Se chiedessi a una persona, non addentro alle arti marziali di dare una definizione del Kung-fu, molto probabilmente lo abbinerebbe immediatamente alle scene di combattimento di quei film, talvolta di scarsa qualità, ove i contendenti si affrontano urlando e sferrando colpi improbabili, impossibili da eseguire nella realtà.
Non tutti, però, sanno che il termine Kung-fu è accompagnato dalla parola Wushu e che la loro unione, Kung-fu Wushu, sta ad indicare l'insieme delle arti marziali cinesi (le quali costituiscono uno dei più efficaci sistemi di combattimento) e l'abilità raggiunta dal praticante nell'Arte della Guerra.
Spinto dalla mia passione per lo sport e per le arti marziali, io stesso ho praticato il Kung-fu Wushu, avvicinandomi sempre più al combattimento sportivo, conosciuto in Cina con il termine Sanda o Sanshou.
Con questo lavoro ho cercato di offrire una panoramica generale sul Sanda, tratteggiando il suo modello di prestazione. Mi sono soffermato in particolare sui mezzi di allenamento utilizzati per migliorare la forza speciale che si manifesta quando l'atleta è abile nell'eseguire i gesti tecnici di pugni, calci e proiezioni con precisione e scioltezza (coordinazione intra ed extra muscolare che evita contrazioni inutili), insieme alla capacità di saperli sferrare con la massima forza esprimibile.
Per una definizione chiara ed esaustiva del Sanda, bisogna risalire al concetto di Wushu. Con tale termine si intende l'evoluzione moderna e sportiva dell'antica arte della guerra cinese. (Wu = guerra e Shu = arte).
Le sue radici affondano in epoche assai remote e la realtà è mescolata con la leggenda.
La necessità di tradurre in sport quello che un tempo era guerra ha portato inevitabilmente a prendere in considerazione la sicurezza dei contendenti quanto l'estetica dei movimenti: si sono evolute così le sue due principali discipline sportive. Da una parte il Taolu, l'esecuzione coreografata di quelle sequenze che un tempo erano gli esercizi di combattimento a vuoto; dall'altra il Sanshou, chiamato anche Sanda, letteralmente combattimento libero a mani nude.
Il combattimento cinese a mani nude nacque come disciplina militare di ausilio al combattimento armato. La sua caratteristica è quella di essere costituito da vari sistemi di combattimento integrati fra loro e che sono:
Nel corso del tempo, questi sistemi si diffusero fra tutti gli strati della popolazione, distinguendosi in numerosissimi stili e scuole di Wushu. I frequenti incontri di esperti e praticanti che si scambiavano conoscenze ed esperienze anche per mezzo di tornei e competizioni, hanno contribuito all'evoluzione e al perfezionamento del combattimento sino ai nostri giorni.
Secondo Alati (2000) le prime origini delle competizioni sportive risalgono al periodo della storia cinese conosciuto con il nome di "Epoca delle Primavere e Autunni" (770-454 a.C) e dei "Regni Combattenti" (453-222 a.C) durante il quale si organizzavano competizioni che si svolgevano su una pedana rialzata (Lei Tai) spesso a notevole altezza dal suolo. Sebbene fossero sotto il controllo di una giuria, i combattimenti potevano concludersi in maniera cruenta. Con il progredire del tempo, la necessità di applicare il combattimento ad ogni situazione (non solo prettamente militare) consentì un'ampia selezione tecnica, al fine di creare un sistema che limitasse l'uso di quelle tecniche ritenute eccessivamente pericolose.
Un grosso impulso allo sviluppo del Sanda venne dall'attivarsi della Commissione
Nazionale per lo Sport della Cina la quale, nel 1979, coinvolse diversi Istituti Universitari
per completare la preparazione di un programma sportivo e la standardizzazione del regolamento tecnico. Da allora diversi appuntamenti sono stati organizzati a livello non ufficiale per diffondere la disciplina e soprattutto per farla crescere.
Nel 1981 l'Università dello Sport di Pechino e quella di Wuhan hanno tenuto per la prima volta una competizione pubblica di Sanda. Nel gennaio del 1982, in una conferenza organizzata dalla Commissione Nazionale per lo Sport della Cina, si è deciso il primo regolamento ufficiale delle competizioni. E nel novembre del 1982, a Pechino, si è tenuto il primo Campionato Nazionale di Sanda. Nel 1989, il Sanda ha fatto il suo debutto come evento ufficiale nei Campionati Nazionali Cinesi di Wushu.
Nell'anno 1990, il Wushu (con le sue differenti modalità) è stato incluso come sport ufficiale negli XI Giochi Asiatici. In quello stesso anno è stata fondata la Federazione Internazionale del Wushu (I.WU.F.), organismo incaricato della sua diffusione e direzione, così come di determinarne le differenti modalità e i suoi regolamenti.
Nel 1991, il Sanda ha preso parte al primo Campionato del Mondo di Wushu, tenutosi a Pechino. Nel 2002, la I.WU.F. ha organizzato la prima Coppa del Mondo di Sanda, a Shanghai, radunando i migliori atleti. Nel 2003, ai settimi Campionati Mondiali di Wushu, in Macau, il Sanda femminile è stato aggiunto per la prima volta su scala internazionale. Durante quegli anni, sono stati organizzati con successo tornei che hanno visto contrapposto il Sanda al Karate Kyokushin, alla Muay Thai, a molte altre arti.
In tutto il mondo esiste attualmente un gran numero di competizioni di Sanda, il cui regolamento varia in funzione degli organizzatori. Come regolamento base, però, si può segnalare quello elaborato dalla I.WU.F.
I suoi principi sono i seguenti:
Il sistema del punteggio è piuttosto semplice:
Il Sanda è una disciplina di combattimento che rientra nella classificazione di sport di situazione/opposizione con contatto diretto dell'avversario.
Le capacità tecniche, fisiche e psicologiche devono trovare una relazione qualitativa e quantitativa ottimali, dal momento che, nella maggior parte delle situazioni di combattimento, si è obbligati ad agire velocemente e a fornire risposte rapide agli stimoli improvvisi che ci offre l'avversario. Tutto questo va integrato con una componente tattica forte, in misura proporzionale a quanto l'azione sportiva sia descrivibile come closed skill , ossia a mappa rigida o fissa oppure open skill , ossia a mappa elastica o variabile (Delfini, 1992).
Il gesto sportivo deve essere ripetuto, perfezionato ed automatizzato. La corretta posizione di guardia, gli spostamenti nello spazio, l'esecuzione tecnica dei colpi e più in generale le reazioni fisiche intese come percezione dei movimenti dell'avversario e conseguente reazione, devono essere allenate sino a farle diventare una forma di automatismo tale che vengano di volta in volta effettuate senza essere precedentemente filtrate da un processo mentale che ne rallenterebbe l'esecuzione. Nello stesso tempo non si deve perdere di vista il fatto che nel Sanda il contatto diretto con un avversario è parte costante della sua metodica. Perciò come sport è prettamente a mappa variabile o aperta e questo deriva dal fatto che risulta alquanto difficile prevedere il quando, il come e il perché viene tirato un colpo o eseguita un'azione.
Ne consegue che se da una parte è fondamentale l'automatizzazione del gesto, dall'altra tale automatizzazione non deve essere fatta in maniera standardizzata rigidamente, in modo da permetterne l'adattamento nel caso in cui l'avversario muti il piano d'azione improvvisamente. Quindi, è fondamentale che il praticante sia ben allenato, che la qualità delle tecniche sia del miglior livello possibile, ma che soprattutto sia in grado di eseguirle nel più svariato numero di situazioni, così da non correre il rischio di cristallizzare l'azione.