studioso la ginnastica doveva quindi essere: naturale, caratterizzata cioè da esercizi spontanei ed essenziali;
Un altro aspetto a cui Baumann diede sempre molta importanza riguardò la preparazione degli insegnanti di ginnastica: una scuola di ginnastica doveva formare non maestri, ma professori di ginnastica, cioè delle persone che avessero scelto di dedicare tutta la loro vita a questa attività e che avessero una conoscenza generale, non solo della ginnastica di base, ma anche di tutte le discipline sportive; tutto ciò era possibile trasformando le scuole normali di ginnastica in istituti universitari.
Secondo Baumann un docente di ginnastica raggiungeva una formazione adeguata quando era in grado di acquisire:
Il docente di ginnastica, secondo lo studioso, doveva essere anche uno storico in quanto la storia permette non solo di conoscere e di operare nel presente, ma consente di penetrare anche nel perché delle cose (9).
La scuola torinese si fondò su finalità completamente differenti, incoraggiando lo sviluppo di un'educazione fisica di tipo militaristico grazie all'opera di colui che è stato considerato il padre fondatore della ginnastica italiana: Rodolfo Obermann (10). Egli favorì l'applicazione di una ginnastica militare che si proponeva di fornire ai soldati una conoscenza ginnica di base, adattabile a tutti i corpi, che consentisse lo sviluppo di forza, scioltezza e coraggio.
Secondo Obermann, la ginnastica comprendeva "l'insieme di quei tali esercizi, i quali, lasciata in disparte ogni immediata applicazione, vennero dalla ragione e dall'esperienza riconosciuti i più convenienti a rendere in breve tempo e, con sistematica professione, il corpo atto e docile per l'uso più variato e il più vantaggioso delle proprie membra, a fortificare vieppiù la salute … ad aumentare la spontaneità ed il volume del suo sistema muscolare, a condurre l'individuo alla piena conoscenza delle sue forze fisiche (11).
Obermann individuò tre tipi di esercizi fisici:
Gli esercizi dovevano interessare muscoli flessori ed estensori delle braccia e delle gambe e dovevano avvalersi dell'utilizzo di diversi tipi di attrezzi come la sbarra, gli anelli, la scala, il trapezio, la trave di appoggio, le parallele, il cavallo e l'asse di equilibrio.
Nonostante il carattere militaristico della ginnastica, Obermann favorì anche lo sviluppo di una ginnastica femminile in quanto le donne potevano esercitarsi in attività fisiche che andavano oltre la dimensione della danza, considerata all'epoca una delle poche attività che le donne potevano praticare.