L'overtraining è uno squilibrio dell'allenamento causato dall'eccessiva quantità e/o intensità dell'attività fisica praticata, che non permette all'organismo, durante le fasi di recupero, di eliminare la fatica accumulata. Questo squilibrio adattativo, provoca un continuo stato di stress psicofisico, che culmina nella staleness syndrome (rifiuto di allenarsi), danneggiando le prestazioni atletiche e rendendo più vulnerabile l'organismo a eventuali infezioni , .
La sindrome da sovrallenamento non espone solo ad un peggioramento della performance sportiva, ma piuttosto ad una generale e debilitante situazione organica, caratterizzata da disturbi del sonno, tachicardia, diminuzione della massa muscolare, ecc. Uscire da una situazione di overtraining può richiedere tempi anche molto lunghi.
Il sovrallenamento può essere indotto da innumerevoli fattori, alcuni dei quali possono essere: una quantità eccessiva di allenamenti non supportata da sufficienti periodi di riposo; un regime alimentare non idoneo; insufficienti ore di sonno; la disidratazione o la perdita di alcuni minerali (ad esempio il ferro).
È importante non confondere il sovrallenamento con l'overreaching (anticamera dell'overtraining ma recuperabile con un paio di settimane di riposo) o con un "banale" senso di fatica neuromuscolare derivante da allenamenti particolarmente intensi e recuperabile con qualche giorno di riposo. La sindrome da sovrallenamento si può manifestare attraverso uno o più dei seguenti sintomi:
È quindi importante saper riconoscere il momento in cui l'allenamento sta per portare ad una situazione di overtraining, per poter rimediare prevedendo un periodo più o meno lungo di riposo. L'allenatore deve saper programmare in maniera adatta i giorni di riposo e di recupero in modo da evitare il raggiungimento di una situazione sconveniente che richiederebbe uno stop forzato dell'attività sportiva.
Tuttavia, se si dovesse incorrere in una situazione di overtraining, è importante saperla affrontare in modo adeguato prevedendo un periodo più o meno lungo nel quale si dovrà rinunciare a prendere parte alle gare. Inoltre si dovrà porre particolare attenzione alla qualità e quantità del cibo assunto e non dovrà essere trascurato l'aspetto psicologico. Quindi l'atleta non sarà abbandonato a se stesso, ma sarà sempre affiancato da un allenatore o, meglio ancora, da uno psicologo esperto che lo aiuti a superare il momento di crisi. L'attività fisica dovrà essere ripresa solo quando l'atleta si sente nuovamente pronto, quando la stanchezza sia fisica che mentale è svanita e quando la motivazione sta ritornando alta. Inoltre, i carichi di lavoro dovranno essere molto leggeri all'inizio per poi aumentare progressivamente quando l'atleta si sentirà in grado di sopportare tale incremento dell'allenamento.