Partiamo dal presupposto che lo scopo della nostra esistenza è cercare la felicità intesa come spessore valoriale, la quale è insita all'interno di noi, ma che va riscoperta perché offuscata dai problemi sociali. Da questo punto possiamo cominciare a descrivere quali sono i compiti esistenziali e i valori tramite i quali, nella giovane età adulta, si potrebbe riscoprire la felicità innata.
La definizione del sogno personale rappresenta un compito esistenziale importante in questa età, ed ogni essere umano è destinato in un modo o nell'altro ad orientarvisi. Il sogno si comincia a delineare nell'adolescenza e diventa più chiaro in questa fase della vita. Esso può essere rappresentato in diversi modi, come ad esempio diventare padre di famiglia, avere una famiglia, lavorare ecc. In ogni caso il sogno è la proiezione di se stessi nel futuro e gli elementi che lo caratterizzano sono un'immagine totale la quale non attiene solamente a una singola realizzazione possibile ma, piuttosto a un insieme di situazioni felici e verso aspirazioni più elevate.
La realizzazione intrinseca dell'equilibrio tra intimità ed isolamento è un altro elemento importante per il giovane adulto soprattutto nei primi anni del suo ciclo, che si traduce in ricerca e sperimentazione delle esperienze di amicizia, della vita erotica e del lavoro.
L'intimità deve essere intesa, non solo a livello sessuale, ma anche a livello di condivisione delle proprie emozioni, sentimenti, pensieri.
La sessualità non riguarda solo il rapporto di coppia ma anche l'intera persona vista come uomo o donna. Ma l'intimità è un concetto ancora più profondo che direziona il modo in cui ci relazioniamo e organizziamo il mondo, come comprendiamo la vita sociale e cosa ne ricaviamo spiritualmente.
Ovviamente tutto deve essere equilibrato nel modo giusto, non si può essere troppo aperti o troppo chiusi, non si può essere troppo sociali o troppo isolati ecc. Infine possiamo affermare che l'intimità conduce verso l'amore inteso come empatia nei confronti del prossimo, la quale è una finalità educativa importantissima.
Un altro compito esistenziale importante riguarda il sapersi orientare verso la virtù dell'amore.
Il termine viene inteso in senso ampio, e sta a significare soprattutto un senso di forza vitale intrinseco appartenente a questa età. La parola amore rinvia ad un campo semantico vastissimo che comprende in sé teorie ed aspetti diversi e molte direzioni di senso riguardo lo sviluppo umano. In senso pedagogico l'amore può essere inteso come una dimensione dell'animo umano intrisa sia di affettività soggettiva che di riferimenti valoriali individuali.
Infine possiamo affermare che l'amore è su un piano soggettivo la ricerca di se stessi nel ruolo delle relazioni sociali e implica un continuo mutamento interiore.
Rendersi autonomi dalla famiglia è un altro compito importante per il giovane adulto, il quale durante i suoi primi impulsi all'esplorazione, desidera di scoprire il mondo. Chi è più propenso a viaggiare e portarsi appresso la provvisorietà e la casualità, tende ad avere uno stile di vita girovago fatto di lavori occasionali, temporanei e mutevoli. Questa tendenza esplorativa riflette anche lo stato d'animo del giovane adulto il quale cerca al di fuori di tutto ciò che gli è stato precedentemente insegnato, nuovi valori e nuove esperienze in base al proprio modo di sentire la vita.
È importante in questa fase della vita rendersi conto che c'è sempre un equilibrio da rispettare, quindi anche in questo senso non si può solamente andare avanti con la casualità, ma bisogna anche scegliere delle strade sicure perché ciò che immaginiamo spesso ci contraddice in modo drammatico.
Importante è anche stabilire una relazione con una persona che faccia da mentore, per guidare il giovane adulto verso la realizzazione del sogno e l'orientamento ai valori corrispondenti. Solitamente il mentore è più grande di otto - quindici anni dato che se fosse più giovane sarebbe difficile per lui godere di stima, di fiducia e di ammirazione, mentre se fosse più grande verrebbe
paragonato ad un genitore.
La funzione del mentore è anche quella di far emergere le abilità e le competenze del giovane adulto tramite l'uso di consigli, concretamente, ma anche temporaneamente perché se questa figura si stabilizzasse per sempre il giovane adulto tenderebbe a rimanere immaturo.
Il giovane adulto si trova guidato in questo modo attraverso tutte le aree valoriali che corrispondono a questa fase del ciclo di vita e più nello specifico, ad esempio, per un'artista saranno di maggiore riferimento i valori estetici, per un insegnante i valori morali e così via.
Importante risulta anche l'acquisizione di competenze attraverso lo studio. La competenza però in questo caso, va intesa in senso ampio, cioè ha bisogno di saperi già acquisiti e che vada oltre i saperi stessi facendo appello all'unicità della persona. Quindi è preferibile parlare, piuttosto che di competenza, di persone competenti proprio per intendere la possibilità di utilizzare in un contesto dato, non solo conoscenze, ma anche capacità e attitudini. Si tratta, in questo modo, della capacità del giovane adulto, tramite il possesso di conoscenze e abilità nonché sentimenti e comportamenti adeguati, di saper gestire tutte le situazioni.
Nella giovane età adulta un ruolo importante viene svolto dall'impulso all'espansione, il quale si traduce in una forte e vitale propensione verso la realizzazione di una carriera vitale propensione verso la realizzazione di una carriera professionale. L'espansione ricopre un ruolo fondamentale in questa fase perché, tramite il lavoro inteso come operatività dell'essere umano, è generatrice di apprendimento e crescita.
Per arrivare a ciò però si è costretti a scegliere quali talenti valorizzare, portandoli avanti perché produttivi, e quali lasciare alle spalle, raggiungendo in questo modo una situazione di conflitto interiore. Infatti, insieme alle forze dell'espansione si prova anche una resistenza alle potenze del destino attorno a noi che vogliono trascinarci nel mondo, si vorrebbe dominare il proprio Io cercando di cambiare la realtà e sopravvalutando i propri ideali.
Questa resistenza si traduce nel giovane adulto, nella necessità di assolvere a due compiti che si manifestano come due polarità: il primo è quello di tenere aperte diverse strade ottimizzando le alternative, il secondo è quello di scegliere almeno una strada che ci dia un senso di stabilità lavorativa e affettiva.
Da tutto ciò nasce la crisi dell'esperienza, cioè il giovane si rende conto che il cambiamento della realtà economica, politica, sociale ecc., in onore dei più alti ideali di purezza delle sue convinzioni, è più difficile di quanto pensasse. Si rende conto, quindi, che l'unico modo per riuscire ad ottenere ciò che vuole è la pazienza.
L'unico modo per uscire fuori da tutto questo è il riconoscimento di sé e l'aver cura di sé per ascoltarsi nel profondo, integrare le diverse dimensioni della persona.